Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Let's go to the mall today. Ah no, ma quella era Robin Sparkles.
[00:00:06] Speaker B: Eh sì, non Elizabeth Sparkles.
[00:00:08] Speaker A: Signore e signori, benvenuti a bordo.
[00:00:10] Speaker C: Noi siamo Luca Mignacco, Beatrice Vigorita e Diretta Culla.
[00:00:13] Speaker A: E questo è Cinema Passengers. Iniziamo con la sostanza!
[00:00:17] Speaker B: La sostanza!
Ho visto che metti sempre il mio tutututu sopra la sigla. È bellissimo, è bellissimo.
Ciao a tutti ragazzi!
[00:00:39] Speaker A: Bentornati puntata numero 40!
[00:00:45] Speaker B: Siamo carichi! Puntata 40 e finalmente parliamo di un film attesissimo che è La Sustanza.
[00:00:52] Speaker C: Come piace chiamarlo a noi.
[00:00:54] Speaker B: The Substance.
Ma cos'è che sei uscito dalla mia substanza?
[00:01:02] Speaker A: Ti piacerebbe?
Film davvero attesissimo da quando ha vinto il gran premio della giuria, no non il gran premio della giuria, il premio alla miglior sceneggiatura a Cannes 2024 Coralie Farget al suo secondo lungometraggio, regista francese però questo film diciamo anglofono e mamma mia ragazzi potente potente molto potente che.
[00:01:30] Speaker C: Bomba veramente potente cioè avevamo aspettative alte.
[00:01:34] Speaker A: E.
[00:01:36] Speaker B: Le mie sono state altamente soddisfatte.
[00:01:39] Speaker A: Diciamo che te le ho ipatte un attimo, perché raccontiamo.
[00:01:43] Speaker B: Luca hai fatto tanto. Dovete tenere conto che oggi è il 31, a proposito buon Halloween. Il film è uscito il 30, quindi ieri, ma non siamo riusciti ad andare tutti insieme per via di alcuni impegni, quindi Luca sono andati alle 16 e io sono andata alle 19. Quindi ci siamo dati il cambio della guardia, perché quando loro sono usciti dalla sala io sono entrata. Ho beccato Luca per strada, io mi stavo, non so, facendo i cazzi miei, mi stavo fumando una sigaretta, avevo le cuffiette, e Luca mi fa dall'altra parte della strada, è il fin dell'anno, è il fin dell'anno! E io tipo, no, non dirmi così! Quindi mi sono seduta in sala che avevo un hype devastante.
[00:02:24] Speaker A: Poi sei entrata, ti hanno regalato la borsetta come a noi, perché ieri all'anteprima... cioè è bellissimo come qualsiasi distribuzione cinematografica faccia qualsiasi cosa e poi si senta in dovere di fare una borsetta a riguardo.
Io credo di avere almeno dodici borse legate al cinema che mi hanno regalato. Bellissimo.
[00:02:44] Speaker C: Tu apri l'armadio.
[00:02:47] Speaker B: Però io sono ancora più contenta perché magari, metti caso che il film non mi piaceva, avevo una borsa in tela a caruccia di un film che però non mi era piaciuto. Tipo Megalopolis e Team Mario.
[00:02:56] Speaker C: Ah no, la borsa di Megalopolis. Perché Coppola non l'hai fatta la borsa di Megalopolis?
[00:03:02] Speaker B: Quindi sono troppo contenta perché adesso ho una borsa in tela nuova di un film che ho adoeato, quindi fantastico.
[00:03:08] Speaker C: Remember You Are One.
[00:03:09] Speaker A: E infatti, poi, allora, film... partiamo dal dire che questo film è distribuito da MUBI tramite Match Factory.
[00:03:18] Speaker C: In collaborazione con iWonder.
[00:03:20] Speaker A: È interessante questa cosa perché sta entrando effettivamente nella distribuzione cinematografica italiana.
E questa è una cosa rivoluzionaria. Ha preso i diritti della distribuzione di Queer di Luca Guadagnino che uscirà a breve.
[00:03:35] Speaker C: In collaborazione con Lucky Red.
[00:03:38] Speaker A: Porca miseria quanto sei approssimativo Luca.
e quindi teniamo d'occhio Mubi perché è appunto diciamo che per chi non lo sapesse è un sito di streaming, nasce come sito di streaming di cinema d'autore ma che è indipendente da voci, tante voci da tutto il mondo e ha una community molto vivida tra i cinefili cioè oggettivamente la mia borsa di Mubi tanto per restare in tema è un patentino da cinefilo non da poco Luca.
[00:04:09] Speaker C: È proprio un basic bitch della cinefilia.
[00:04:13] Speaker B: Mubi ha un catalogo della Madonna perché io per un progetto che sto facendo a parte con l'università ho dovuto recuperare tutta una serie di film degli anni 60 della Repubblica cieca e sono tutti disponibili su Mubi. Lo erano in Italia fino a un paio di mesi fa, ora lo sono solo in altri paesi.
Però, cioè, per farvi capire, cioè, film che probabilmente non ha visto nessuno e che comunque Mubi distribuisce o comunque mette a disposizione, quindi big up per Mubi. Io aspetto una collab tra Mubi e A24 perché sono...
non lo so, secondo me si possono... cioè, sono una Sue e una Elisabeth Sparkle che possono creare un monster Elisa Sue che potrebbe funzionare.
[00:04:58] Speaker C: Sì, sono un po' la stessa sostanza.
[00:05:00] Speaker A: Poi la bellezza di questa piattaforma è che non è un algoritmo a determinare cosa effettivamente la piattaforma ti suggerisce, ma è una direzione artistica, quindi di fatto la differenza tra MUBI e tutto il resto è anche questa cosa qua.
che c'è una persona, ci sono delle persone dietro che dicono, ehi, questo film dovresti vederlo, non dovresti vedere Avetrana, questa non è Hollywood perché ti è piaciuto. Monster. Il Salwessani in Filadelfia, totalmente a caso.
[00:05:30] Speaker B: No, no, no, adesso è questa non è Hollywood perché c'è stato lo processo e Avetrana.
[00:05:34] Speaker C: È vero che non volevano nome.
[00:05:35] Speaker B: Quindi prima che il sindaco di Avetrana faccia causa poi a noi, ce ne laviamo le mani. Ma quindi, ragazzi, sta sostanza, in sostanza, che cos'è?
[00:05:49] Speaker C: Bene, aspettatevi, battute tutta la puntata.
[00:05:53] Speaker A: Siamo molto carichi perché... Allora in sostanza... Halloween ci dà questo effetto, altro che la prima vera.
[00:05:59] Speaker C: Ci rende briosi, altro che...
[00:06:01] Speaker B: Altro che spooky, altro che spalcola al.
[00:06:03] Speaker A: Posto di...
È la storia di questa attrice, interpretata da una magistrale Demi Moore, un'attrice vincitrice di Oscar, bellissima, una sorta di attrice alla Meryl Streep, Jane Fonda, comunque quelle donne chiaramente lì per merito della loro bellezza e della loro bravura che diciamo nella sua ultima fase della carriera si dedica a... avete presente quei quei video americani, quei programmi americani che davano anche in dvd di donne che fanno ginnastica ballando appunto da distribuire tra le casalinghe che però diciamo specialmente nell'universo di The Substance dà a questa Elizabeth una notorietà incredibile diventa diciamo una delle stelle tant'è che il film si apre con appunto la costruzione della sua stella nella Walk of Fame di questa sorta di Los Angeles, che però è una donna di 51 anni e nonostante sia comunque bellissima, guardandola, cioè arrivarci a 50 anni in quelle condizioni, inizia a essere vecchia e il sistema inizia a farla fuori. Esatto, è vecchia per il sistema, per.
[00:07:23] Speaker C: Lo sguardo, diciamo, canonico.
[00:07:26] Speaker A: Di questo produttore, Harvey, nome non casuale perché molto wenstiniano, interpretato anche lì da un grandissimo Dennis Quaid, che di fatto la fa fuori dal programma.
Lei va in crisi e a un certo punto un personaggio arriva e fa C'è questa sostanza.
Se la prendi, succede una cosa.
Tu ti dividi in due, come se fosse una meiosi o una mitosi, non ero molto bravo di chimica. Biologia.
[00:07:59] Speaker C: È biologia.
[00:08:00] Speaker A: Cazzo.
E ti dividi in una, in un tuo alter ego, la versione migliore di te.
C'è una condizione però.
Tu e il tuo alter ego rimanete la stessa persona e dovete alternarvi di corpo in corpo ogni sette giorni. Nessuna eccezione è ammessa.
[00:08:22] Speaker C: L'equilibrio va rispettato.
[00:08:24] Speaker A: L'equilibrio va rispettato.
Il suo alter ego è interpretata da una di nuovo magistrale Margaret Qualley che vorrei che mi rovinasse la vita.
[00:08:35] Speaker B: Lei e mia gott se la giocano.
[00:08:38] Speaker A: Che ricorderete la lanciata Tarantino con il suo C'è una volta Hollywood e la ripresa L'Antimos con qualche ruolo minore nei suoi ultimi due film e finalmente la vediamo nei panni di una protagonista.
E cosa succede? Che questo equilibrio dura ben poco.
[00:08:58] Speaker B: Sì, soprattutto perché queste due protagoniste, che poi in realtà è una, ovvero Elizabeth e Sue, sono le prime che non riescono a vedersi come un'unica entità, ma è come se ad un certo punto iniziassero a litigare l'una con l'altra e a non sopportarsi l'una con l'altra e quindi poi ovviamente questo porterà tutto ad una deriva molto sanguinosa, perché non so se serve specificarlo, però questo film è un body horror, quindi sotto genere dell'horror che appunto, se avete presente Cronenberg sapete già di cosa sto parlando, quindi un genere che sostanzialmente si basa moltissimo sulla mutilazione di parti del corpo, sulla deformazione appunto scene molto violente, ecco, però che a differenza dello splatter, per esempio, che condivide questo tipo di elemento, hanno sempre un significato, cioè nel senso servono per riflettere, per instaurare delle riflessioni, a volte anche critiche su determinati temi e in questo caso il tema centrale è assolutamente, anzi, i temi centrali sono assolutamente la bellezza, il tempo, l'amor proprio e soprattutto il male gaze, quindi come tutta una serie di insicurezze non qualche modo femminili, soprattutto nel mondo dello spettacolo, vengono prodotte proprio da questo sguardo tipicamente maschile a cui vengono sottoposte continuamente e che poi ad un certo punto diventa anche però lo sguardo, il proprio sguardo, cioè lui col sguardo che si riesce a rivolgere a se stesse proprio perché è talmente tanto impattante nella società che non si può fare altrimenti.
Tant'è che una delle cose che mi è piaciuta di più di questo film e che si nota in assoluto è la regia e il montaggio.
Una regia che è fatta di primissimi piani, di dettagli, di particolari.
anche proprio di parti del corpo, del seno, dei sederi, cioè vediamo queste compilation di culi.
plasticosi, bellissimi, perfetti, finti in primo piano proprio per sottolineare quanto è costante e martellante questo tipo di rappresentazione nella nostra società.
[00:11:27] Speaker C: Certo, infatti è proprio qui che eh si va a inserire diciamo mh l'idea anche eh femminista del film perché lo sguardo per tutto il tempo è proprio quello sguardo maschile canonico che coincide proprio con lo sguardo del sistema, qua siamo appunto nel mondo dello star system, della televisione, del cinema, e proprio viene esasperato proprio per criticarlo e parodizzarlo, però appunto alla fine diventa una cosa intrinseca anche di Elizabeth e ovviamente anche della stessa Sue, cioè loro stesse hanno quello sguardo su di loro che però è lo sguardo che le sessualizza e che le vuole a tutti i costi in questo modo, e che crea anche questa competizione.
Innanzitutto, nei confronti di...
Elisabeth lotta con se stessa, cioè, infatti, sono due, perché lotta proprio...
Lei non si ama e quindi si fa del male per tutto il tempo del film, dal momento in cui proprio desidera di avere un'altra versione di sé.
Però, appunto, sono due persone, in realtà no, è una sola. Ricordati che sei una, è proprio... Ricordiamoci che è una. Ricordiamoci, esatto, è emblematico proprio, diciamo, la frase, il monito che appunto viene dato dall'azienda di The Substance, da proprio, insomma, quelli che le forniscono a sostanza.
E quindi sicuramente sì, c'è questo utilizzo delle riprese sui corpi che è la cosa diciamo che si nota di più nel film a livello proprio come scelta estetica è molto forte per tutta la durata del film. Corpi perfetti, quindi abbiamo già detto lo sguardo canonico maschile, sessualizzato, però anche Noi all'inizio vediamo anche il nudo integrale di Demimur, vediamo un corpo che è bellissimo perché è un corpo bellissimo di una donna di 50 anni e passa, però è anche un corpo che ha delle sue imperfezioni giustamente, ma come tutti i corpi non solo di 50 anni.
E questo anche mostrarsi di Demi Moore, l'offrirsi delle attrici di Demi Moore e anche di Margaret Qualley è sicuramente una cosa che è fondamentale in questo film. Cioè il loro lavoro di attrici poi per noi che guardiamo anche i nudi, ormai siamo abituati diciamo tutto abbastanza ormai scontato. Invece effettivamente nel momento in cui ti offri in questo modo e parte del tuo personaggio, anzi praticamente tutto il tuo personaggio si costruisce su questo, questa idea del corpo, del guardarsi, cioè metà del film è Demi Muro, Margaret Qualley che si guardano, loro guardano loro stesse e quindi anche quando noi vediamo le riprese da vicino nei dettagli del loro corpo e anche quasi il loro stesso sguardo su questa carne, cioè proprio questa ripresa esasperata della carne, il corpo è tutto in questo film.
Con il tuo corpo, cioè il tuo corpo ti definisce e quindi se non hai un corpo perfetto e se non dimostra anche la giovinezza che devi avere per il sistema, non sai niente. Questo è di fatto il problema da cui si parte e è il motivo per cui Demi-Moore prende la sostanza.
[00:14:49] Speaker A: Infatti, allora, è incredibile innanzitutto come un'attrice come Demi Moore si sia prestata a questo film e si sia letteralmente messa nudo.
È molto bello quello che dici perché questo film, nel riprendere il corpo di Elizabeth, è spietato.
come siamo spietati noi quando ci guardiamo allo specchio.
Perché subito vedi un bel corpo, no? Ma poi l'indugiare sui dettagli, come noi stessi facciamo lo specchio, perché noi solitamente ci vediamo più brutti di come ci vedono gli altri, perché andiamo a indugiare sui difetti che sappiamo di avere estetici.
Che magari nessuno nota.
E questo film, specialmente in quella sequenza dove per la prima volta Demi Moore si spoglia, è emblematica di questa cosa qua ed è incredibile.
Non sono d'accordo nel definirlo un film femminista, o almeno lo è nel momento in cui è un film politico, perché tutta l'arte, consapevolmente o meno, è un po' politica e quando c'è una denuncia di questo tipo diventa femminista. Però non c'è, all'interno della narrazione, all'interno del film, non c'è nessun elemento che vada contro il sistema. Ok, la stessa Demi Moore, la stessa Elizabeth è figlia di questo, di questa cosa e ci sguazza.
[00:16:11] Speaker B: Sì, cioè tu dici che non c'è nessun personaggio, che di fatto la cosa si trama. Il film in sé lo fa. Penso che appunto venga inteso in questa chiave come un film femminista, nel senso che non ha di fatto di trama e di contenuto, ha dei personaggi che appunto si attivano in quel senso, ma Di fatto, a prescindere banalmente anche dalle intenzioni della regista, in una società del genere il film si pone come tale. Come potrebbe essere per esempio La morte di Fabella, che è un film degli anni 90 che sicuramente non è stato fatto con un intento femminista.
Però 20 anni dopo prende quella vera e natura lì per come è evoluta e per come certi temi sono poi stati anticipatori all'epoca di tematiche di oggi.
[00:17:04] Speaker A: Siamo noi a dargli il significato che gli vogliamo dare, come giusto che sia, come con le opere cinematografiche e l'opera d'arte in generale.
E' un film, questo, che mi fa impazzire per il livello di dettaglio di cui è ricco.
A partire dalla fotografia iper satura, poi c'è questo corridoio dei bagni che ricorda molto quello dell'Overlook Hotel e anzi poi proprio a un certo punto c'è scritto sopra Overlook Hotel a un certo punto.
Ma anche lo stesso mi ha fatto veramente impazzire come questa sostanza arriva tramite una chiamata al telefono. Siamo negli anni 80, negli anni 90.
[00:17:51] Speaker B: Secondo me è indefinibile.
[00:17:53] Speaker C: Anche per me è temporale.
[00:17:54] Speaker B: Hanno gli iPhone.
[00:17:55] Speaker A: Ah è vero, sì.
Però comunque siamo un po' persi nel tempo.
[00:18:00] Speaker B: Anzi, molto simbolica anche questa cosa che sia temporale perché si tratta di temi che esistevano negli anni 80, negli anni 50 come esistono. Cioè, le indice queste non hanno tempo.
[00:18:10] Speaker A: E però non si perde nella banalità di fare un discorso da social network che sarebbe fin troppo di da scalico.
Quindi questa sostanza arriva, se è ordinata, e arriva in un locker che sembra quelli di Amazon e arriva in un kit che sembra quei kit fai da... cioè sembra proprio un prodotto Amazon.
[00:18:31] Speaker B: Yodo è altro packaging.
[00:18:33] Speaker A: Il packaging è proprio come quei kit mezzi cinesi che ti arrivano, non so, per crescere il tuo bonsai, ok?
Ed è proprio... cioè in questo piccolo dettaglio c'è proprio tutto il significato.
Poi ovviamente patriarcato e capitalismo, mercificazione della donna, sessualizzazione della donna al fine di vendere, si lega a tripla mandata con il capitalismo.
Cose così mi fanno veramente dar fuori di testa. Poi le scenografie sono incredibili.
Elizabeth e Sue vivono in questo appartamento bellissimo.
Adesso poi un piccolo appunto sul bagno. Cioè, vabbè, facciamola adesso.
Appartamento incredibile da 70 mila dollari a metro quadro, c'è il bagno che sembra una macelleria.
[00:19:26] Speaker C: Però sembra una macelleria a senso. Oppure una cella frigorifera. Cioè, anzi, è proprio bello questo dettaglio. Ovviamente è una licenza poetica, perché nella realtà è un appartamento del genere, il bagno non credo che sia così. Però, invece... Devi muoverci e mandaci la foto indietro. Vogliamo la foto del bagno.
[00:19:44] Speaker A: Poi l'altra licenza poetica che a un certo punto Elisabeth si mette a costruire, o anzi addirittura su, si mette a costruire una stanza ricavata da uno spazio vuoto, non si sa come, non si sa perché, ma con un lavoro di carpenteria, cioè lei fa sta porta con le con le mappe a scomparsa, che si chiude a filo del bagno, ma che neanche 20 muratori bergamaschi con il massimo della loro abilità riuscirebbero a fare, lei da sola con due chiodi e due cacciaviti, vabbè.
[00:20:16] Speaker B: Ma questo lo dici per caso perché è una donna e quindi non ci si aspetta.
[00:20:19] Speaker A: No, no, no, ma anche se fosse un uomo, anche se fosse un uomo.
Sì, sì, poi chiaramente, mettici anche che una donna è impossibile che la faccia...
[00:20:28] Speaker C: Appunto, però mettiamocelo... No, sì che è.
[00:20:31] Speaker A: Vero, qua non c'è stereotipo che tenga.
[00:20:33] Speaker B: No, no, sia per un uomo che per una donna.
[00:20:34] Speaker A: No, no, me lo aspetterei più da.
[00:20:36] Speaker C: Un uomo che da una donna.
[00:20:37] Speaker A: Venite a noi a così fingere, se.
[00:20:39] Speaker C: Riuscite a pentare un chiodo. È comunque una modella, un'attrice di vent'anni ha le capacità di fare la... cioè nella sua vita precedente cos'era?
[00:20:45] Speaker A: Un carpentiere? No, io sono contro gli stereotipi di genere, tra l'altro anche questo.
[00:20:50] Speaker C: Cioè, no, sì, quella è una licenza poetica totale e comunque per ritornare un attimo all'ambiente che poi è, diciamo, lo spazio principale in cui succedono le cose. Poi sì, ovviamente c'è anche lo studio televisivo che è un altro, un altro, diciamo, delle location principali della vicenda. Però l'appartamento ha uno spazio importante perché è nell'appartamento anche che si incontrano, cioè che si ritrovano i due corpi.
E è molto bello, è molto interessante il fatto che appunto ci sia questa estetica anni 80. Ci sono tanti riferimenti, l'abbiamo già detto, anche al cinema, a Kubrick, un po' questo citazionismo che è quasi più così estetico, non è che abbia tutto questo, come dire, valore, però ci piace.
[00:21:40] Speaker A: Beh, c'è comunque, poi c'è tutto Carpenter.
[00:21:44] Speaker B: C'è The Twilight Zone.
[00:21:46] Speaker A: C'è Tsukamoto, ma c'è anche Gaspar Noè nei titoli, nei frame in cui appare.
[00:21:53] Speaker C: E' verissimo. Ci sono tanti riferimenti, per esempio quello che mi è subito saltato diciamo alla mente come immagine quando c'è Demi Moore al telefono L'illuminazione, esatto, ricorda proprio Lynch, Lost Highway, Strade perdute. Quindi sì, c'è questo amore per il cinema, omaggiare soprattutto poi quel cinema iconico cult degli anni 80-90, però siamo comunque in un periodo, cioè, a temporale, hanno gli iPhone, siamo in questo momento, così, questa dimensione temporale senza un, diciamo, non codificata e questo è sempre molto interessante perché appunto gli anni 80 sono un po' il simbolo cioè di quel periodo anche appunto Jane Fonda che faceva l'aerobica e tutte le let's get physical cioè tutte queste cose derivano da quel periodo forse oggi non ci sono così tanto ma oggi però comunque la riflessione la possiamo fare nei confronti magari non più tanto della televisione ma dei social o comunque in generale.
La domanda che io mi sono posta, non so voi è, io ho pensato ma per quanto riguarda lo sguardo sessualizzato canonico maschile del personaggio di Dennis Quaid è appunto esasperato e sicuramente rappresenta tanto un po' quel quell'uomo che si occupava di televisione negli anni 80, 90 o anche 2000. Non sto dicendo che ora, cioè non sto dicendo che ora sia tutto cambiato, però ho pensato ma è ancora così attuale il fatto che una donna a 50 anni si senta così brutta come Demi Moore? Per un attimo all'inizio del film ho detto forse, sicuramente ancora è un tema importante, però forse non è così tragica la situazione attualmente. Poi invece ho cambiato idea, ho pensato invece no, cioè è cambiato probabilmente nel film proprio perché c'è questo tema della televisione, delle star, delle attrici, forse ci ricorda quasi di più la tv di dieci anni fa, il cinema, la tv del passato, però in realtà la riflessione sul non amarsi e sul sentirsi orribili solo perché appunto hai il corpo che ti definisce, la tua immagine è ancora più che mai attuale proprio nel mondo dei social, nel mondo digitale in cui viviamo.
E il problema è che al giorno d'oggi non è solamente probabilmente una Demi Moore di 50 anni a sentirsi brutta, ma tutti, c'è anche una ragazza di 16 anni magari.
[00:24:27] Speaker B: Tant'è che ad un certo punto persino la stessa Sue per amerà una sorta di versione migliore di se stessa. Anche questo fa molto riflettere, come fa a riflettere il fatto che comunque per in un qualche modo rendere il corpo di una bellissima Margaret Qualley ancora più perfetto siano state utilizzate delle protesi anche al seno, quindi questa cosa qui io l'ho trovata molto interessante e paradossalmente crea proprio un doppio livello di significato senza farlo apposta molto bello.
E io vorrei aggiungermi in parte quello che hai detto tu, soprattutto del personaggio di Harvey, se non sbaglio, perché io ho recuperato, ammetto solamente da poco, il film precedente di questa regista che è Revenge, e io ho adorato il fatto che nonostante la regista abbia fatto due film e un paio di cortometraggi prima, abbia già una poetica chiarissima.
Perché che non vuol dire che ripete macchinosamente delle cose, ma che proprio sono delle cose che a lei piacciono, che fa sue a livello proprio di approccio artistico e che quindi le ripropone.
Per esempio ritornano in entrambi i film, quindi sia su Revenge che su The Substance, ritorna per esempio, soprattutto sempre e solo nella prima parte del film, la metafora dell'insetto. Su Revenger abbiamo questa mela che marcisce con una formica, in questo caso vediamo il bicchiere di champagne o comunque di vino con una mosca, sempre come metafora, come una sorta di avvertimento, perché lo vediamo sempre nel primo film, quindi come un avvertimento che sta per succedere qualcosa alla protagonista. Così come anche su Revenger ritornano i primissimi piani, i dettagli sulle bocche che masticano, che fagocitano, proprio per dare l'idea della ferocia anche della...
proprio della brutalità dell'uomo, di un certo tipo di uomo quando guarda una donna.
E una cosa che mi ha fatto impazzire è il fatto che sia su Revenge che su The Substance, quando la protagonista si trasforma, quindi che c'è un momento in cui su Revenge diventa un'assassina, tra virgolette, dopo essere appunto stata violentata, e invece su The Substance diventa appunto la versione migliore di sé, abbiamo sempre questa camera roteante dal basso verso l'alto a effetto videogioco, cioè come se lei proprio...
cioè come a sottolineare il fatto che lei è il prodotto di quello che è successo e quindi te lo faccio vedere per bene, quasi come se fosse proprio un personaggio di fight da scegliere su un videogioco. e questa cosa qua mi è piaciuta veramente tanto e mi ha incuriosito talmente tanto che ho intenzione di seguire davvero ogni uscita di questa regista perché veramente c'è Revenge già molto bello, con The Substance per ora si è superata.
[00:27:21] Speaker A: Poi, l'utilizzo poi... Allora, questo è un film da vedere al cinema perché c'è un lavoro sull'audio che è incredibile.
Tu hai menzionato la gente che mangia, a un certo punto c'è proprio...
c'è tutta quella che è carne, che sia un gamberetto, che sia un culo, ha anche con sé un suono che è veramente...
Abbiamo visto tante volte l'horror essere associato al cibo, però fa veramente schifo. Questo non è un film che fa paura, ma è un film che fa schifo.
[00:27:55] Speaker C: Crea disgusto.
[00:27:56] Speaker A: C'è un lavoro sul sound design.
Vi dico di andare al cinema perché voi a casa il film ve lo guardate se va bene con le cuffie, se va male con la televisione.
Al cinema il sistema dell'audio è diviso tra le casse laterali, una cassa dietro lo schermo e un subwoofer. In questo film la musica e il suono dalla cassa da dietro lo schermo sono pompati ai pazzi. Infatti è travolgente il modo in cui ti arriva il suono in faccia, ok? E quindi questo masticare ti mastica la faccia, cioè quando Harvey mastica ti sta masticando la faccia, quando c'è la musica sono schiaffi, non sono bassi, ok? Quindi questo fatevi veramente, fate lo sforzo di andare in Stabilindis alla cinematografica e vedrete che ne varrà la pena.
[00:28:45] Speaker C: Ne varrà la pena e come, perché tu ti senti veramente avvolto da questo suono.
e il parallelismo col cibo è molto interessante. In questo film c'è tantissimo e appunto c'è questo senso di disgusto.
Il sonoro aiuta proprio a creare ancora di più questo disgusto che poi però alla fine è il disgusto nei confronti anche di questa esasperazione della carne. perché sicuramente c'è il disgusto quando c'è Harvey che mangia o per esempio tutte le cose legate al cibo e quello è un tipo di discorso però personalmente anche questa esasperazione dei corpi anche perfetti delle ballerine e di Margaret Qualley quindi di su anche quello per me a un certo punto diventa un po' disgustoso un po' cioè che ti va a turbare perché è esasperato e quindi per me in questo senso potrebbe essere un film femminista, appunto non nel senso perché i personaggi si vogliono ribellare, sono delle eroine femministe, ma questo alla fine sarebbe un altro tipo di film, è più sottile, cioè è proprio il fatto di questo sguardo esasperato alla fine in un certo senso ti può scuotere, ti può anche un po' disturbare, disgustare proprio però lo sguardo canonico, sessualizzato, maschile e quindi in un certo senso è come se la regista dicesse però alla fine questo esasperare il corpo porta a un disgusto assoluto, anche un corpo bello.
[00:30:20] Speaker A: No, infatti posso garantirvi da amante del genere che Questo non è un film erotico.
Non da amante del genere erotico, da amante del corpo femminile.
[00:30:33] Speaker B: Amante della patong.
[00:30:35] Speaker A: E questo non è un film erotico, non lo è praticamente mai, forse all'inizio può darti quell'idea, ma dal momento in cui appunto c'è questa freddezza quasi nel guardare anche una ragazza stupenda che balla.
Tant'è che questo è, diciamo, uno sguardo maschile ma, non so come dire, sublimato nella concezione appunto fagocitativa, super aggressiva dello show, dello spettacolo o comunque dei media, ok? Perché non penso... cioè, se un maschio guarda in quel modo una femmina nella vita reale è malato, nel senso... cioè, vi garantisco che non siamo così.
Perché non è mai erotico, cioè non ha mai un'accezione erotica, è disgustoso quasi.
[00:31:41] Speaker B: Soprattutto è interessante che innanzitutto è un film con due protagonisti femminili e non c'è una scena di sesso e questa cosa secondo me è molto interessante perché nuova, cioè un po' inaspettata soprattutto per il tipo di film, per questa insistenza sui corpi è quasi strano ed è quasi più strano trovarlo strano che non il fatto che non ci sia una scena di sesso ma poi anche questa cosa che l'erotismo non c'è è proprio sottolineata dal fatto che l'unica scena quasi di sesso che abbiamo ti viene completamente fatta scendere da una cosa stile Body Horror che succede.
[00:32:25] Speaker A: Da uno zaino che si apre.
[00:32:26] Speaker B: Anche questa decostruzione è interessantissima. In più, questa cosa che dicevi tu Bea, delle inquadrature sui culi, sui corpi che insistono e che fanno, quindi creano questo cortocircuito dove diventano, cioè ti creano repulsione invece che attrazione, È un po' come quando ripeti il tuo nome tantissime volte e perde completamente di significato, all'inizio perde di significato e poi diventa una parola strana e dici...
Eh? Che parola è? Ed è come se mi avesse dato lo stesso identico effetto, cioè io dopo un po' veramente mi sono sentita schiacciata da questi culi e non nel senso, beh, non nel senso bello dell'immagine, cioè come vorrebbe Luca, ma veramente tanto schiacciata e la cosa che mi dispiace ammettere però è la verità e il cambiamento parte dall'autoanalisi e dalla consapevolezza, quindi diciamolo, Io stessa, ad un certo punto, volevo vedere solo Sue. Io ad un certo punto non vedevo l'ora che Demi Moore finisse la sua settimana, quindi finisse il suo tempo in scena e potessi finalmente vedere Sue, perché io volevo vedere Sue, perché Sue è bellissima, è perfetta, la adoro vedere in scena, è un po' come quando da bambina passavi le ore su Google a guardare le immagini promozionali di magari serie o film di Disney Channel dove vedi le tue idole che sono così belle, cioè io volevo sempre solo vedere su e il punto è che questo mio pensiero è esattamente il bias di cui, cioè su cui ruota tutto il film.
[00:34:14] Speaker A: E.
[00:34:16] Speaker B: Ed è stato veramente potente, perché io lì per lì, ad un certo punto, dicevo, basta, dov'è Su? Cioè, io voglio vedere Su, voglio vedere quanto è bella, voglio vedere come la vestono, voglio vedere... vabbè, un po' anche perché comunque a livello di costumi, di make-up, cioè, il film è bellissimo, quindi ok.
Però proprio mi sono resa conto che era proprio una sorta di misoginia nei termini in cui l'abbiamo definita prima, proprio...
intrinseca, cioè proprio interiorizzata, cioè io non volevo vedere sullo schermo Demi Moore. Per quanto bella, se tu la metti in paragone con Sue, cominci a vedere tu stessa Demi Moore brutta esattamente come lei inizia a vedersi brutta e quindi questo film ha veramente la capacità di creare dei layer di significato e di introspezione, di autoriflessione che sono veramente interessantissimi e che per me lo rendono, e penso anche per Luca da quello che ci siamo detti da quello che gli ho regalato ieri, il film dell'anno.
[00:35:20] Speaker A: Se la gioca, se la gioca.
[00:35:21] Speaker C: Allora, per me film dell'anno non lo so, ci devo pensare ancora un attimo ragazzi, calma. Però voi vi siete subito buttati su questo giudizio.
[00:35:30] Speaker B: Ci sta, ci sta. È bello avere opinioni diverse come la puntata di Megalopolis.
[00:35:34] Speaker C: Ma esatto.
Ma è anche bello avere l'opinione a caso. Ragazzi, poi, cioè, prima che abbiamo parlato delle borse, adesso io c'ho stotarlo che Coppola non ha fatto la borsetta di tela con sopra Caesar Catilina sulla borsa. Non c'era più una lira, povero Cristo.
[00:35:52] Speaker A: L'ha speso tutto.
Per il cachet di Adam Driver.
[00:35:56] Speaker C: Peccato, sì, ma poteva toglierne un po' per i gadget. No, comunque, sì, è un film che è potentissimo. Ora non so se dire fin dell'anno per me personalmente, ma comunque uno dei fin dell'anno sicuramente.
E quindi c'è questa freddezza, come abbiamo già detto, della ripresa del corpo per cui sì, cioè, è una ripetizione continua di questa bellezza di Margaret Qualle, in questo caso perché è lei la versione migliore di te stessa, ma questa ripetizione svilisce tutto, svaluta tutto così come il consumo, così come questa fame dello star system che è quantità ma non per forza è qualità, infatti poi si finisce in un una reazione quasi di repulsione per tutta questa bellezza e questa perfezione del corpo e questa è già una riflessione interessantissima insieme alle altre mille che scatena il film come appunto anche il fatto che di questi canoni di bellezza di questi di queste etichette alla fine giovane uguale bello oppure vecchio uguale brutto e così via questi canoni di perfezione, forse Demi Moore ne ha bisogno, non riesce a slegarsi da questi e forse un po' tutti, ancora oggi e in futuro ancora di più, ne saremo legati in parte. Per me, ti dico, Demi Moore è più interessante, cioè io invece ero molto attratta da lei, quando si trasformano diciamo, un po' meno, però quando è ancora appunto la Demi Moore di 51 anni semplicemente insicura di se stessa, ma quella scena in cui si prepara per andare all'appuntamento, cioè io non avrei mai voluto smettere di guardarla perché l'ho trovata stupenda.
[00:37:40] Speaker B: Dolorosissima.
[00:37:41] Speaker C: Dolorosissima, è quello secondo me oggi l'idea che un po' vuole anche essere ribadita in questo film è che forse la bellezza è anche qualcosa di alla fine molto piatto e qualcosa di più doloroso che possiamo vedere in un viso come una ruga, un'espressione di malinconia già ci turba. Invece l'espressione sempre sorridente perché tu devi sempre sorridere visto che sei una bella ragazza, questa cosa viene detta Margaret, l'espressione di su invece è riposante però è insomma è un po' questo quello che secondo me alla fine ci vuole dire il film.
[00:38:18] Speaker B: Sì, in più è anche interessante, poi voglio sapere, visto che stiamo entrando nel discorso scena finale, visto che non l'abbiamo visto insieme, voglio sapere che cosa ne pensate, come l'avete trovata.
Però prima volevo semplicemente fare questo appunto, perché io ho trovato anche interessante il fatto che nella scena finale, ad un certo punto, non facciamo spoiler però, ci sarà una situazione tale per cui ci sarà del pubblico, e tra il pubblico troviamo una bambina che piccola, avrà neanche dieci anni, che è vestita esattamente come su, naturalmente non la su del programma della mattina con il body attillato, ma anche se la bambina avesse avuto indosso quel body non sarebbe stato così distopico, anzi. Ma ha appunto un vestito comunque da principessa che aveva su eccetera E a me quella scena è veramente un'inquadratura velocissima, cioè noi questa bambina la vediamo per due minuti neanche, però a me ha fatto venire i brividi perché mi ha fatto rendere conto di degli esempi con cui, io parlo delle ragazze naturalmente nel mio, con cui le ragazze crescono.
e questa cosa e poi ancora perché si ritorna al discorso che la regista è stata bravissima a creare più layer di significato è molto interessante questo riferimento secondo me magari non è stato voluto però a me ha ricordato moltissimo Cenerentola anche un po' questa cosa che ritorna al discorso della mezzanotte con appunto il capodanno se avete visto il film sapete di cosa sto parlando del fatto che lei ad un certo punto deve ritornare in un determinato posto perché altrimenti torna la persona che era prima a questo vestito molto disneyano, cioè è una cosa che a maggior ragione legata all'inquadratura della bambina proprio crea questo collegamento tra idoli ed esempi anche morali purtroppo per fortuna con cui crescono le bambine e naturalmente gli esempi in assoluto e gli idoli in assoluto delle bambine, almeno all'epoca, che sono appunto le principesse Disney, che tendenzialmente sono belle, candide, perfette e tendenzialmente passive.
Quindi questa cosa l'ho trovata molto molto molto interessante.
[00:40:38] Speaker A: Prima di arrivare al finale c'è ancora una questione che volevo sollevare sulla sostanza.
Perché c'è anche il tema della dipendenza da una sostanza.
e anche, se vogliamo spingerlo ancora oltre, dalla dipendenza da un'altra persona. Perché Elisabeth rimane sempre la stessa persona. Elisabeth è anche su. Nonostante uno provi a pensare al contrario, è sempre lei.
Quando è che una dipendenza nuoce a una persona? Quando quella persona non è in pace con se stessa.
Quando quella persona si odia.
E questo vale per il gioco d'azzardo, per le droghe.
Per le persone.
Per essere in una relazione.
Prima di amare una persona devi amare te stesso, altrimenti Cosa succede?
Che tu fai del male consapevolmente a o a te stesso, nel caso delle dipendenze, o un'altra persona. Se è consapevole di fare del male, ne soffri e continui a farlo.
Quindi c'è tutto questo layer su quella che è la dipendenza.
che è incredibilmente poetico per come è messo in scena perché Elizabeth arriva a farsi del male fisico consapevole, a picchiarsi, a violentarsi, a deformarsi.
Abbiamo visto l'anno scorso un film simile nel concetto sempre distribuito da Mubi che era Sick of Myself Anche lì si ritorna al body horror e si ritorna alle sostanze che ti deformano per colmare un vuoto interiore.
[00:42:40] Speaker B: Sì, che poi è anche interessante questo parallelismo che tu hai fatto con Sick of Myself, perché io poi l'ho visto solamente una volta, quindi magari non sono precisissima nel dire questa cosa, però su Sick of Myself, cioè, parlano, diciamo, della stessa cosa, però hai due poli opposti, nel senso che la protagonista di Sick of Myself è talmente tanto piena di sé che fa il giro e alla fine non è mai soddisfatta.
Invece Demi Moore è talmente tanto insoddisfatta di se stessa che poi alla fine finisce... però poi alla fine, esattamente come la protagonista di Sick of Myself, finisce per autodistrugger. Quindi molto interessante. Recuperatelo quel film, perché è molto bello.
[00:43:20] Speaker A: Su Mubi, su Mubi.
[00:43:21] Speaker C: Quindi questa è una puntata partnership con Mubi. Magari. Però sogniamo. Esatto, noi siamo qui.
Sì, è un film anche proprio sull'autodistruzione.
La domanda è vorresti una versione migliore di te stessa? Un'altra domanda potrebbe essere quanto sei disposto a fare, a farti del male per arrivare a quella versione? E tutto nasce, perché è proprio la cosa più banale del mondo, è banale ma è veramente difficile diciamo comprenderla e approfondirla perché non ci siamo e quindi è tutto parte da lì.
[00:44:00] Speaker B: Poi posso dire cioè fare questo piccolo momento confessione cioè a forza di vedere su scusate, in silenzio riflessivo, meditativo, ma al cinema, non so se perché ero stanca, era tardi, era magari fragilina, non lo so, però, cavolo, tutte queste inquadrature sul corpo perfetto di su mi hanno fatto pensare, cazzo, ma perché io non ho un fisico perfetto così?
E questa cosa qui è stata terribile in quel momento, perché poi mi sono dovuta autoricordare che A sono pure io una gran figa, B che il corpo di Sue che sto vedendo non è reale, cioè non è nemmeno quello dell'attrice che la interpreta, quindi però me lo sono dovuta dire, cioè davvero molto interessante.
[00:44:57] Speaker C: Penso che sia automatico. chiederselo, cioè più che chiederselo pensare un attimo aspetta ma il mio corpo in confronto al suo come cioè è una mini domanda automatica poi non ha neanche.
[00:45:06] Speaker B: Nei cioè nel senso che i nei non sono cioè tendenzialmente non sono un difetto però anche lì è interessante perché nelle prime scene dove vediamo Demi Moore nuda vediamo questa inquadratura della sua pancia direi che si sfiora questi nei un pochino grandi e poi vediamo che la stessa identica inquadratura viene fatta sulla pancia di su che è liscia non ha neanche un neo cioè se persino Immacolata. In una società in cui persino un neo viene percepito come un difetto, si può davvero biasimare la scelta fatta da Elizabeth? Naturalmente non è condivisibile, proprio perché a maggior ragione il film ce ne mostra i riscontri negativi, però io la capisco, cioè non è da biasimare.
[00:45:48] Speaker A: Allora, salutiamo chi non ha ancora visto il film, perché nonostante non faremo spoiler durante il finale, sì, ma comunque, ciao, andate, godetevi il film e fatevi travolgere dal finale.
[00:46:02] Speaker C: Arrivederci.
[00:46:03] Speaker A: Brevissimamente, perché tra venti minuti il mio professore mi aspetta per discutere di cose riguardanti la tesi, arriviamo a questo finale.
questo finale che sbraga un parossismo di carne, violenze, sangue, un'esplosione di rabbia nei confronti della società che ha creato questa mostruosità che è quello che diventa su, dopo che prende per la seconda volta Non riesco a non dire la sostanza.
[00:46:39] Speaker B: Cioè è da due mesi che lo chiamiamo la sostanza.
Cioè io lo chiamo così solo perché.
[00:46:44] Speaker A: The substance faccio fatica a dirlo. E diventa un agglomerato di schifo.
[00:46:50] Speaker B: Di cose.
[00:46:51] Speaker A: Che esplode.
[00:46:52] Speaker B: Ha finalmente le tette al posto del naso, un po' come ci veniva suggerito.
[00:46:56] Speaker C: Meraviglioso, meraviglioso.
[00:46:57] Speaker B: Da quegli due stronzi lì del provino.
[00:47:01] Speaker A: Cosa... io l'ho adorato. Io l'ho adorato perché è veramente un climax, è veramente un urlo, è veramente una cosa violenta. Io adoro i finali che sbragano.
Cioè, c'è un film... Allora, facciamo così, vi spoilerò il finale, ma non vi dico che film è, così non è uno spoiler. È un film rumeno.
No, cosa ridi? Guarda che il cinema rumeno è incredibile.
[00:47:23] Speaker C: No, no, ovviamente no. Io rido, ma perché dico, cioè, meraviglioso Luca che c'ha la borsa di Mubici, cittacinema rumeno.
[00:47:32] Speaker A: Basta, basta che devo andare.
Dove praticamente viene fatto un processo a questa donna e a un certo punto il finale è questa donna che decide, fa comparire, è un film totalmente realistico, fa comparire una macchina di deal di gigante e incula tutti fisicamente quelli che le stanno facendo un processo.
[00:47:51] Speaker B: Forse ho capito che film è, però non mi ricordo il titolo, in ogni caso non ve lo direi.
[00:47:55] Speaker A: È un titolo lungo.
[00:47:56] Speaker B: Io comunque, per unirmi a te, perché forse magari Bear si discosta un po', però quindi per chiudere questa opinione qua, a me il finale è piaciuto molto.
Però posso capire che possa essere percepito in modi diversi, nel senso che mi rendo conto che per com'è fatto tocca talmente tanto livelli alti di grottesco che da alcune persone può tranquillamente e giustamente essere percepito come più comico.
Io invece l'ho percepito molto triste, cioè a me veramente su Elisabeth, mostro Elisa su, mi ha proprio spezzato il cuore, cioè lei mi ha veramente spezzato il cuore con questo vestito blu, lei che trova comunque il coraggio di uscire di casa, di presentarsi, cioè mi ha veramente veramente veramente spezzato il cuore e tutto quello che succede poi vaffanculo se lo meritano, vaffanculo.
[00:48:47] Speaker A: Poi riprende anche appunto il gobo di Notre Dame, riprende Elephant Man, Frankenstein Junior.
[00:48:57] Speaker B: Carry lo sguardo di Satana, però cavolo, c'è le pareti ricoperte di sangue.
[00:49:03] Speaker C: Poi anche un po' queste pareti ricoperte di sangue alla Shining. Ci sono, l'abbiamo già detto, un sacco di cheat, di omaggi. Ma tu beh, al finale ti è piaciuto. Allora, no, appunto, per concludere...
Sul momento era un po' troppo sbragato per i miei gusti perché capivo l'intento, però poi la percezione anche proprio da spettatrice era un po' ok e tanto grottesco, però... Sì, ti deve piacere il genere, penso.
che non è proprio la mia passione però comunque assimilandolo e riflettendoci anche in questo modo più malinconico doloroso come hai appena detto tu cioè non poteva essere diverso cioè alla fine mi è piaciuto come scelta anche che fosse così straripante in tutti i sensi e quindi magari un po' tirata per le lunghe per i miei gusti tutta quella parte lì.
[00:49:55] Speaker B: Però sono d'accordo sul fatto che è.
[00:49:57] Speaker C: Molto dilatata l'ultima parte. Era un po' splatter, cioè tu prima hai giustamente da esperta, hai un po' fatto la differenza tra body horror e splatter, cioè uno è più fine a se stesso. Il finale però è proprio splatter, ma l'ultimissima inquadratura che ovviamente non sveleremo, quella lì, cioè proprio sono volata nell'iperuraneo perché.
[00:50:21] Speaker B: Quella lì è eccezionale.
Che bello quando tutto si chiude dove è iniziato, io vado matta.
[00:50:28] Speaker C: Quella è proprio l'ultima inquadratura eccezionale.
[00:50:30] Speaker A: Pensi che il finale sia arrivato a un certo punto fino a finisca e invece va oltre e poi pensi che sia arrivato al punto e invece va ancora oltre e poi è oltre, oltre, oltre, mentre questa puntata è finita.
[00:50:41] Speaker B: Arrivederci. Tante volte quello che tu hai appena detto, tante volte in un film non mi piace, invece in questo caso mi è piaciuto tantissimo, cioè aveva senso che fosse dilatato. Sì, come sto inutilmente dilatando il finale di questa puntata.
[00:50:54] Speaker A: Prof, sto arrivando.
Vi ringraziamo per averci ascoltato, per averci accompagnato in queste 40 puntate, ne arriveranno altre 40, 100, 200, speriamo.
[00:51:03] Speaker C: 100 di queste puntate.
[00:51:04] Speaker A: 100 di queste puntate. Bellissimo film. Correte al cinema, è una stagione incredibile per andare al cinema.
Uno perché piove, fa freddo.
[00:51:12] Speaker C: E poi sì, si recuperano i film di Cannes.
[00:51:14] Speaker A: Stanno uscendo film fighissimi.
[00:51:17] Speaker B: Anche perché quando uscirà questa puntata, il film sarà ancora in sala. Quindi mi raccomando, se ci sentite tutti presi di fretta perché volevamo registrare la puntata la prima possibile proprio per consigliarvi caldamente di andare in sala, quindi andate. Come vi consigliamo caldamente? Di seguirci su Instagram e TikTok, Cinema Underscore Passengers, di ascoltarci su tutte le piattaforme streaming tipo Spotify, eccetera, eccetera, eccetera.
[00:51:42] Speaker A: Campanelline, recensioni positive, commenti, tutte le cose.
[00:51:45] Speaker B: Ma queste cose se siete al quarantesimo episodio le sapete. Vi salutiamo, tanti bacioni, buon Halloween e alla prossima puntata.
[00:51:52] Speaker A: Ciao!