Ep. 06: La mostra del cinema di Venezia Pt.1

Episode 6 September 21, 2023 00:38:28
Ep. 06: La mostra del cinema di Venezia Pt.1
Cinema Passengers
Ep. 06: La mostra del cinema di Venezia Pt.1

Sep 21 2023 | 00:38:28

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Luca e Beatrice raccontano la loro esperienza all'80ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. In questa puntata sono presenti le recensioni di "Coup de chance" di Woody Allen, "Bastarden (the promised land)" di Nikolaj Arcel, "El Paraiso" di Enrico Maria Artale, "Yurt (Dormitory)" di Nehir Tuna e "Una sterminata domenica" di Alain Parroni. Parte 1 di 2

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Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: Cari spettatrici, cari spettatori, benvenuti a bordo. State ascoltando Cinema Passengers, un programma di Your Podcast prodotto da Unigie Radio, la voce dell'Università di Genova. Io sono Beatrice. [00:00:12] Speaker B: E io sono Luca. [00:00:13] Speaker A: E siamo stati alla mostra del cinema di Venezia. Siamo stati un periodo di otto giorni, la mostra è iniziata il 30 agosto ed è finita il 9 settembre, quindi su dieci giorni noi siamo stati otto all'Ido, abbiamo visto un sacco di film, non vediamo l'ora di parlarvene e di raccontarvi che tipo di esperienza è stata per noi questa Venezia 80, ma prima... Sigla! [00:00:48] Speaker B: Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Ah, che bella la nostra sigla, non l'abbiamo ancora commentata, forse è impuntata. [00:01:13] Speaker A: Allora, noi adoriamo la nostra sigla, non ci interessa quello che pensano gli altri, a noi piace tantissimo. [00:01:19] Speaker B: Noi non la cambiamo. [00:01:21] Speaker A: Esatto, ci gasa un po' questa vibe, un po' anni cinquanta, un po' retro, American Graffiti. [00:01:27] Speaker B: Stiamo già divagando, sarà una puntata lunghissima, forse saranno due puntate, questo lo vedremo dopo. [00:01:32] Speaker A: Poveri voi. [00:01:34] Speaker B: E iniziamo subito, dai iniziamo subito a parlare delle delle prime sensazioni che abbiamo vissuto a Venezia. [00:01:42] Speaker A: Esatto, adesso abbiamo... [00:01:43] Speaker B: Per te era il primo festival. [00:01:45] Speaker A: Esatto, allora per me era il primo festival proprio diciamo fatto bene, da accreditati e abbiamo visto un bel po' di film, insomma era proprio la prima volta per così tanti giorni perché solo un'altra volta ero stata appunto a Venezia per il festival, ma proprio due giorni per vedere pochi film, insomma non era una cosa, un'esperienza strutturata come è stata quella di quest'anno, invece per te era la seconda volta. [00:02:11] Speaker B: Era la seconda volta, infatti non è che fossi esperto, però spieghiamo anche un po' come funziona. Perché noi eravamo accreditati, cosa vuol dire? Eravamo accreditati in quanto studenti, perché questo magari speriamo che la biennale non lo ascolti il prossimo anno, quei maledetti ci hanno gostato malamente. [00:02:31] Speaker A: Esatto, noi avremmo voluto avere l'accredito stampa per, insomma, questo podcast in quanto, insomma, Cinema Passengers volevamo approdare così a Venezia, ma invece niente, solo accredito studenti, ci sta anche. [00:02:46] Speaker B: Cosa vuol dire? Vuol dire che abbiamo pagato ovviamente la credito, informazioni di servizio sono 80 euro se pagati entro un certo limite che mi sembra sia il 6 luglio, o. [00:02:58] Speaker A: 90, o 95 se si sfora. [00:03:01] Speaker B: E con quello potevamo accedere a tutte le proiezioni che riuscivamo a prenotare. Ovviamente per gli accrediti stampa ci sono dei percorsi un po' più facilitati con prenotazioni che aprono prima, però perlomale tu puoi prenotare tutti i film che vuoi. E forse la mia esperienza dell'anno scorso ti ha un po' aiutato a passare le prime ore di disperazione. [00:03:25] Speaker A: Decisamente, esatto. Questo va detto. Allora, all'inizio, già per me è proprio la prima volta, il sito di Viva Ticket della Biennale è il male. Cioè fa anche rima, nel senso che lì proprio si impazzisce. È il sito al quale bisogna collegarsi per prenotare di giorno in giorno le proiezioni nelle varie sale al Lido. E appunto bisogna accedere a questo Viva Ticket al sito da accreditati, fin qui tutto bene. però sul momento ci sono un po' di, insomma, cortocircuiti sul sito e al momento in cui aprono le prenotazioni e all'inizio io non ero riuscita a prenotare quasi niente quindi c'è stato un momento di delirio tipo ma... è sempre così. [00:04:11] Speaker B: I primi giorni, poi la situazione si era normalizzata e siamo riusciti... anzi Anzi. [00:04:18] Speaker A: Perché poi c'è la cosa meravigliosa di chi disdice anche proprio 20-10 minuti prima proprio poco prima delle proiezioni c'è chi disdice allora tu se sei sul pezzo collegato sul sito di Vivaticket puoi prenderti anche degli ottimi posti Giusto per concludere questa nostra introduzione informativa, in cui vi abbiamo spiegato come ci siamo organizzati per questo festival, bisogna dire che noi siamo andati come accreditati. alla fine è come se fosse una sorta di abbonamento per tutta la mostra, però si può benissimo anche andare come pubblico e quindi comprare singolarmente i vari biglietti, le varie proiezioni e anche d'accreditati se uno tiene particolarmente a una proiezione in sala grande per dire con il cast e la può acquistare in più giusto per essere diciamo sicuro di di averla e poi tutto il resto si prenota come abbiamo già detto anche un po' più così all'ultimo. Beh adesso direi basta con tutte le cose tecniche. [00:05:26] Speaker B: Basta l'Infopoint Venezia. [00:05:27] Speaker A: Esatto. [00:05:28] Speaker B: Non siamo pagati per questo. Se dovessimo essere nel futuro allora ricominceremo. [00:05:34] Speaker A: Esatto. Adesso parliamo finalmente dei film che abbiamo visto. E direi che in otto giorni ne abbiamo vissi un bel po'. [00:05:42] Speaker B: Sì, mi sembra 23 film a testa. [00:05:45] Speaker A: Sì, sì, sì, per me 23. [00:05:47] Speaker B: Ecco, sì, anche per me mi sembra più agrodrift. [00:05:50] Speaker A: Ecco, agrodrift. [00:05:51] Speaker B: Non contiamo. Ci arriviamo. [00:05:53] Speaker A: Ci arriveremo. [00:05:55] Speaker B: Quindi, insomma, una bella media sono in realtà otto giorni, però se conti che metà del primo e metà dell'ultimo non li fai, sono quasi quattro film al giorno, netti. Insomma, Il sonno e la fame ne risentono un po', nel senso che dormi e mangi un po' quando ti capita. Ci sono giorni in cui birra e tramezzini al volo diventano salvezza, talvolta muschi e licheni dei bagni della sala grande diventano la salvezza. Vabbè, no, tolto questo. Diciamo che è una vita piuttosto impegnativa. Ma quali sono stati questi 23 film? Perché sto Venezia è stato un po'... più che la mostra del cinema è stata la mostra delle botte e dei pugni in faccia alla gente. Perché non so te, ma io ho visto, faccio una breve lista dei film che ho visto. Dunque, a partire dal 31, ho visto El Conde, dove si menano. Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person, titolo impossibile, dove si menano. Dogmen, dove si menano. Ferrari, dove non è che si menano ma non è che tutti fanno una bella fine. Finalmente l'Alba, dove purtroppo non si menano. [00:07:15] Speaker A: Peccato. [00:07:16] Speaker B: Vabbè, un documentario sulla mostra dove non si menano, Poor Things dove un po' si corcano, sì, Adagio dove si menano, Bastarden dove si menano, Tatami, film sul judo, si menano, Dormitory, alla fine si corcano, Making Of, si menano, l'hai visto anche tu, giusto? Un po' si menano, vero? [00:07:35] Speaker A: Un po' si menano. [00:07:37] Speaker B: Days of Heaven, Sì, si menano anche in Days of Heaven. La Beth, alla fine, si corcano anche lì. Il male non esiste, idem. Love is a gun, il titolo abbastanza didascalico, si suonano. Coup de chance, il nuovo film di Woody Allen. Sì, no, si emerano anche lì. Qualcuno finisce sdraiato. Green Border, tragicamente, si emerano. Shadow of Fire di Tsukamoto, si suonano alla grande. Night in the Night, sì, si emerano. In the Land of Saints and Sinners, si suonano. In Dali, non si suonano, finalmente. Io, Capitano, anche lì tragicamente si suonano e in Olli vorrei tanto che si fossero suonati invece è un film doiosissimo. [00:08:27] Speaker A: Purtroppo no, Olli è stato il nostro ultimo film prima di ripartire. [00:08:31] Speaker B: Dimenticabilissimo, quindi film in cui non si suonano Ferrari finalmente l'Alba. [00:08:35] Speaker A: Allora, alcuni dei film appena citati da Luca in cui abbiamo visto un sacco di botte, appunto, li abbiamo visti insieme, altri no. Io ne ho visti altri, insomma, abbiamo anche cercato di fare un po' di proiezioni in comune, altre diverse per vedere più film possibili e io ho visto anche Hollywood Gate, che è un documentario perché a Venezia c'è anche la sezione documentari. Poi, una sterminata domenica, e lì si picchia, Giusto per rimanere in tema, perché facciamo così l'elenco del film. [00:09:06] Speaker B: Un festival incazzato nero. [00:09:08] Speaker A: Poi è stato il festival delle botte, ma anche dei biopic, perché io mi sono beccata anche Maestro e Priscilla. Questi qui tu non li hai visti, vero? Ecco, io sono buttata su questi biopic che erano in concorso, Maestro diretto da Bradley Cooper e Priscilla di Sofia Coppola, e non si picchiano, però, vabbè, c'avevamo la quota biopic, poi è il paraiso e un po' lì si picchiavano, Petshop Days si picchiavano, The Killer, vabbè, di David Fincher, ovviamente si finiva sempre con le botte e poi direi gli altri più o meno in comune con con Luca no vabbè anche Hitman di Linklater e anche lì un po' di botte c'erano e anche Enea di Castellitto ovviamente di Pietro Castellitto anche lì insomma si finiva. [00:09:54] Speaker B: Sì poi stavo anche notando di 23 film che ho visto io tre erano. [00:09:59] Speaker A: Di vampiri Ecco, esatto, botte, vampiri e biopic, questo è il riassunto di Venezia 80. [00:10:06] Speaker B: Quindi se la tua vita non era interessante o vieni menato, vieni succhiato. Vabbè, vediamo se tenerlo o no. Spoiler, l'abbiamo ottenuta. Hai nominato prima la sezione Orizzonti. Questo perché dovete sapere che il festival è diviso in più sezioni. Abbiamo ovviamente il concorso, che sono i film che competono per i premi tra cui Leone d'Oro. [00:10:39] Speaker A: La sezione Orizzonti La selezione di Orizzonti vuole proprio proporre film con un linguaggio nuovo, registi che sono emergenti o anche registi un po' più di nicchia e diciamo che sono film molto interessanti anche proprio a livello visivo, a parer mio. e sono tra i più interessanti da vedere alla mostra, cioè ovviamente è bello vedere tutto, è bello vedere il più possibile alla mostra del cinema, però in molti casi nella sezione orizzonti ci sono un po' delle perle nascoste che poi insomma non sappiamo neanche se in Italia verranno distribuite in sala e quindi il festival è un po' l'occasione per insomma catturare qualcuna di queste gemme o scoprire qualcosa di nuovo inaspettatamente. [00:11:27] Speaker B: Sì, poi oltre a quelli che sono i due fuori concorso dei due concorsi appena citati, quindi il fuori concorso di Venezia 80 e Orizzonti Extra, ci sono altre tre sezioni minori, ma che a loro volta riservano delle perle, che sono le due sezioni autonome della Settimana Internazionale della Critica, che c'è anche a Cannes. e le giornate degli autori, che sono due sezioni indipendenti e autonome, e poi c'è Venezia Classici dove vengono proposti classici restaurati. [00:12:03] Speaker A: Ma perché non iniziamo dal nostro Woody? [00:12:06] Speaker B: È vero, è vero, assolutamente. Forse è uno degli apici di questo festival come esperienza. [00:12:12] Speaker A: Esatto, come esperienza poter vedere in Sala Grande l'ultimo film di Woody Allen, Coup de Chance, che ha girato a Parigi e nell'intorno di Parigi totalmente in lingua francese con attori francesi, appunto. [00:12:25] Speaker B: Vederlo soprattutto con lui. [00:12:27] Speaker A: Esatto. [00:12:27] Speaker B: È un altro piccolo mostro sacro come Vittorio Storaro, direttore storico storico direttore della fotografia. [00:12:35] Speaker A: Per me è stata un'emozione incredibile. Se andate sulla pagina Instagram trovate tutto il reportage che abbiamo fatto a Woody Allen cercando di avvicinarci il più possibile quando alla fine della proiezione ovviamente c'è stato una stand innovation e appunto eravamo piuttosto vicini a lui Sì, eravamo vicinissimi a lui a Vittorio Storaro e appunto alla fine tutto il calore del pubblico, quella stand innovation e poter vedere diciamo la sua reazione anche di fronte a questa accoglienza, comunque siamo di fronte a un a un regista, diciamolo, a 87 anni eravamo lì in sala con lui e ormai Vudice a una certa età è stato veramente emozionante avere un regista con questa esperienza, questa carriera alle spalle, ma anche Storaro appunto, essere lì con loro e poter applaudire, insomma, quest'ultima opera. [00:13:34] Speaker B: E tributare loro questo, speriamo non ultimo, perché c'è aria di un altro film, però comunque tributare loro quest'ultimo grande applauso in una delle ultime premiere dei loro film. [00:13:45] Speaker A: Sì, esatto, perché comunque, insomma, anche l'occasione di avere Woody al Lido, insomma, eravamo molto molto emozionati e poi alla fine si è anche tolto, alla fine della proiezione si è anche tolto il papillon, è stato molto molto divertente e emozionante, appunto. [00:14:02] Speaker B: E il film com'è? [00:14:04] Speaker A: Esatto, il film ora al di là dell'esperienza, noi siamo dei fissati con il cinema, insomma ci siamo emozionati, io ho proprio fan girl totale per Woody Allen in sala con noi, però parliamo un attimo del cinema, andiamo al sodo. Il film, essendo comunque l'ultimo DVD, avevamo aspettative normali, cioè neanche così tanto alte. [00:14:28] Speaker B: Diciamo che ci ha un po' abbassato, la sua ultima filmografia ha abbassato le nostre aspettative per quest'ultimo film. [00:14:38] Speaker A: Sì, diciamo che tra Un giorno di pioggia a New York e Rifkin's Festival, insomma, eravamo curiosi di vederlo, il film, però non avevamo neanche queste aspettative così alte e per quanto appunto, sì, Woody diciamo che non faccia mai brutti film, però gli ultimi due erano un po'. [00:14:56] Speaker B: Tradivano un po' quella che è stata la sua filmografia, diciamo. [00:14:59] Speaker A: Sì, sì, esattamente. E invece questo Coup de Chance ci è piaciuto molto. [00:15:05] Speaker B: Ci ha deliziato. [00:15:07] Speaker A: Ci ha deliziato, esattamente. È stata una bella sorpresa, non perché Woody Allen non sia in grado di fare bei film, anzi, però diciamo che appunto il livello si è alzato nuovamente appunto dopo questi ultimi due film e siamo tornati un po' ai livelli di molti hanno detto Match Point, a me ha ricordato anche tanto i Rational Men questo film e insomma quindi un'ottima un'ottima prova per questo coup de chance tutto in francese in cui appunto il vero protagonista è il caso e questo è molto alleniano questo appunto ci riporta tanto a Match Point e i Rational Men che secondo me sono tra i titoli migliori della sua filmografia anni 2000. [00:15:52] Speaker B: E poi andando un po', direi di seguire un po' un ordine cronologico rispetto a quando li abbiamo visti e abbiamo visto anche Bastarden di Nicolai Arcel con Mads Mikkelsen, un film danese quindi non poteva non esserci Mads Mikkelsen che penso che dopo il primo ministro sia la seconda persona più importante di Danimarca. [00:16:11] Speaker A: E anche quello siamo riusciti a vederlo con il cast in sala, con Mads lì vicino. [00:16:17] Speaker B: Con la statua di Mads Mikkelsen lì vicino. Bastarden è un film ambientato nella Danimarca del diciottesimo secolo, è un film che possiamo definire di frontiera, c'è chi lo definiva western, perché troviamo appunto Ludwig, interpretato da Mads Mikkelsen il protagonista, che da uomo del popolo, da uomo che ha fatto carriera nell'esercito ma partendo dai ranghi bassi fino a diventare capitano, lo troviamo dopo la guerra intento a guadagnarsi un posto rilevante a corte. e questa cosa cerca di raggiungerla tramite la conquista del nord della brughiera in colta, quindi questo deserto che è la brughiera, cercando di coltivare un ortaggio inedito ma che potrebbe diventare un asset fondamentale per il regno ovvero le patate. Facendo così si scontra con quello che è il signore locale e diciamo che il tema del film è, oltre all'uomo che da solo vuole costruirsi il proprio futuro, è anche un po' lo scontro sociale tra le due classi della nobiltà e dell'uomo che invece appartiene al popolo. che sono temi, specialmente poi andando avanti nel film e con dinamiche che non vi sto raccontare per non rovinarvi la trama, che ricordano molto film come Il Petroliere. Forse il grande difetto di questo film, ben confezionato e comunque emozionante, e che è già visto perché una volta che uno si vede quel capolavoro incredibile che è il petroliere di Paul Thomas Anderson con un Daniel Day-Lewis che per quanto voglia bene a Mads è due spanne sopra come attore. [00:18:17] Speaker A: Daniel Day-Lewis insomma. [00:18:20] Speaker B: Quindi diciamo che il grosso difetto di questo film è che appunto non racconta niente di nuovo e i temi sono già stati trattati meglio da altri mostri, però il confronto è un po' impari, però c'è. [00:18:33] Speaker A: E adesso andiamo nella sezione orizzonti e io ho visto Il paraiso eh film di Enrico Maria Artale che eh poi è stato premiato con il premio della per la miglior sceneggiatura sempre sezione orizzonti e mh è un film interpretato da Edoardo Pesce e Margarita Rosa de Francisco attrice colombiana. che non conoscevo e per me è stata una bella sorpresa perché ho apprezzato molto la sua interpretazione in questo film e al centro c'è il rapporto intenso e quasi morboso tra una madre e un figlio, appunto la madre interpretata da Margherita Rosa de Francisco e il figlio interpretato da Edoardo Pesce. Edoardo Pesce interpreta un uomo che ha già appunto anche diciamo una certa età come minimo 40 anni ma il punto diciamo è che non ha una sua vita indipendente, vive insieme alla madre e condivide tutto con lei e il loro rapporto sin dalle prime scene del film è un rapporto un po' di etamo perché sicuramente c'è una grande tenerezza, c'è un'intensità tra appunto questi due personaggi Però c'è anche una grande tensione che noi riusciamo a percepire, una tensione che a un certo punto dovrà esplodere, soprattutto ovviamente da parte del figlio, perché la presenza della madre è troppo ingombrante. Lui non ne può fare a meno ma è troppo ingombrante questo anche proprio il tema, il rapporto con la madre e anche il fardello di questo amore grandissimo nei confronti della madre ma diciamo che è anche quasi invalidante e a un certo punto ci sarà poi un un un evento che andrà in qualche modo a a disturbare l'equilibrio perché di fatto anche se il rapporto tra madre e figlio è complesso e teso eh comunque c'è un equilibrio, la loro vita ha questo equilibrio eh che verrà appunto disturbato da eh un terzo personaggio che è una ragazza che arriva a Fiumicino perché il film è ambientato a Fiumicino è una ragazza colombiana che arriva per portare della droga e è un corriere della droga. Infatti il contesto è quello del commercio di cocaina e del trasporto di cocaina perché sia la madre che il figlio in questione sono due spacciatori. e quindi in questo film è fondamentale eh proprio l'atmosfera che viene creata da Enrico Maria Artale che ha voluto costruire una dimensione eh Italo-Colombiana eh in cui sono fondamentali i dettagli e per esempio anche la colonna sonora, le canzoni perché appunto la La madre è colombiana e poi c'è questo rimando continuo alla Colombia, anche la ragazza, il corriere che arriverà a un certo punto a disturbare il loro equilibrio è colombiana. e quindi questa cultura ritorna più volte all'interno del film e si va a mescolare poi invece con la cultura italiana e molto interessante anche la scelta dei luoghi che sono un po' dei non luoghi diciamo come se fosse anche la loro casa in riva al fiume la casa della madre del figlio è un luogo piuttosto particolare, indefinito, è come se fosse un loro piccolo spazio che si sono costruiti, che hanno personalizzato appunto questo mix molto anche colorato, allegro, tra la vitalità della madre colombiana e poi invece qualcosa di più cupo, di più malinconico, introspettivo che è invece appunto rappresentato dal personaggio del figlio. e poi insomma quello che succederà nell'ultima parte del film ovviamente non si può dire ed è quello che diciamo ti fa riflettere su tutta l'idea di questo film su tutto il il concetto del rapporto madre figlio quindi niente nel complesso mi è piaciuto la parte finale è molto molto particolare e l'ho apprezzato molto tra i titoli Orizzonti e le scene di ballo in questo film con appunto la musica sudamericana sono meravigliose e poi ha ricevuto anche due premi uno per la sceneggiatura e uno per la migliore attrice eh appunto sempre della sezione Orizzonti. [00:23:26] Speaker B: Rimaniamo nella sezione orizzonti ma ci spostiamo di continente dalla sud america vogliamo alla turchia perché vi devo assolutamente parlare di yurt il titolo italiano nonché il titolo inglese nonché la traduzione è dormitori dormitorio Yurt è l'esordio alla regia di Neir Tuna, un esordio che nel presentare la sezione Barbera, il direttore del festival, ha definito sconvolgente, paragonandolo a un esordio altrettanto sconvolgente come quello di Marco Bellocchio con i suoi pugni in tasca. e io mi trovo molto d'accordo con questo paragone il regista traspone parte dei contenuti di Pugni in tasca che è un film che dovete assolutamente vedere e trovate che è un film che dovete assolutamente vedere e trovate su YouTube. Traspone appunto parte di questi contenuti, la famiglia che viene dissezionata, distrutta, non è più la famiglia borghese italiana del 65, rivista poi con i valori sessantottini, ma è la famiglia turca, sempre borghese, della Turchia del 1997. E dato che il conflitto tra valori nella famiglia del protagonista coincide con il conflitto tra valori che sta vivendo la popolazione turca, possiamo vedere questa scissione familiare proprio come sineddoche della scissione che sta vivendo l'intero paese. Le tensioni tra i turchi religiosi e laici aumentano, perché nonostante il padre della Turchia moderna e laica, Ataturk, abbia compiuto questa rivoluzione, abbia gettato questo seme di una Turchia laica 70 anni prima, è ancora viva la comunità più radicale musulmana e trova in questi yurt, in questi dormitori, un luogo di formazione per i giovani turchi E tramite la storia di Amet, figlio di una famiglia borghese e laica, ma grazie alla recente, rispetto al tempo del film, conversione del padre, costretto dallo stesso a vivere in questi dormitori, vediamo tramite gli occhi di questo ragazzo quindicenne che si trova a metà tra i due mondi, vediamo l'evoluzione di questo paese. Il film per essere un esordio alla regia ha una maturità artistica incredibile, è un film pieno di rotture, di scontri, di luci e ombre e questo è testimoniato fin da subito dalla fotografia perché abbiamo un bianco e nero che è di bianchi purissimi e neri veramente profondi che evidenziano tutte le ombre che incontriamo durante il film. È un film che quindi queste scissioni, e giuro che è l'ultima volta che pronuncio questa parola, le vive il protagonista perché è un ragazzo di 15 anni che non può ad esempio esprimere la propria sessualità, un po' perché la vive senza avere gli strumenti per comprenderla, un po' perché non può parlarne con i suoi amici per esempio. È un film di rotture politiche, è un film di rotture spirituali. e lo fa talvolta con grande leggerezza talvolta con incredibile consapevolezza di quello che sta raccontando e di nuovo per un'opera prima è tutto fuorché scontato C'è un altro esordio oltre ai pugni in tasca di Bellocchio che voglio paragonare a questo Dormitory che è i 400 colpi di Truffaut. Ci sto andando piano nel paragonare questo film al Manifesto della Nouvelle Vague Però è sensato questo paragone, è abbastanza anche testimoniato da una scena che a definire è catartica, tra la fine del secondo atto e l'inizio del terzo, quindi quella che apre poi al finale, dove abbiamo una transizione stilistica incredibile, accompagnata dalla musica totalmente inaspettata, un classico che non vi spoilerò. della musica leggera italiana e in questa scena vediamo proprio superare quello che è i 400 colpi è veramente un'ichiarazione di intenti molto forte molto chiara perché non ve lo dico ma se sapete come finisce i 400 colpi capirete di cosa sto parlando e quando spero vedrete questo film se sarà mai disponibile qua in Italia e non aggiungerei altro sul film anche perché spero di averne modo di parlare in futuro qualora venisse distribuito un film che secondo me è stato in un certo senso rapinato del premio alla migliore opera prima dato a Lovisa Gunn di un regista di nome impronunciabile taiwanese che rimane comunque un film molto molto riuscito ma molto meno maturo rispetto a quello che per me è stato una delle più grandi sorprese di questo festival ovvero Yurt. [00:29:27] Speaker A: Beh, la sezione Orizzonti appunto ci riserva sempre delle sorprese e questo film è sicuramente appunto una di quelle sorprese e a me incuriosiva molto, però purtroppo non sono riuscita a vederlo, almeno tu ci sei riuscita e mi piacerebbe poi recuperarlo da qualche parte, insomma speriamo che lo distribuiscano, di trovarlo su qualche piattaforma e concludiamo con una sterminata domenica, un altro esordio, l'esordio di Alain Parroni e questo film ha vinto il premio speciale della giuria sempre sezione orizzonti e Alain Parroni con questo film cerca di raccontare La quotidianità di tre amici adolescenti che sono Alex, Brenda e Kevin. Alex è il più grande, 19 anni, gli altri sono un po' più piccoli e Brenda è incinta, è la fidanzata di Alex e tutti e tre sono molto legati appunto da questo rapporto di amicizia viscerale, amicizia e amore. e in sostanza vivono in simbiosi. Parroni cerca quindi di raccontare la quotidianità di questi tre ragazzi contemporanei e ci sembrano attuali soprattutto per la presenza dei cellulari, dei social che appunto sono molto presenti in tutto il film. però allo stesso tempo sono immersi in una dimensione atemporale, quindi non così definita da un punto di vista di tempo, di epoca. E poi la storia di questi tre ragazzi, delle loro peregrinazioni in giro per eh per la periferia romana e qualche volta anche a Roma arrivano fino al centro di Roma però diciamo che eh principalmente il film è ambientato appunto nei dintorni di Roma nella periferia romana anche eh nella zona di Ostia ecco questa storia viene raccontata anche con toni piuttosto epici da parroni soprattutto all'inizio del film mi hanno colpito molti titoli di testa che già sembrano un'introduzione epica la loro storia. Poi è una storia che appunto non ha una una trama particolarmente strutturata, non succedono delle cose particolari, degli eventi particolari. Noi seguiamo dall'inizio alla fine del film eh i movimenti di questi tre ragazzi. È un film dal punto di vista estetico estremamente interessante anche tecnico come eh stile di regia è un sì è un film che definirei frenetico a livello di immagini anche per una certa ricchezza di di colori e di stili è un film che parla con tanti linguaggi diversi a livello appunto di di regia e è un film in movimento ambientato sempre all'aperto e infatti eh Alex Brand e Kevin appunto sono eh sempre collegati ai loro cellulari però in realtà cercano sempre un fuori di qualsiasi tipo, sono sempre fuori, sono sempre all'aperto e cercano spazi di qualsiasi tipo che appunto siano non luoghi, zone periferiche, zone di campagna, spiagge, case di roccate, piazzali, assolati perché c'è anche molto la dimensione estiva dell'AFA estiva diciamo che avvolge ogni cosa immobilizza ogni cosa e appunto questi scenari periferici eh della Roma periferica ma anche ho già detto Ostia come zona trasmettono un senso forte di pesantezza, di stasi, di immobilità. Infatti è un film dove la stasi è presente e appunto siamo tra frenesia scusa non ho più voce Siamo tra frenesia e stasi. Io l'ho visto, l'ho visto così questo film. Ho sentito molto questi due elementi che appunto sembrano eh molto diversi sembrano contraddirsi però ci sono entrambi convivono e anche il movimento continuo di questi tre amici in realtà non non li toglie dalla loro stasi, dalla loro immobilità A eccezione della nonna di Brenda, non veniamo in contatto con altri adulti in questo film. La casa della nonna di Brenda è l'unica casa che vediamo. Perché per il resto, come ho già detto, i nostri tre amici stanno sempre all'aperto, piuttosto dormono in macchina, ma vediamo sempre uno spazio fuori dall'intimità di una casa o dagli interni domestici. e come ho già detto c'è solo questa dimensione frenetica e estremamente statica allo stesso tempo. Forse la Domenica del titolo è un'allusione al modo in cui questi tre amici concepiscono la loro vita, cioè un po' appunto come un flusso sterminato, per riprendere l'aggettivo del titolo, tempo ma è un tempo indistinto che appunto si può passare così tanto per per farlo scorrere e con una certa noia, un po' di pigrizia e quello che veramente eh rimane è il loro legame forte, la loro vita in simbiosi, il loro amarsi reciproco eh per quanto anche quello a un certo punto arriva a un livello di saturazione e e come dire si svela come qualcosa di fragile. Quindi è un film che particolare, anche sperimentale e un bel esordio e al cinema in questi giorni. [00:35:51] Speaker B: Sai cosa mi ha fatto ricordare? Io non l'ho visto perché come tu purtroppo ti sei persa agli urti, io mi sono persa una sterminata domenica. Però sentendo a te ne parlare mi viene in mente a proposito di domenica la canzone Domenica da coma di J-Ax. E un po' forse sono quelle le sensazioni, no? [00:36:08] Speaker A: Forse le vibes sono quelle, sì. [00:36:09] Speaker B: Quelle di una domenica pomeriggio, passata tra una sonnolenza continua dopo il pranzo domenicale, senza niente da fare se non ciondolare. [00:36:19] Speaker A: Ciondolare, esatto, variare. [00:36:20] Speaker B: Tra il McDonald e il bar davanti, no? Forse sono quelle le vibes. [00:36:24] Speaker A: Esatto, sono quelle le vibes. [00:36:25] Speaker B: Come lo va a rendere il regista. [00:36:26] Speaker A: È verissimo. [00:36:27] Speaker B: Come dicevi, il film al cinema, quindi andatelo a vedere, perché oltre al fatto che costano poco i biglietti, grazie alla promozione ministeriale, pagate 3,50€, e poi insomma film italiani, queste voci nuove del nostro paese vanno supportate. [00:36:47] Speaker A: Sì, decisamente. [00:36:49] Speaker B: Allora, Bea, è meglio prenderci una pausa? Abbiamo ancora un sacco di film da raccontare ma i nostri ascoltatori qua avranno ben altro da fare. [00:37:01] Speaker A: Non ne possono più. [00:37:02] Speaker B: Vi diamo l'appuntamento a venerdì prossimo dove uscirà la seconda parte di questa puntata. e le solite cose, seguiteci sulla pagina Instagram e soprattutto, cosa che non vi abbiamo ancora detto, condividete il nostro podcast e parlatene con qualcuno, perché sono sicuro che vostra mamma vorrà sentire l'opinione di Bea su uno Sterminato Domenica. [00:37:24] Speaker A: Ma assolutamente! [00:37:25] Speaker B: E quindi proponete a vostra mamma di scaricarsi Spotify e ascoltarci. [00:37:30] Speaker A: Io ci conto. [00:37:31] Speaker B: Così come i vostri amici vorranno sentire com'è l'ultimo film di Woody Allen, quindi insomma dateci una mano, fate conoscere il nostro podcast se vi piace a chi volete. [00:37:40] Speaker A: Il famoso passaparola di un tempo. [00:37:45] Speaker B: Dai su, fate anche voi la vostra parte. Vi ringraziamo nuovamente, seguite Unigiradio che produce tanti altri podcast come il nostro. [00:37:56] Speaker A: Oltre al nostro, esatto. E alla prossima. [00:37:59] Speaker B: Dai, anche poi troveremo una chiusura un po' migliore che alla prossima.

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