Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Ti taglio le mani. Giuro che ti taglio le mani.
[00:00:03] Speaker B: Vabbè, adesso c'è che...
Sono la best bitch ever.
[00:00:07] Speaker A: Allora.
[00:00:08] Speaker B: Secondo me Coppola si è ascoltato Best Bitch Ever di Anna.
[00:00:11] Speaker C: Sicuro.
[00:00:11] Speaker B: Quando ha montato Megalovania.
[00:00:13] Speaker A: Secondo me Coppola è il capo delle baddies.
[00:00:16] Speaker B: Signore e signore, benvenuti a bordo. Noi siamo Diletta Culla, Beatrice Vigorita e Luca Mignacco. E questo è Cinema Passengers.
[00:00:24] Speaker A: Iniziamo.
[00:00:44] Speaker C: Ed eccoci qui, oggi finalmente si parla di un film molto atteso, l'ultima fatica del grande Francis Forcoppola, Megalopolis.
[00:00:53] Speaker A: Io non ne voglio parlare.
[00:00:54] Speaker C: E Luca non ne vuole parlare.
[00:00:55] Speaker B: Neanche io.
[00:00:56] Speaker C: Neanche dire.
[00:00:57] Speaker B: A me è piaciuto però... A me no.
[00:01:00] Speaker C: Non riusciamo a parlare, cioè è proprio, è stata un'esperienza che ancora non riusciamo a metabolizzare, la metabolizziamo facendo questa puntata del podcast.
[00:01:10] Speaker A: È praticamente una terapia.
[00:01:12] Speaker C: Sì, esatto, terapia di gruppo.
[00:01:14] Speaker B: Vedete la magia di Coppola, cioè che tu lo abbia amato o che tu lo abbia odiato, comunque non ne vuoi parlare, cioè quindi mette tutti d'accordo.
[00:01:23] Speaker C: Non sai con quali parole parlare di quello che ha creato, cioè hai detto bene, magia di Coppola. Io sono più, diciamo, Tim Luca Cioè, appena finito il film eravamo...
cioè che non capivamo bene che cosa avevamo visto, però forse diciamo che ci è piaciuto nel complesso. Cosa dici, Luca?
[00:01:41] Speaker B: Vabbè, vabbè, ma prima di parlarne bene, bene, bene... Luca, sinossi.
[00:01:45] Speaker C: Subito così, aspetta. Così, debolto. Facciamo una premessa.
[00:01:51] Speaker A: Facciamo una premessa, esatto. Cioè, le nostre... È un film che Coppola voleva fare da 25 anni.
[00:01:56] Speaker C: Di più.
[00:01:57] Speaker A: Di più di 25 anni, però la produzione è iniziata da circa 25 anni. E quanti anni ha adesso Coppola? 85. 85, ne aveva 60 quando è iniziato e si è guardato un po' attorno e ha detto, boh, i miei figli sono piazzati, stanno bene, hanno avuto la loro carriera.
Io inizio ad avere una certa età e centinaia di milioni di dollari in banca e sai cosa dice? Io mi produco il film che voglio produrmi e se Hollywood non me lo finanzia, sticca, se tanto non me li porto nella tomba. E questo è stato proprio lo spirito con cui Coppola si è approcciato a questo film che voleva essere per lui la sua opera magna, cioè il suo testamento al cinema e alla società.
E quindi si è lanciato in questa produzione che è appunto autofinanziata, si parla di più di 120 milioni di dollari per la sua produzione, di questa opera gargantuesca, non saprei come definirla.
La storia di questo architetto, visionario, inventore, fisico, chimico, vincitore di un premio Nobel quindi o per la fisica o per la chimica, tale Catilina che a New Rome, questa New York reinventata come l'antica Roma, si scontra con il potere di Cicerone, del sindaco Cicerone, interpretato da Giancarlo Esposito. Questo scontro di idee si intreccia nelle vicende di questa società al collasso, di questa città che si regge sulle sue ceneri praticamente.
La trama di Megalopolis è difficile. C'è gente che tromba.
[00:03:42] Speaker C: Esatto, c'è tutto, cioè i classici in realtà.
[00:03:44] Speaker B: Buchi di Teama, non dovete spiegazione a nulla, è un po' così complicato, un po' dadaista ecco, mettiamola così.
[00:03:53] Speaker C: Cioè è un omaggio a tutti i tipi di arte, al kitsch innanzitutto, in primis all'estetica kitsch, però è impossibile non pensare a tutti i riferimenti legati, storici legati appunto all'antica Roma, alle citazioni, al citazionismo che c'è dentro questo film, cittazionismo.
[00:04:10] Speaker A: Poi preso anche in giro dalle stesse citazioni del film, quindi è un film, allora premessa, è un film estremamente complesso, pieno, pieno di tematiche, pieno di attori, pieno di colore, pieno di strutture, di scenografie, effetti speciali, effetti speciali digitali o fisici.
È un film che corre, che spesso inciampa, è un film che dice un sacco di cose, ne fa arrivare poche, ma quelle che fa arrivare sono incredibili.
È un film tanto, cioè non so come dire, io lo definirei anche brettiano proprio per il suo carattere epico, per il suo carattere sociale, per come si... è anche come destruttura anche lo stesso concetto di cinema a un certo punto.
[00:04:55] Speaker C: Verissimo, è incasellabile da questo punto di vista, cioè è veramente strabordante ed è... e poi nel suo essere così complesso, così ricco, così barocco e estremamente kitsch perché poi c'è proprio... cioè ci sono varie estetiche, però quella che domina è proprio un'estetica kitsch che si rifà appunto anche a tutto quell'oro dell'antica Roma, cioè a questo... questa patina dorata, questa fotografia che va sempre sul giallo, sull'oro, questo bordeaux, i costumi anche.
[00:05:27] Speaker B: Sì, sembra tutto un enorme ristorante all you can eat giapponese.
Di Las Vegas. Tutto pacchiano.
[00:05:34] Speaker C: Sì, tutto pacchiano.
[00:05:35] Speaker B: Neanche Las Vegas, Atlantic City.
[00:05:39] Speaker C: Una sfumatura più kitsch.
[00:05:40] Speaker A: Abbiamo il cyberpunk, abbiamo lo steampunk, Coppola ha inventato il classic punk. C'è questa commissione tra appunto estetica neoclassica che purtroppo impregna l'architettura americana, fa schifo, mischiata appunto anche con l'estetica anni 70, cioè i veicoli sono della New York.
[00:06:07] Speaker C: Anni 70, È un vero pastiche, c'è di tutto e di più.
[00:06:13] Speaker B: Sì, diciamo che è un minestrone di roba non passato troppo bene. Questo film ci sta facendo creare delle metafore incredibili che secondo me funzionano di più di quelle che lui ha cercato di portare sullo schermo purtroppo.
Secondo me questo film è un film bellissimo e terribile allo stesso tempo.
Bellissimo perché è trash e quindi se lo guardi in questa chiave ti intrattiene tantissimo. Io mi sono divertita molto guardandolo.
Però penso che sia anche bellissimo perché si basa, secondo me, su una sceneggiatura o comunque su un'idea che poteva essere veramente tanto vincente.
Infatti, penso che tutto il mondo che lui ha creato e la lore sia veramente interessante e anche diversa rispetto alle solite cose che vediamo, soprattutto negli ultimi anni, dove bene o male un po' ritorna sempre questa estetica e questa storia alla Blade Runner.
Basti pensare Dune o tantissimi altri film, tipo mi viene in mente banalmente Uglies, questo film terribile prodotto da Netflix uscito negli ultimi mesi che però ti fa capire benissimo che bene o male si va sempre a toccare certe tematiche, certi mondi distopici.
Invece secondo me l'idea di base era fantastica e tant'è che uscita dal cinema la prima cosa che ho pensato è stata che se questo film fosse stato un romanzo a livelli proprio del Signore degli Anelli, cioè un romanzo lunghissimo, sarebbe stato uno dei romanzi più belli secondo me mai scritti.
Penso semplicemente che ci sia stato un problema di traduzione proprio, di trasposizione da un medium all'altro.
Penso che quello che abbiamo visto non fosse proprio al 100% quello che Coppola voleva che alla fine fosse il film.
Penso che semplicemente ad un certo punto non è stato in grado, forse, di gestire un universo e una storia veramente tanto complessa che ha creato, a maggior ragione perché ci ha dedicato un sacco di anni della sua vita, quindi io mi immagino me stessa quando io scrivo banalmente tesine per l'università e ci rimetto le mani ogni giorno, aggiungo sempre qualcosa, le rimaneggio di continuo e sono io. Non oso immaginare cosa voglia dire per un artista come Coppola dover continuamente rimaneggiare qualcosa, soprattutto con la creatività che un regista e un autore come Coppola Non.
[00:08:47] Speaker A: Sono d'accordo nel definirlo trash. Anzi, secondo me questo film è tutto meno che trash. Allora, è un film allucinato, sicuramente.
Magari Coppola, come per Apocalypse Now e come magari per altri film veramente diretto sotto effetti di allucinogeni, non si sa. Cioè, nel senso, potremmo anche considerarlo come... Sì, sì. Opzioni considerabili. È un film allucinato. Il trash, nel senso il grottesco che magari causa anche illarità, Certo. Magari è anche andata una serie di concause, per esempio anche lo stesso adattamento.
[00:09:20] Speaker C: Sì, noi l'abbiamo visto doppiato.
[00:09:21] Speaker A: L'abbiamo visto doppiato.
Scene come per esempio c'è una scena di sesso che è molto grottesca, ma per un termine che è usato, che è zietta.
[00:09:33] Speaker B: No, a me è piaciuta, è una altra scena per te.
[00:09:34] Speaker A: Molto bella, ma se la pensi in inglese con auntie, è già un altro tipo di...
Non lo definirei trash, anche perché ci sono delle trovate artistiche Penso a qualche transizione, quella sul fondo del fiume, che diventa body paint.
[00:09:54] Speaker B: Infatti in realtà ci sono un sacco di cose che mi sono piaciute guardando il film, soprattutto da un punto di vista estetico, perché la storia veramente l'ho trovata personalmente problematica sotto tutti i punti di vista.
Io l'ho trovato trash su certe cose, non interamente, sennò non avrei detto che è comunque un film bellissimo sotto certi punti di vista, semplicemente perché è senza dubbio complice il doppiaggio italiano, non me ne vogliono i doppiatori italiani di questo film, Ma davvero, ci sono delle battute, ci sono delle cose proprio di copione che vengono dette da certi attori, a prescindere dal doppiaggio, parlo proprio di quello che dicono, non di come lo dicono, che sono terrificanti. Cioè, se io guardo un film e mi ricorda The Lady di Lori del Santo, non posso non definirlo in parte trash.
Ecco, che io poi questo lo abbia adorato è un altro paio di maniche e è un disturbo mentale mio. Però io sì, l'ho trovato molto molto molto trash su certe cose.
La cosa che mi dispiace un sacco è che in realtà l'universo che ha creato è talmente tanto interessante che avrei voluto avere più risposte, cioè nel senso avrei voluto saperne di più e meglio, perché viene messa un sacco di carne al fuoco, vengono tirate fuori un sacco di critiche, di denunce sociali, politiche, e però vengono tutte buttate lì, cioè è come se il film non fosse neanche la trasposizione di una sceneggiatura fatta e finita, ma degli appunti di Coppola, cioè è come se lui sta scrivendo una scena, si appunta in alto che qui ci vuole mettere il riferimento al nazismo e quindi questo lo traduce in un'immagine totalmente a caso di riferimento al nazismo.
Posso capire che nel suo disordine sia molto interessante?
[00:11:48] Speaker C: Sì, per me è così.
[00:11:50] Speaker B: Però per me è stato obiettivamente terrificante, cioè per l'80% di quello che ho visto.
[00:11:55] Speaker C: Allora, secondo me, cioè io credo proprio che questo... Allora, innanzitutto io dico che secondo me il film è trash e non è allucinato.
Allucinato era Apocalypse Now, giustamente, Per me è proprio...
sì, è trash, ma non in senso negativo.
Un film è trash può avere un livello registico altissimo ed estetico e avere anche dei picchi di bellezza totale, come Megalopolis. E secondo me tutto questo disordine...
Anche questa complessità e questa problematicità della storia, perché sicuramente ci sono dei buchi di trama, ci sono tante cose che non vengono approfondite come ha già accennato Dile, per me però tutto questo grande caos, questo magma cinematografico è libertà, è la libertà che cercava Coppola per questo film.
E lui voleva fare un'opera del genere. Poi, sapere veramente se lui, intimamente, è completamente soddisfatto di questo film, e questo non lo possiamo sapere perché è talmente difficile.
[00:13:00] Speaker B: Coppola scriveci su Instagram, Cinemandesco il passo.
Visto che sei andato domenica in, è abbastanza probabile, cioè è pensabile averti qui per un'intervista, quindi ti aspettiamo.
[00:13:12] Speaker C: Un'intervista che ho visto in cui è stato chiesto quante parole sapeva di italiano, cioè purtroppo il livello delle domande era questo.
[00:13:20] Speaker B: Per restare un attimo in questo topic, posso dire che come scelta di marketing per un film come Megalopolis, kitsch, trash, caotico, andare a domenica in di Mar avvenire è una scelta a zecca.
[00:13:35] Speaker C: È una scelta.
[00:13:37] Speaker B: Azzeccatissima, ha tutta questa chaotic energy che è stupenda, bellissima.
[00:13:41] Speaker C: Ma io poi vorrei anche dire due cose già che siamo nella parte un po' più cazzeggio legata a Mara Venier, Francis Forcopola che va da Mara, ecco lui si è pure messo a cantare alla fine dell'intervista, a cantare canzoni napoletano, cioè Francis Forcopola è questo e per me veramente è un genio del cinema ed è una persona che a 85 anni rappresenta la passione bruciante per il cinema E anche se ha fatto un film che oggettivamente ha dei grossi problemi, cioè a noi ha fatto ridere per tutto il tempo, forse qualche problema di fondo c'è in questo film. Però in realtà è bello anche questo risultato imperfetto, cioè imperfetto caotico, un po' kitsch, un po' trash, che non riusciamo ancora a comprendere. E come dice Luca, adesso ti lascio la parola proprio per questo, e tu avevi già detto, probabilmente Megalopolis sarà un film che capiremo tra un sacco di anni.
[00:14:35] Speaker A: Beh, va dato il beneficio del dubbio a un uomo che il cinema per come lo conosciamo noi l'ha inventato.
[00:14:41] Speaker C: Eh sì.
[00:14:42] Speaker A: Cioè, quell'uomo è stato il cinema, sicuramente.
E questo film è un film anarchico perché lui è arrivato alla condizione di poterselo permettere, non si interessa dello spettatore, cioè se si vuole seguirlo bene, se no non si interessa delle dinamiche distributive, prodotti lui ha cacciato i soldi e ha fatto il film che è riuscito a fare con le sue uniche forze e quindi innanzitutto questo film va rispettato e non va derubricato al delire di un vecchio come ne stanno parlando gente che non dovrebbe avere il diritto di parola perché questo film va rispettato perché comunque è un tentativo è un tentativo di esprimere anche se vuoi un tentativo disperato un urlo disperato uno che ha pochi a pochi istanti di vita e deve dire tutto quello che ancora da dire al mondo e vuole dire tutto quello che vuole al mondo, alla società.
[00:15:37] Speaker B: Un discorso validissimo che ampliamo a bene o male tutti i registi perché negli ultimi anni la critica cinematografica in generale ha avuto un peggioramento nell'accanirsi negativamente su certe cose da House of Gucci che neanche a me è piaciuto però in poi cioè la gente è completamente andata fuori di testa.
[00:15:57] Speaker A: Era tempo di pandemia.
[00:15:59] Speaker B: Quindi in realtà hai fatto benissimo a dire questa cosa e anzi la allarghiamo in generale a tutti.
[00:16:06] Speaker A: Si ritorna alla sclerata di Joker.
Ormai non si possono avere opinioni profonde.
o un film è una merda o è un capolavoro, film mediocri come Joker 1 dei rubricati elevati a capolavoro assoluto.
[00:16:23] Speaker C: Joker 2 per forza fa schifo solo perché c'è troppa musica.
[00:16:28] Speaker A: Per questo che dico che magari tra dieci anni arriveremo a comprenderlo perché magari lasciando sedimentare l'impatto visivo che ha sulle nostre povere menti un film del genere dove devi accettare anche lì dei discorsi che, come ho detto quando siamo usciti dal cinema, sembrano delle mie versioni di latino tradotte. Vorrei anche rivederlo per capire, per quanto di latino facessi cagare, se la costruzione delle frasi riprendesse poi quella delle frasi latine, perché ovviamente non hanno la stessa Tu hai studiato lettere, beh aiutami da.
[00:17:05] Speaker C: Questo punto di vista.
Sì, andrebbe rivisto perché con tutto quello che dicono, cioè tutto il casino che c'è nel film. Però sì, in certi momenti ci siamo anche resi conto che se non altro la traduzione, cioè l'adattamento poi per l'italiano e quindi poi doppiato, insomma, anche la recitazione, cioè recitano bene gli attori però suonava tutto un po' strano in certi momenti, alcuni dialoghi se non altro. Vabbè, c'è proprio un dialogo breve, uno scambio di parole tra il sindaco Cicero e la figlia Giulia in latino. Vabbè, c'è qua proprio qualsiasi cosa.
Luca ha detto anche una cosa che io non sapevo, quella legata alle proiezioni di Cannes, che c'erano degli attori sul palco.
[00:17:48] Speaker A: A un certo punto, quando intervistano a Cannes, e ho visto in qualche proiezione negli Stati Uniti, nelle anteprime, C'è una rottura della quarta parete dove un attore si recita dal vivo, interfacciandosi direttamente con Catilina. E' un film anarchico.
[00:18:13] Speaker C: Coppola vuole sperimentare. Poi Coppola ha iniziato proprio col teatro, non ha iniziato subito col cinema. Quindi secondo me è un po' anche questo, creare quasi una sperimentazione anche teatrale con questa cosa che ovviamente è collaterale, questo esperimento che ha fatto con le prime proiezioni di Megalopolis, che poi a Cannes andò anche abbastanza male, ci furono fischi, ci furono applausi, però insomma... Vabbè.
[00:18:35] Speaker B: Io dei festival ormai non mi fido più, perché o fischiano tutti, o dicono che è l'innovation per tutti...
[00:18:44] Speaker A: Ridimensioniamo le opinioni che vengono dai festival, perché anche oggettivamente se ti guardi, e siamo noi nel senso, nei nostri sette giorni di follia, ti guardi 25 film in sette giorni, sei malato perché l'aria condizionata ti ammazza, non mangi, non bevi, non vai in bagno, Cioè ci stanca che un film, lo vedi, ti fa... Cioè io per The Wail di Aronofsky ho pianto, ho pianto per cinque minuti buoni. Cioè sono uscito dalla sala con le lacrime che continuavano a uscire. L'ho rivisto, mi ha fatto cagare, cioè... ridimensioniamo le opinioni dei festival.
[00:19:20] Speaker C: È vero, bisogna sempre ridimensionare. Comunque alla fine noi Megalopolis non l'abbiamo vista un festival, l'abbiamo visto il primo giorno che è uscito in Italia in una sala con oltre a noi tre sette persone, non lo so, Però si pioveva anche quindi c'è adesso non è...
[00:19:35] Speaker B: Vabbè ma era anche mercoledì sera. Era mercoledì. Cioè la gente giustamente ha detto che cazzo me ne vado al cinema il mercoledì sera.
[00:19:41] Speaker C: Che cazzo faccio, esatto. Sì, anche tipo il signore che era in coda alla biglietteria che mi sembrava un tipo vecchio stile tipo vado a vedere l'ultimo film di Coppola e gli ho detto guarda l'ultimo di Coppola. No, è così.
[00:19:53] Speaker B: Che cos'è Megalopolis?
[00:19:56] Speaker C: La cosa più bella è che siamo qui a parlare di un film folle di questo uomo di 85 anni che appunto comunque è un tentativo proprio forse anche di rappresentare il caos in cui si vive. e io ho trovato interessante soprattutto una cosa, cioè che già un po' vi dicevo mentre stavamo guardando il film in sala, cioè che l'attitudine di questo film è estremamente moderna, cioè ora stacchiamo un attimo l'autore da questo film perché Ho anche fatto una riflessione, cioè mi sono anche domandata, ma se questo film non fosse stato fatto da Coppola, ma un film del genere fatto magari da un regista più giovane, più contemporaneo...
[00:20:38] Speaker B: Ne stavamo parlando malissimo.
[00:20:39] Speaker C: Aspetta, aspetta, proprio per questo, cioè sempre magari importante, cioè un regista comunque importante di un certo peso, però più giovane, più attuale di Coppola, che non faceva film da 13 anni.
Come sarebbe stato? Cioè, secondo me bisogna anche appunto un po' staccare le due cose e non assolvere completamente Megalopolis solo perché è di Coppola, ma dire non che va bene perché l'ha fatto Coppola, ma dire perché va bene e secondo me ci sono tante cose che funzionano proprio perché Anche solo l'attitudine che ha il film, che è così moderna, anche proprio nel suo essere trash, nel suo essere distruttiva, nel suo essere che decostruisce tante altre cose già esistite, questo già per me è un fattore molto positivo di questa creazione di Coppola.
[00:21:30] Speaker B: Io sono d'accordissimo con quello che hai detto, in tutto e per tutto.
Anzi devo dire che per esempio se mi viene in mente un altro regista che ha praticamente la stessa età di Coppola e che anche lui negli ultimi anni ha avuto un declino mi viene in mente Ridley Scott e in particolare quello che secondo me è l'equivalente per Ridley Scott di quello che per tanti è Megalopolis di Coppola è House of Gucci Ma la differenza, secondo me, è che Megalopolis, a differenza di House of Gucci, non è assolutamente pretenzioso. Nel senso, non si crede sto cazzo, non so come dire. Cioè, all'epoca Ridley Scott aveva veramente venduto, per carità, il suo lavoro, però aveva veramente venduto e parlato di House of Gucci come un film incredibile. Cioè, lui stesso si era veramente tanto preso sul serio facendo House of Gucci.
Coppola no.
A Coppola non gliene frega niente. C'è questa capacità di arrivare ad un punto della propria carriera, a prescindere dall'età, proprio della propria carriera in cui non ti prendi più così tanto sul serio e semplicemente fai quello che ti va di fare e basta, è secondo me la chiave vincente del motivo per il quale, per quanto a me Megalopolis non sia assolutamente piaciuto, mi è piaciuto molto di più di House of Gucci.
[00:22:55] Speaker A: Ma è perché comunque Coppola l'ha ribadito.
diciamo che parlare di Coppola come un'unica persona, cioè è chiaramente una persona bipolare, ok?
No beh, ma ci sta, ci sta perché è così, c'è anche il rapporto con la moglie, il film a cui lei è dedicato non è stato certo, cioè lui ha sofferto molto per la dipartita della moglie e questo film è un film che parla innanzitutto di se stesso, dove lui parla di se stesso e parla del suo dolore, questo architetto che inventa questo materiale organico, il megalon per curare la moglie ma per curare la società, è chiaramente Coppola.
[00:23:42] Speaker C: Certo, lui è il demiurgo, sì sì.
[00:23:45] Speaker A: Però allo stesso tempo è lo stesso che altro Easy dice noi siamo tutti studenti di cinema, cioè il regista del padrino di Apocalypse Now dice siamo qua per imparare insieme.
[00:23:56] Speaker C: Esatto.
[00:23:56] Speaker A: Quindi parlare di Coppola come un'unica entità è un po' borderline.
C'è la sua parte molto umile e in questo film è tanto umile nonostante sia estremamente sforzoso.
[00:24:10] Speaker C: Sia proprio l'opera meno...
[00:24:11] Speaker A: E come senso in sé di essere l'opera magna in grado di dare un'indicazione di un futuro alla società perché rappresenta un'utopia reale secondo le ambizioni di Coppola, no? nonostante utopia reale, non voglio dire assolutamente niente.
[00:24:28] Speaker B: Ma neanche Megalopolis quindi va benissimo. È una cosa bellissima e caotica da dire. Io sono veramente d'accordo perché se questo film fosse stato fatto da un qualsiasi altro regista, durante la visione, col fatto che è così sfarzoso, così pomposo sotto certi punti di vista, mi avrebbe portato a pensare, mamma mia questo qui si crede, cioè si crede sto cazzo, cioè questo film è una mega masturbazione collettiva, mettiamola così, della produzione.
Invece quando lo guardavo, al di là poi effettivamente di quanto mi sia piaciuto o meno, vedevo la volontà creativa, non vedevo l'ego.
[00:25:09] Speaker C: Certo, è proprio questo.
[00:25:10] Speaker B: E vedo tantissimo l'ego, cioè persino su Joker 2 vedo l'ego di Todd Phillips, un ego smisurato per quanto comunque mi sia piaciuto come film. Coppola, che veramente avrebbe il diritto di avere l'ego grande come tutto l'universo, è riuscito comunque a creare un film dove questo ego non emerge e semplicemente mi ha fatto pensare quasi ad un bambino che si mette lì e disegna quello che gli va di disegnare. E anche se disegna una casetta fatta male, l'atto di vederlo disegnare è la cosa più bella del mondo.
[00:25:44] Speaker C: Sì, infatti, cioè il fatto per cui lui dice di essere ancora uno studente di cinema, come tutti, diciamo, i più giovani che si vogliono avvicinare al mondo del cinema, vogliono essere registi o sceneggiatori o quello che è, cioè è proprio questo desiderio ancora così forte in una persona così anziana di creare, di disegnare la casetta anche fatta male o comunque cioè è proprio questo istinto creativo così giovane, così fresco e sembra inarrestabile perché noi non lo sappiamo, magari questa è veramente l'ultima fatica o l'ultimo film così impegnativo, così faticoso, così grande di Francis Ford Coppola però in realtà lui ha parlato di almeno altri due progetti pazzeschi che vorrebbe realizzare quindi anche solo l'idea che cioè io prima ho detto cerchiamo un attimo anche di separare il grande regista dal film per concentrarci un attimo sul film anche proprio in modo un po' più neutro Però comunque la figura di Coppola legata a questo film è così importante perché proprio è parte del film.
Adam Driver, l'architetto, è appunto il demiurgo che vuole pensare al futuro e lo pensa appunto in modo creativo perché poi vabbè c'è il tema della città, del costruire una città per tutti che funzioni bene, che possa fare del bene alle persone del futuro, per una vita buona per tutti.
[00:27:15] Speaker B: Che è l'equivalente di Alfea delle Winx, perché lo stile è quello.
[00:27:22] Speaker C: E quindi sì, c'è questo parallelismo tra architettura, utopia per un futuro migliore e questa cosa è anche il cinema, cioè per Coppola creare un film così, anche imperfetto, però un'opera così grande, dove c'è così tanto, perché anche c'è appunto, l'abbiamo già detto, anche tanti temi sociali, c'è il tema dell'arte e dell'architettura, la decadenza, la satira appunto, quindi anche un riallacciarsi alla storia, perché veramente Se comunque si studiasse bene anche questa sceneggiatura, certo, magari il tanto citazionismo in certi momenti può essere buttato un po' così. Cioè, alla fine c'è pure Shakespeare e devo dire che in quel momento quel riferimento a Shakespeare secondo me era un po' messo così. Però forse in realtà era tutta una volontà di Coppola, anche questo strabordare di citazioni. Come per dire, io in questo film, in questa sceneggiatura, ci metto anche tutta la letteratura, tutti i grandi che hanno fatto la civiltà, che hanno fatto l'arte, quindi ci metto Shakespeare, ci metto i latini, ci mettiamo appunto Cicerone e Marco Aurelio, quando appunto Giulia, la figlia del sindaco Cicerone, cita Marco Aurelio e sono delle citazioni meravigliose che sembreranno sempre attuali, anche tra cento anni e questo ci vuole dire Coppola.
[00:28:44] Speaker A: Però su Marco Aurelio, lo stesso Coppola, ridimensiona tutto questo citazionismo perché viene appunto citato Marco Aurelio tre volte ma con tre citazioni che una contraddittoria rispetto all'altra e quindi tre citazioni che vengono da tre cose totalmente opposte e quindi anche lì c'è questo ulteriore piano dove ok il citazionismo ok i grandi del passato però ridimensionato anche per il fatto che ognuno può essere manipolato Ha proprio piacimento.
[00:29:13] Speaker C: C'è anche proprio la contraddizione. E vedi che allora c'è ancora un'altra chiave di lettura ed è un film che andrebbe rivisto anche solo per capire meglio certi dialoghi, non tutti, alcuni sono dialoghi che veramente sembrano veledi ma ci sono anche quelli dove ci sono queste citazioni utilizzate a volte appunto in un modo non semplicemente per fare un riferimento ai grandi del passato ma anche proprio per dire la strumentalizzazione, anche quanto possano essere contraddittorie queste citazioni, come possono essere usate, da chi, questa è la storia dell'uomo, dell'arte, dell'utilizzo che si fa anche di ciò che è stato detto, di ciò che è stato pensato, quindi se ci si pensa è veramente un film estremamente ambizioso ma non risulta egoriferito, come ha già detto Dile, non risulta pedante, non risulta pretenzioso, forse questo proprio anche perché chi l'ha creato non lo è. Cioè, umanamente io penso che Francis Ford Coppola sia una persona veramente intelligente e ha veramente un modo di rapportarsi all'arte, alla sua creazione, che non è scontato perché appunto è Francis Ford Coppola e chi ha inventato il cinema.
ma la sua creatività è così umile, è così ancora fresca e disponibile, cioè lui semplicemente dice ho fatto questo film e ve ne parlo, andatelo a vedere e lui probabilmente se potesse ne parlerebbe con tutti, cioè io ho sentito che anche a Roma in questi giorni c'è la festa del cinema, ha pure fatto un'improvvisazione teatrale con alcuni studenti di recitazione che erano presenti in sala alla sua masterclass, cioè questo è Francis Forcoppola.
[00:30:57] Speaker B: Proprio a fare questo film. Cioè lui è sempre un bambino veramente. È un soffio vitale questo film. Sì, proprio un fanciullo contento. Poi appunto io separo molto l'opera dall'autore così come separo una critica più o meno obiettiva dal mio parere personale. Secondo me ci sono tante cose in questo film che dovrebbero essere proprio buttate per sempre nella pattumiera.
Però nel suo insieme, nella sua chaotic energy, cioè è talmente tanto brutto che fa il giro e diventa affascinante, non so come dire, nella mia visione delle cose.
[00:31:33] Speaker C: È proprio affascinante, è vero, è verissimo.
[00:31:35] Speaker A: Però è un film che fa discutere. Sono sicuro che se lo andassimo a rivedere adesso avremmo da parlarne, avendone voglia, per tutto il pomeriggio.
e non vedo l'ora che esca l'edizione blu-ray con appunto il commento del regista, io vorrei essere al fianco suo, tenergli la manina e farmi spiegare ogni scelta e quindi tanti mi hanno chiesto ma sto megalopolis lo consigli o no?
Io direi andatelo a vedere solo se ne avete voglia.
Cioè è un film di cui avete voglia di regalarvi al film stesso.
Io l'ho definita una sfida intellettuale, capirlo, ma perché veramente bisogna mettersi lì elaborare, comprendere, contestualizzare, vedere oltre il simbolo, andare oltre il significante.
[00:32:29] Speaker B: Eh, vedi, secondo me, cioè quando tu dici questo, ma tu come tantissime altre persone, secondo me nella mia testa state facendo un sacco di sovrastrutture. Nel senso, secondo me, non è tutto sto film intellettuale, non c'è tutto questo messaggio, tutta questa cosa incredibile che vuole dire.
Nel senso, secondo me, bisognerebbe avere anche l'onestà critica di dire che questo non è un film ben fatto, per l'ottanta per cento, ma che nonostante questo, in virtù di chi è Coppola, riesce comunque ad aprirti alla riflessione e a apprezzare certe sperimentazioni che tu vedi e che quindi sono fascinose proprio perché è Coppola.
Però ecco, secondo me venderlo come un film da andare a vedere solo perché è un esperimento intellettuale, secondo me lo si sta elevando a qualcosa che qualitativamente non è.
[00:33:35] Speaker A: No, cioè, sforzo intellettuale non nel senso che è qualcosa di alto, inafferrabile, quindi...
[00:33:41] Speaker B: Cioè che è più di quello che è, dici?
[00:33:45] Speaker A: Sì, no, ma secondo me è più di quello che è, ma nel senso è un film che bisogna regalarsi, accettare anche delle cose e ragionare tanto su altre.
E questo non è un film come può essere Metropolis, come potrebbe essere Metropolis del 1927, film da cui ovviamente questo film si ispira.
Quello non chiede tanto sforzo intellettuale perché è molto didascalico in quello che mostra e il messaggio.
Sono film anche molto più complicati di quei tempi, però è molto...
[00:34:21] Speaker B: Fin lì, nel senso c'è bisogno anche tenere conto che in generale la riflessione e gli strumenti per esercitare una certa riflessione agli spettatori è cambiata nel tempo.
[00:34:31] Speaker A: Sì, chiaro, però è il primo paragone che mi è venuto in mente, nel senso non chiede tanto sforzo intellettuale Metropolis, un minimo per capire nel suo messaggio.
Questo film è talmente un groviglio, un urlo, che richiede uno sforzo intellettuale per farlo, per apprezzarlo veramente per quello che è.
E secondo me c'è tanto.
o almeno ne sento l'odore, cioè vorrei rivederlo, vorrei sospendere, perché non ne voglio parlare, perché voglio sospendere il giudizio e magari tra sei mesi, tra un anno, tra dieci anni, magari mai, otterremo qualcosa da questo film che magari noi critici, cioè noi appassionati, noi che cerchiamo di metterci il cuore e veramente assorbire quello che vediamo, avremo qualcosa.
[00:35:22] Speaker B: Ci sta.
Per me rimane il fatto che è un brutto film cioè nel senso da qui a un tot anni lo riguarderò e sicuramente mi darà delle riflessioni ma io invece sento il sentore che qualsiasi altra riflessione sarà più una sovrastruttura che non un qualcosa che non è stato in grado di comunicare per un qualche motivo. Spero spero vivamente che Coppola mi smentisca cioè nel senso spero invece perché poi anche qui cioè si parla però alla fine non abbiamo idea di quali siano le reali intenzioni di Coppola può darsi che invece lui abbia scelto davvero di comunicare un sacco di cose che poi non è stato cioè che poi non che non sia stato in grado di comunicare ma che poi non ha voluto comunicare nella sua interezza per un qualche motivo quindi Coppola smentiscimi a domenica in falò di confronto per favore Eh magari.
[00:36:14] Speaker C: Fallo di confronto con Coppola per discutere su Megalopolis. Comunque sì, magari tra tanti anni anche tu cambierai idea, Dile, e chi lo sa magari anche noi. È l'idea appunto di rivedere anche un'opera del genere fra veramente tanti anni e vedere come sarà Io credo che non sia tanto appunto una questione di capire la cosa a livello proprio intellettuale, la difficoltà intellettuale di questo film, ma mi avvicino un po' a quello che dice Luca, cioè sono tante cose incastrate forse anche male e più che altro non è capire queste cose singolarmente, queste parti, questi blocchi singolarmente che non sono neanche così complessi.
ma è capire come sono state incastrate da Coppola, cioè entrare in questo groviglio e comprenderlo meglio.
È forse un po' questa la difficoltà del film e il fatto che lo rende magari anche un po' complesso in effetti da guardare, perché il tono cambia un sacco di volte, ci sono momenti, come abbiamo già detto, grotteschi, momenti intellettuali, momenti in cui si parla solo dell'architettura e dell'utopia, di quello che dovrebbe fare per l'uomo, che poi è quello che dovrebbe fare il cinema, e poi c'è anche tutta una parte satirica, grottesca, trash.
Quindi è questo, e secondo me è capire il groviglio che è stato e rivederlo per rimmergersi dentro e capirne qualcosa di più di questo groviglio, di questo magma cinematografico che è Megalopolis.
[00:37:43] Speaker A: Come è stato un groviglio di questa puntata, non abbiamo neanche parlato degli attori. Lasciatevi menzionare il vero mattatore della scena, Shia LaBeouf, che... Meraviglioso! Raga, l'ho visto anche in Padre Pio di Abel Ferrara, è riuscito a uscire il cazzo anche in questo film.
Cioè, ma raga, ha un problema.
Lo chiamano solo quando c'è da far vedere l'inguine.
[00:38:05] Speaker C: Cioè lui è nato per questo.
[00:38:07] Speaker A: Si è mangiato tutti.
[00:38:08] Speaker C: Tutte le volte che compariva Shia LaBeouf, si dice così, Shia LaBeouf, cioè io e Dilemo arrivamo da ridere.
[00:38:16] Speaker B: Perché era iconico, cioè era iconico.
[00:38:19] Speaker C: Già dalle prime scene è iconico.
[00:38:22] Speaker B: E devo dire che io voglio fare un piccolo appunto e citiamo anche Aubrey Plaza, giusto? Sì. Anche lei personaggio della Madonna, forse il mio personaggio preferito in assoluto del film. Lei veramente...
iconica, cioè un mix di una grottesca e cattiva Marilyn Monroe sommata a una Paris Hilton che fa la giornalista per la CNN, cioè un mix di cose caotiche, bellissime, che funzionano da Dio.
Ecco, per me il film ha un sacco di difetti, se non praticamente ogni singolo aspetto di questo film ha un difetto. Il personaggio della zietta, wow, assolutamente no. cioè lei è nata per impersonificare la Chaotic Energy di Megalopolis e noi l'abbiamo amata per questo.
[00:39:12] Speaker C: E poi è anche proprio un riferimento a tutte queste matrone romane che tramano, cioè la zietta, wow, cioè include tutto dentro di sé, quindi a Briplaza ci è piaciuta molto e poi a me è piaciuta anche tanto Giulia, la figlia del sindaco Cicero, interpretata da Nathalie Emanuel.
[00:39:29] Speaker A: Eh sì, eh sì, eh sì.
E con questo direi che possiamo anche chiudere la puntata.
Vi ringraziamo come sempre per averci ascoltato Vi invitiamo a seguirci su social come Instagram e TikTok. Il nickname è lo stesso, che è cinema underscore passengers.
[00:39:47] Speaker B: Ma se ormai state ascoltando il 39° episodio di Cinema Passengers, ormai queste cose le sapete a memoria.
[00:39:52] Speaker A: Se ci state ascoltando su Spotify, vi invito a mettere una recensione, 5 stelline, commentare questo episodio, attivare la campanella, un sacco di pulsanti che potete schiacciare.
E quindi fatelo.
Ecco, qualcuno ci ha messo quattro stelline invece che cinque. Abbiamo tutte le cinque stelline tra noi. Tu sei molto cattivo.
[00:40:13] Speaker C: Sappiamo chi sei.
Cattiv con la Serena.
[00:40:16] Speaker B: Una Vera Bedi.
[00:40:17] Speaker C: E vabbè basta. Concludiamo con Vera Bedi che comunque è un po' la chaotica energy megalopolis.
[00:40:23] Speaker A: Chiudo, chiudo. Ciao.
[00:40:24] Speaker B: Io, Anna, ciao.