Ep. 26: Priscilla

Episode 22 April 05, 2024 00:49:21
Ep. 26: Priscilla
Cinema Passengers
Ep. 26: Priscilla

Apr 05 2024 | 00:49:21

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A distanza di 18 anni dal suo "Maria Antonietta", Sofia Coppola torna al cinema con un nuovo biopic: "Priscilla", tratto da "Elvis and me", l'autobiografia di Priscilla Presley. Beatrice, Diletta e Luca ne parlano nella puntata 26, ascoltala ora!

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Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: Era un uomo, un uomo veramente speciale. Con queste parole Priscilla Presley conclude il suo memoir Elvis & Me, pubblicato nel 1985, sul quale si basa l'ultimo film di Sofia Coppola, Priscilla. [00:00:15] Speaker B: Signore e signori, prendete posto, la puntata numero 26 di Cinema Passengers sta per cominciare. [00:00:19] Speaker C: ... ... ... ... Eccoci qui, signori e signori, ascoltatrici e ascoltatori, siamo tornati con un nuovo episodio di Cinema Passengers e oggi parliamo di Priscilla. [00:01:01] Speaker B: È tornata Dile! [00:01:02] Speaker C: È tornata Dile dopo settimane di delirio, ma sono tornata e sono contenta perché in realtà avevo un hype pazzesco per questo film, cosa che Luca non condivide assolutamente, l'abbiamo dovuto costringere a vedere questo film al cinema. [00:01:17] Speaker B: E avevo tantissimo sonno. C'è stata la Pasqua, che uova avete ricevuto, che uova vi siete comprate? [00:01:23] Speaker C: Kinder, classico. Wings, ho trovato Pluma. [00:01:26] Speaker A: Io in realtà volevo quello di Snoopy ma non l'ho trovato. Non esiste? [00:01:29] Speaker B: Niente uova? [00:01:31] Speaker A: No, avevo qualche uova così però niente di che. [00:01:34] Speaker B: Niente sorprese? [00:01:35] Speaker A: No, sorprese brutte devo dire. [00:01:37] Speaker B: Mia sorella mi ha regalato la sorpresa, l'uovo se l'è tenuto, Goku. [00:01:43] Speaker C: Ah beh, bellissimo. Posso dire che questa delusione tra l'uovo e la sorpresa dentro è tipo una metafora non intenzionale del film Priscilla, praticamente. [00:01:56] Speaker A: Verissimo, ecco ecco. [00:01:58] Speaker C: Ti ho detto, la mia testa è programmata per la semiotica. [00:02:01] Speaker B: Geniale, geniale. [00:02:02] Speaker A: E' bellissimo questo collegamento. [00:02:06] Speaker C: Vuotissimo! [00:02:07] Speaker A: Deludente! [00:02:10] Speaker B: Il mio amico Yuri, che ci tieniamo per due puntate di fila, ha definito questo film come un bicchiere di acqua minerale versato alle 10 e bevuto alle 17. Dile, dice che è un uovo. [00:02:21] Speaker C: È l'uovo delle Winx quando trovi dentro Bloom. [00:02:24] Speaker B: Sì, sfigata. [00:02:25] Speaker C: È, troppo enormi. [00:02:26] Speaker B: L'Enchantix. [00:02:27] Speaker A: No, dite che no. Ok, ok. Adesso partiamo subito. Mi piacciono questi riferimenti. [00:02:32] Speaker C: Sì, in realtà stiamo esagerando, io lo dico anche con il cuore un po' amaro, perché oddio dire che adoro Sofia Coppola è una parolona. però ci sono delle cose di Sofia Coppola che io trovo eccezionali e però c'è sempre qualcosa che non va nei suoi film. Penso che le uniche due opere della Coppola che veramente sono nella mia top 5, che come ormai abbiamo imparato durante i miei episodi è una top 50 perché ogni puntata di Quella è nella mia top 5 e alla fine ne ho tipo 852. Ma per me Maria Antonietta e il Giardino delle Vergine Suicide sono ancora, anche dopo aver visto Priscilla, ad oggi due opere della Coppola imbattibili. [00:03:12] Speaker A: Vabbè, ma di cosa stiamo a parlare? Io in realtà, nel senso, sono più o meno d'accordo con te, in realtà mi manca ancora Maria Antonietta, quindi sono un po' profana, però per esempio per me il Giardino delle Vergine Suicide e Lost in Translation, anche se è ancora un altro tipo di film, mentre Giardino delle Vergini Suicide, Priscilla e Maria Antonietta magari sono un po' più simili per tematiche. Vabbè, comunque per me sono dei film incredibili. E dico subito una cosa, Priscilla l'avevo visto a Venezia in anteprima. Anch'io avevo avuto un po' quella sensazione del bicchiere d'acqua di Yuri, nel senso che alla fine hai delle aspettative, perché comunque si tratta di Sofia Coppola, è una regista che soprattutto per il suo modo di creare l'atmosfera del film, di anche proprio confezionare, uso apposta questo termine, il film nei minimi dettagli, è proprio, c'è come dire, una regista che apprezzi tanto anche per questo, almeno nel mio caso è così. [00:04:12] Speaker B: Anche di stravolgere un certo tema narrativo, un certo clima come in Maria Antonietta che io non ho visto però me ne avete parlato. Cioè, è anche capace di giocare. Tu ti aspetti un biopic su Priscilla e magari, non so, te lo fa finire in chiesa a cantare. Non lo so, stravolge anche i... [00:04:30] Speaker C: Diciamo che la cosa bella della Coppola, secondo me, è che lei è molto fissata in senso positivo con l'estetica. Lei proprio adora creare delle estetiche e in più fa una cosa che io adoro, ovvero mescolare autorialità con cultura pop. E per me Maria Antonietta è il manifesto massimo di questo tipo di poetica tra virgolette della coppola. Però è anche vero che negli ultimi anni ho visto un pochino un calo da questo punto di vista, non lo so. Non lo so, forse perché in generale l'estetica dei primi anni 2000 o comunque dei primi anni 10 degli anni 2000 era qualcosa di molto più sentito. di molto più pop e quindi di conseguenza magari stimolava anche la coppola stessa a fare determinate cose, mentre magari negli ultimi dieci anni, tra tutti questi nuovi core, queste nuove estetiche che nascono ogni giorno con TikTok eccetera, c'è talmente tanta roba che poi è difficile riuscire a creare un'estetica che sia in piedi da sola e che possa durare nel tempo e non essere buttata giù da quella nuova al giorno dopo. [00:05:34] Speaker A: Ma infatti dico solo l'ultima cosa perché mi piace che iniziamo un po' parlando di Sofia Coppola perché per me è una regista molto interessante. Io non ho visto proprio lui, l'ultimo mi hai detto è un Verox, vero? [00:05:46] Speaker C: Sì, che neanche io ho visto. [00:05:47] Speaker A: Sofia, nostra amica. [00:05:49] Speaker C: Quello poi me l'inganno. [00:05:50] Speaker A: Ecco, l'inganno, l'avevo visto, era già una cosa molto appunto... c'era sempre un'estetica molto classica, molto bella, ambientata durante il periodo della guerra di secessione in America, in questa specie di collegio femminile, quindi tutte queste ragazze vestite in questi vestiti bianchi, cioè c'era sempre l'estetica coppola, però non era... era già un film molto più classico, più storico, no? Ed è vero che forse lei si era veramente imposta, dico la Coppola si era veramente imposta nei primi anni 2000, quando quel tipo di estetica che aveva portato già con il suo esordio incredibile, Giardino delle Vergini Suicide, si era proprio imposto. Ed è vero, c'è quello che dici tu, oggi in questo mare di trend quasi si perde. [00:06:35] Speaker C: L'inganno, per esempio, ha un'estetica molto bella che però è molto fedele a un tipo di estetica storica, che è assolutamente l'opposto di quello che lei ha fatto con Maria Antonietta, preso un'estetica storica e l'ha resa estremamente pop. [00:06:49] Speaker A: L'ha reinventata. [00:06:50] Speaker C: Cosa che in Priscilla effettivamente non fa, nel senso che è abbastanza fedele a livello di costumi, di paesaggi, di vibe in generale. Però secondo me, a differenza di magari altri film che ho citato, in questo film io non lo trovo un difetto perché obiettivamente gli anni 60 sono degli anni talmente tanto belli da un punto di vista estetico che è davvero un peccato toccarli. Cioè, rendili fedeli perché non puoi comunque portare nulla di più all'estetica di quegli anni incredibili. [00:07:20] Speaker A: No, ma anzi, meno male, nel senso che in questo caso già gli anni Sessanta, a parer mio, avevano delle cose talmente... anche proprio le acconciature, questa cofana appunto che poi diventerà la caratteristica principale di Priscilla, questi capelli cotonati. che già sono così forti che, come dire, accentuarli sarebbe diventato quasi kiccio, insomma, secondo me è stata giusta la ricostruzione storica. [00:07:46] Speaker C: Esatto, anche secondo me. [00:07:48] Speaker B: Giusta, banalissima, noiosissima, chi se ne frega di vedere un film? Cioè, ce ne sono mille e poi, voglio dire, anche il fatto che tirate fuori la cosa che adesso è anche difficile imporre un certo stile canone, Però ho capito, se tu sei un'autrice, i trend esistono, ma tu sei la trendsetter. [00:08:08] Speaker C: Sì, che è la stessa cosa che io ti dicevo di Villeneuve 2 ante 2, ma non mi pare che quella critica l'hai presa. Villeneuve lo fa! [00:08:19] Speaker B: La Coppola no! [00:08:22] Speaker C: Ma scusami, ma guarda, va bene, ma senti Luca, fai una cosa più utile, fai la sinossi. Ti odio! [00:08:30] Speaker A: Vabbè, è vero Luca. Poi adesso parleremo anche di questo film in senso anche un po' più critico. Però, cioè, Villeneuve, Coppola, no, che è sta cosa? [00:08:39] Speaker B: Ma sto film è in... Vabbè, ci arriviamo, ci arriviamo, ci arriviamo. Fatemi calmare perché, signore, dammi la pazienza che se mi dai la forza spacco tutto. [00:08:46] Speaker C: Aspetta, questa piccola pareticità... Lu, sei esagerato però. Non fa cagare. [00:08:53] Speaker B: Allora, sinossi prima di entrare in altri ulteriori litigi. La sinossi è presto fatta perché è un film tratto dall'autobiografia, come dicevamo in apertura, Elvis & Me di Priscilla Presley e tra l'altro che è rimasta anche già accreditata come produttrice, come consulente del film e forse questo è anche un piccolo problema per il film stesso, ne parleremo. e quindi film incentrato sulla vita, sulla storia d'amore di Priscilla ed Elvis Presley che si conoscono in Germania nel 59, siamo nella Berlino Ovest Elvis ha preso servizio militare Priscilla invece figlia di un generale, un ufficiale, comunque un personaggio dell'esercito americano estanziato lì Priscilla 14enne, Elvis 24enne Presley già noto, comunque già famoso, quindi avendo che era una persona che aveva già un circolo di amici, di lacchè, di sottoposti, di persone che gli orbitavano attorno, con fare anche un po' predatorio nota Priscilla e la inserisce appunto nel suo circolo e come poi la storia ci insegna, la storia di queste due persone ci insegna, inizia la loro avventura, la loro storia d'amore che culminerà poi in un matrimonio, in una figlia, in un divorzio e più o meno arriviamo qua, cioè il film parla di questo. [00:10:31] Speaker C: Sì, il film termina che Priscilla ha 25 anni, quindi copre praticamente la vita appunto di Priscilla dai 14 ai 25. Anche qui interessante perché effettivamente sono gli anni della vita che lei ha interamente dedicato ad Elvis, che poi sarà anche uno dei motivi per i quali lei lascerà Elvis perché si renderà conto a 25 anni di non essersi assolutamente formata come essere umano, di non avere alcun tipo di autonomia e di indipendenza e questo probabilmente sommato a uno dei periodi anche più bui di Elvis, mi pare, di quel periodo. a, insomma, lasciarlo. Ma quindi, cosa ne pensiamo? [00:11:13] Speaker A: Partiamo subito con le riflessioni. Allora, io l'avevo appunto già visto a Venezia, come avevo già anticipato, e subito non mi aveva colpito molto. Un po' come aveva detto Luca, anch'io avevo pensato, beh, ma alla fine è un film, è un solito biopic. Cioè, sì, fatto bene, però, come dire, abbastanza anonimo. Anch'io avevo pensato questo. Però in realtà ieri l'abbiamo rivisto, io l'ho rivisto per una seconda volta e invece devo dire che questa seconda volta ha fatto maturare in me delle riflessioni diverse. L'ho rivalutato un po'. Ovviamente è un film che secondo me ha qualcosa di incompiuto, cioè è talmente sobrio che appunto non riesce a veramente a spiccare nella filmografia di Sofia Coppola. Poi vabbè, certo, prima abbiamo citato i capolavori, quindi è sempre difficile arrivare un po' a livello dei capolavori di Sofia Coppola, che peraltro sono anche i suoi primi film. [00:12:11] Speaker C: Sì, sono i suoi manifesti. [00:12:12] Speaker A: Quindi anche quelli più lontani, meno recenti. Però è così. Per quanto, appunto, rivederlo mi è piaciuto e mi è stato utile perché ho appunto trovato delle cose che ho apprezzato molto. Forse anche a Venezia, vedendo tanti film uno dietro l'altro, certi dettagli ti sfugono comunque di base. Avevo più colto il suo essere molto, ripeto, molto sobrio, alla fine anche abbastanza lineare. Quasi mi era sembrato un film di Dascalico e forse di fatto è un po' un film di Dascalico. Però invece l'ho un po' rivalutato, ma prima di dire le cose che mi sono piaciute, sentiamo voi. [00:12:53] Speaker B: Ma sì, accenniamo prima al fatto che la presenza della Priscilla Presley come autrice dell'autobiografia, come consulente durante il film, può essersi rivelata un passo falso, perché ho visto una Sofia Coppola tremendamente attenta a rendere le cose con uno sguardo neutrale, perché sarebbe stato facile accusare, prendere la figura di Elvis e accusarla, ridicolizzarla, cosa che peraltro Buchino riesce ad ogni modo, e prendere le parti di Priscilla, Invece tutto questo rispetto, tutta questa attenzione nel dare le cose come stanno, o comunque viste con un terzo occhio, appunto annichilisce tutta la creatività, tutta l'inventiva, tutto il quid in più che può dare una regista come Sofia Coppola. E' per questo che dico, vabbè, forse prima sono stato un po' esagerato, ok? Però è un film tremendamente anonimo. Se questo film me l'avesse fatto un qualsiasi altro regista, perché voglio dire, anche le figure femminili dipinte da Sofia Coppola, non viene tradito in questo film, ok? Però non ti viene, non ti lascia quel qualcosa in più, non ti lascia quel cazzo questa è un'autrice, donna, un'autrice che ha fatto la storia del cinema degli ultimi vent'anni, che sa raccontare, che sa dire. [00:14:25] Speaker C: Io penso che effettivamente uno dei problemi principali del film sia il fatto che è come se la coppola si fosse tenuta molto trattenuta, forse per il fatto che stava trattando la storia di una persona ancora in vita e che ha contribuito alla creazione del film, quindi magari anche inconsciamente questa cosa le ha fatto tenere un pochino il culo tirato. [00:14:46] Speaker A: Poi Priscilla non è mai andata sul. [00:14:48] Speaker C: Setto, ho letto in un'intervista, però anche. [00:14:51] Speaker A: Inconsciamente, come dici tu, è naturale. [00:14:54] Speaker C: Quindi questa cosa si è sommata ha una storia di per sé molto semplice. Nel senso, una delle cose più interessanti della filmografia della Coppola è che si tratta di una storia molto semplice o di una storia molto complessa, come in caso la storia per esempio del Giardino delle Vergini Suicide, che non succedono tantissime cose, ma le dinamiche a livello psicologico sono veramente fitte, veramente complicate. Qui hai a che fare con una storia molto semplice che quindi, per renderla eccezionale, hai bisogno di fare tutto un lavoro di analisi e di studio psicologico della persona in questione, ovvero Priscilla. In questo caso, questo avere un po' il culo tirato e questo cercare di essere neutrale, Ha fatto sì che quello che ti ritrovi sullo schermo è una storia estremamente banale e ordinaria. Ordinaria soprattutto per quegli anni, perché il tipo di relazione abusiva che avevano Priscilla e Elvis era qualcosa di estremamente comune all'epoca, se non assolutamente ordinario. L'unica cosa diversa è che questo tipo di relazione non era vissuto da una commessa e un militare qualsiasi, ma in quello che era il recinto d'oro e la prigione d'oro di Elvis. Anche in questo caso sarebbe stato molto bello che a livello di estetica si premesse un pochino di più su questo sfarzo, anche perché si sa che Elvis era anche uno, soprattutto in un certo periodo, che era molto farzoso, che era molto tamaro. [00:16:20] Speaker A: Allora, prima mi è venuta in mente una cosa riguardo proprio un po' a questo tema di Priscilla come produttrice. Perché io ho proprio pensato, ma chissà perché Sofia Coppola ha voluto proprio fare un film dedicato alla vita di Priscilla. Cioè, effettivamente è una storia interessante. Ultima domanda, anche io me la sono chiesta. Cioè, di fatto non ho trovato interviste in cui proprio viene specificato questo. Però, beh, possiamo anche un po' immaginarci. Una delle possibili risposte potrebbe essere, perché comunque ancora oggi è importante parlare anche di storie di questo tipo, che sì, in quel caso lì era Elvis, però era un po' la normalità passare dal padre che ti controlla al marito che ti controlla, magari anche più grande. e che cerca anche un po' di trasformarsi. [00:17:07] Speaker B: Anzi, tolgo anche il verbo attivo, essere passata dal padre al marito, non è neanche passare. [00:17:11] Speaker A: Sì, è verissimo, essere passata. Quindi questo tema della passività è importante, però questo apre a tutte delle riflessioni quasi sociali, femministe, sull'attualità, che sono importanti, utili e sempre necessarie, perché purtroppo ancora oggi per molte donne è quasi giusto essere un po' come dire controllate dal compagno. C'è questo tema comunque del possesso, dell'essere un po' un passo indietro, in ombra, va bene. Però io in realtà non sono molto interessata in questo momento a fare riflessioni di questo tipo perché Allora, per me Coppola fa una cosa diversa. Poi ovviamente il film è molto neutro, quindi tutti possono dare la propria interpretazione, possono vederlo come specchio dell'oggi, riflessione sul possesso del maschio che ancora oggi è presente sulla donna. ma non vuole esatto, secondo me è una cosa diversa perché comunque Coppola è sempre stata molto vicina a Priscilla nella realizzazione del film e credo che lei volesse proprio raccontare una storia che aveva tante ombre e quindi raccontare delle situazioni estremamente sbagliate in cui Priscilla si trova colpa di Elvis in sostanza perché eh lei non ha ancora la consapevolezza di sé, è giovanissima e direttamente vi entra a Graceland cioè la la dimora di Elvis ed è come se fosse adottata da un'altra famiglia, è come se entrassi in una comunità con delle regole precise, quindi sicuramente questo viene raccontato nel film e quindi tante situazioni che non sono per niente positive per Priscilla. Però alla fine c'è anche, secondo me, dell'umanità che nel libro di Priscilla, che non abbiamo letto però sicuramente questa parte c'era, c'era comunque un affetto vero, ovviamente che poi verrà smentito dai fatti perché di fatto si separano, però c'era un amore, quindi c'è anche una malinconia di fondo e secondo me Coppola voleva raccontare questo, cioè un amore sbagliato, però anche con tanta delicatezza e anche molta malinconia. Io l'ho vista così. [00:19:23] Speaker B: Comunque che Priscilla fosse in qualche modo circuita da Presley, voglio dire, ma secondo me chiunque, insomma, non so di chi avevate il poster in camera voi a 13 anni, ma a una quattordicenne vi dici guarda che c'è l'uomo della star internazionale di cui sei innamorata che è. [00:19:43] Speaker C: Innamorato di te Certo, ma infatti lei. [00:19:49] Speaker B: Mi sembra anche molto, scusami, molto consapevole, molto felice poi di prestarsi al gioco. [00:19:53] Speaker A: No, infatti, ma proprio per questo ti dico. [00:19:55] Speaker C: Sì, è che lei secondo me nasce fan e rimane fan. E una delle cose secondo me più chiare del film e assolutamente intenzionali della Coppola sono quelle di fare un ritratto di Priscilla che ha che è parziale sia nella percezione di Elvis di Priscilla sia di come Priscilla vede se stessa, nel senso Elvis aveva questo rapporto molto complicato con la madre, lo ha lasciato improvvisamente quindi lui è palese, è chiaro che ha questa sindrome tra virgolette dell'abbandono che secondo me è quello che lui vede in Priscilla, cioè già solo il fatto che lui si sia fissato con Priscilla solo perché era del Texas come lui e che quindi gli ricordava casa ha fatto sì che il tipo di legame che si è creato tra i due fosse molto familiare, che è anche il motivo per il quale poi probabilmente lui per anni non ha avuto alcun tipo di pensiero sessuale nei confronti di Priscilla, cosa che se pensiamo alla dinamica abusiva potrebbe essere anche controsenso, proprio perché lui la vedeva veramente come una creatura estremamente familiare e materna da quel punto di vista, qualcosa di estremamente sacro. Allo stesso tempo però questo significa che il modo in cui Elvis vede Priscilla non la vede nella sua completezza. Per lui Priscilla non è completa, ma non perché pensa che gli manchi qualcosa o che non è sufficiente, non riesce a vederla al di là della ragazzina carina che si prende cura di lui e secondo me lei, essendo molto giovane e per forza di cose a livello mentale anche plasmata dal giudizio di lui in quanto lui, Lei stessa si vedeva come incompleta, cioè si percepiva come un essere umano che più di dare quello che Elvis le chiedeva non poteva dare, che è motivo per il quale poi a 25 anni, quando a 25 anni comincia ad avere un attimo una coscienza un pochino più formata, comincia a frequentare altre persone, staccarsi da lui, si rende effettivamente conto che no, lei è un essere umano e che non è questa visione parziale che lui ha di lei e che lei si è autoproiettata perché è Elvis. [00:22:04] Speaker A: Lui la vede un po' come un prolungamento di sé, però alla fine è un tema classico, nel senso che è la moglie che appunto sta a casa, lui spesso dice devi rimanere pura, tieni acceso il focolare mentre sono via, cioè è l'angelo del focolare. [00:22:23] Speaker C: È una cosa assolutamente classica e se vogliamo da un punto di vista narrativo anche estremamente pigro Però a me la cosa che effettivamente ha colpito è questo controsenso. Noi siamo abituati a vedere una relazione abusiva dove c'è molta violenza sessuale. In questo caso non esiste. Io non riesco neanche a percepirla come violenza psicologica. Io non ci vedo un'intenzionalità in Elvis o una cattiveria di base. Vedo semplicemente una persona estremamente complicata, piena di traumi, che avrebbe dovuto fare un sacco di terapia, e che semplicemente ha preso tutti i problemi che aveva, li ha messi sulle spalle di priscilla e gli ha detto puoi per favore gestirli tu perché io non ho tempo, io sono Elvis, io devo scoparmi le altre. [00:23:10] Speaker B: Non ha senso giudicare nessuno ma tantomeno, porca Eva, tossicodipendente su quello possiamo farne una colpa, possiamo farne una grande debolezza. anche considerato il periodo dove prendere lsd e farmaci era molto più fattibile, molto più infatti. [00:23:30] Speaker A: Poi anche per il ritmo lavorativo che doveva reggere. [00:23:33] Speaker B: Il ritmo lavorativo assurdo. [00:23:34] Speaker C: E anche il contesto culturale dell'epoca. [00:23:37] Speaker B: Sì certo, poi incapace di prendere una decisione per se stesso perché comandato da un burattino dal pool della gente che gli sta attorno Voglio dire, non è che proprio ti aspetti o pretendi la persona più sana di mente del mondo. No, ma infatti... Ok, e quindi il fatto che abbia trovato in Priscilla questo rifugio, che chiedeva a Priscilla di essere per lui questo era il rifugio sicuro, in qualche modo legittimo, fintanto che poi non vai veramente a turbare tanto l'altra persona. Però, voglio dire, in queste cose sono anche abbastanza Non dico scontate, però leggibili, ok? Quindi questo film manca di pathos, manca. [00:24:19] Speaker A: Di... Un po' è vero. Cioè, di base hai ragione. Nel senso che è vera questa cosa. Io, ripeto, quando... anche la prima volta in cui l'ho visto, comunque, non mi piaceva questa interpretazione del film a l'uomo super tossico. Sì, è vero, Elvis si comporta in modo tossico con Priscilla, però, cioè... c'è tutta una contestualizzazione anche del personaggio di Elvis. [00:24:44] Speaker C: Sì, non penso che sia gratuito assolutamente. [00:24:46] Speaker A: Nel senso anche Elvis, sì, condannarlo è difficile, cioè giudichi ovviamente, lo critichi giustamente perché di fatto è il prodotto anche di una cultura patriarcale, maschilista, per cui la donna sta a casa. [00:25:00] Speaker C: Esatto, ed è lì che è difficile giudicarlo perché lui è sia vittima che carnefice ed è vittima in quanto carnefice. [00:25:06] Speaker A: Peraltro poi morto in un modo anche molto triste, in solitudine, pochi anni dopo che Priscilla, insomma, che si erano divorziati, che c'era stato il loro divorzio, insomma, una figura secondo me molto molto triste, quella di Elvis, questa non è una giustificazione per, diciamo appunto, i suoi atteggiamenti maschilisti nei confronti di Priscilla, ma ragazzi, contestualizziamo, al tempo era normale tutto, Quindi, come dici tu, alla fine che cosa rimane? Se contestualizzi tutto, se analizzi un attimo la figura di Elvis, quella di Priscilla che comunque accetta questo ruolo di buon grado, direi, per quasi tutto il film, è solo verso la fine che un po' si ribella, tra virgolette. Cosa rimane di questo film? Bella domanda, nel senso che secondo me rimane una cosa che può essere effimera, però è anche la sostanza un po' della regia di Sofia Coppola, cioè del suo cinema. Il fatto che siano gli oggetti, i vestiti a parlare in molti casi, per me è stata emblematic, cioè ci sono due o tre scene che proprio mi sono rimaste impresse, più alla seconda visione che alla prima, devo dire. [00:26:17] Speaker C: Vediamo se sono le stesse che sono rimaste impresse a me. [00:26:19] Speaker A: Secondo me sono un po' le stesse di tutti, credo, perché allora Cioè, lei che deve andare a partorire, si mette le ciglia finte, si trucca. Poi, quando abbina le pistole ai vestiti. E poi, quella che forse mi è piaciuta di più, quella per me a livello di pathos mi è piaciuta, è tutta la prima parte in cui viene raccontato questo idilio intimo di innamoramento di Priscilla e siamo solo con lei nella sua cameretta. Esatto. Esatto. E vedi tutti i suoi oggetti, ci sono quelle inquadrature. Quello lì è proprio il top. [00:26:57] Speaker C: Io lì sono impazzita, che è il motivo per il quale secondo me questo film diventa estremamente pigro da metà in poi. Perché la prima metà è super interessante, ci sono questi primissimi piani delle unghie di lei, che tocca questi bigliettini pieni di cuoricini, estetica super girly, che è la cosa tipica della Coppola e che a me fa veramente impazzire, è proprio una cosa che adoro. Sono quelle inquadrature che vorrei che nel 2010 avrei messo come immagine di copertina di Facebook, cioè proprio quelle cose che mi fanno smattare. Ad un certo punto diventa estremamente pigro e quindi cala tantissimo l'attenzione. anche per esempio nella prima parte ci sono dei dettagli che secondo me nella seconda non ci sono e secondo me è veramente pura pigrizia perché nella prima parte dove Priscilla è molto piccola e appunto vediamo questa ragazzina che parte a livello di percezione come ragazzina piccolina e poi nell'arco di un paio d'anni dove di fatto è ancora una ragazzina cerca di atteggiarsi da adulta perché anche circondata da tutti gli amici di Elvis quindi da questo desiderio di avere anche inconsciamente la loro approvazione visto che Elvis ha così tante donne hanno in qualche modo il desiderio di far capire agli altri che lei si merita di stare lì, che ha qualcosa di speciale. E per esempio c'è un dettaglio che a me è piaciuto tantissimo e che dimostra perfettamente questa cosa che il fatto, non so se ci avete fatto caso, ma lei quando comincia ad indossare i tacchi quando ha tipo 16 anni in casa di Elvis sono sempre tacchi di un numero più grande del suo. Non può essere una cosa buttata lì perché non avevano budget o perché non se ne sono accorti. Conoscendo la coppola sono proprio quei piccoli dettagli che ti vogliono comunicare una cosa specifica, che è tu sei una bimba a cui sono stati messe delle scarpe e sei talmente tanto una baby che le scarpe del tuo numero non ci sono neanche con il tappico. [00:28:54] Speaker B: Una bimba con rossetto. [00:28:55] Speaker C: Esatto! Cheat neater! Esatto! E queste sono proprio le cose che mi hanno fatto apprezzare tantissimo il film nella prima metà e poi dalla seconda metà in poi, quando paradossalmente l'estetica si fa più interessante, perché poi è il momento in cui lei si cotone i capelli, c'è il matrimonio e tutto. [00:29:14] Speaker A: Da quel momento lì un po' cala, è vero, è verissimo. E poi quella inquadratura proprio di le scarpe di Priscilla, cioè lei che cammina sulla moquette con le iniziali di Elvis. E poi sì, proprio quella dell'inizio e mi pare l'inquadratura iniziale. No, sono proprio un po' queste le cose che forse sembrano, ripeto, estetica pur estetica un po' effimere, ok? Non riescono a fare da sole un film grande. però sono importanti per Coppola perché raccontano tantissimo. Forse sono di più i riferimenti a questo tipo di oggetti, anche proprio a questa femminilità molto adolescenziale, forse sono di più proprio nella prima parte perché bisogna farci capire subito qual è il piccolo universo di Priscilla, cioè chi è. tramite anche questi oggetti, a me è piaciuto anche appunto lei nella sua cameretta tutte quelle inquadrature anche quasi dei suoi, c'è ancora gioca tipo con le tazzine di porcellana queste cose qui e poi invece appena arrivata a Graceland tira fuori i suoi oggetti dal beauty case però questi. [00:30:28] Speaker C: Sono oggetti da donna Chanel numero 5. [00:30:30] Speaker A: I trucchi, le ciglia finte anche quello mi è piaciuto come parallelismo io anche. [00:30:36] Speaker C: Parlando con Luca prima nella parte che abbiamo tagliato perché ci siamo insultati malissimo. [00:30:41] Speaker B: Fatemi fare un inciso, sono ben lieto di stare zitto ad ascoltarvi e riconosco tutti i miei limiti di uomo. Ottimo. [00:30:50] Speaker C: No appunto è uno dei motivi per i quali non riesco veramente a So che è un film pieno di difetti, però come dicevo all'inizio, la Coppola per me è questo. Ci sono tantissime cose di lei che non funzionano mai. Ma poi ci sono altre cose che sono veramente eccezionali e che sono proprio riflesso di una persona che davvero studia, analizza, cerca di capire a livello proprio di creazione di senso come comunicarti le cose. Che è anche il motivo per il quale ci sono rimasta un po' male quando nella seconda parte la regia, ripeto, si fa pigra. Cala tutto. Ci sono un sacco di tagli a cazzo di cane, perché a caso non rende l'idea, sono proprio fatti a cazzo di cane. E sembrano semplicemente dei piccoli episodi o piccole scene di vita quotidiana di prescilla. Solo che non sono abbastanza speciali da vederci dietro un'intenzionalità del tipo, lei ha vissuto la sua vita talmente tanto passivamente negli ultimi anni di matrimonio con Elvis, che te lo comunico attraverso una regia altrettanto vuota. No, no, è proprio pigra. [00:31:57] Speaker B: Tra l'altro, ritornando poi a quella che era la prima parte, tu parli del montaggio, io del montaggio spero che non sia troppo una pigna in culo ogni film parlare di sto linguaggio cinematograph però. [00:32:10] Speaker A: Per Coppola ha molto senso. [00:32:12] Speaker C: È come parlare senza usare le lettere dell'alfabeto. Stiamo parlando di cinema, è inevitabile. [00:32:17] Speaker B: Nella scena, nel primo atto, a metà del secondo, dove subentra anche... la relazione inizia a diventare tossica e intossicata dalle pastiglie, ok? Ci sono delle sequenze, due o tre sequenze, diciamo, montate più o meno allo stesso modo, in qualche modo a blocchi ricorrenti, che a me hanno dato tantissimo un senso di alienazione. [00:32:44] Speaker A: Ok, quali? [00:32:46] Speaker B: Diciamo dalla prima loro notte dove lui le dà la cosa. Ho avuto la sensazione... poi è chiaro che è una cosa che rileggi al contrario, no? Dici, ok, questa cosa mi sembra di averla già vissuta. Sequenza dopo, ok, questa cosa mi sembra di averla già vissuta, ok? Poi ti rendi conto che... [00:33:05] Speaker A: Quando rimangono nella stanza a lungo. [00:33:08] Speaker B: Cioè, diciamo che ci sono degli schemi ricorrenti. [00:33:10] Speaker C: Sì, perché non tutti hanno visto il film, probabilmente, però c'è una scena in cui Priscilla si è appena diplomata, giusto, stai parlando di quella, E Elvis e Priscilla passano praticamente tre giorni chiusi in camera a farsi fotografia, a passare il tempo, a drogarsi, a impasticarsi. Però anche lì, per esempio, quella scena, così come anche quella di quando prendono le LSD, sono scene che di base avevano un potenziale di regia dell'eccesso. di fotografia dell'eccesso che sarebbe stato veramente interessante fatta da una come la Coppola. [00:33:43] Speaker B: Mi piace anche che abbia lavorato un po' per difetto ma mi abbia dato questa sensazione di alienazione. C'è una cosa che ho percepito molto, un'altra cosa che mi è piaciuta, ci sono un paio di sfumature, di solito gli stacchi sono stacchi, un paio di volte il film va a nero, sfuma a nero. [00:34:00] Speaker A: C'è la dissolvenza nero. [00:34:01] Speaker B: Dopo delle sequenze di Lia che poi ti sbatte in faccia una scena estremamente concreta di un oggetto di vita vera e proprio ti dà la sensazione di. [00:34:14] Speaker C: Una che si risveglia da un sogno. [00:34:15] Speaker A: Di si scoppola. [00:34:16] Speaker C: No, ma infatti vedi che a scavare. [00:34:17] Speaker A: Ci sono delle cose molto interessanti. [00:34:19] Speaker C: È solo che è vero, però viene fatto in tempi troppo brevi. Cioè, nel senso, secondo me una cosa del genere funziona se tu fai una scena di, non lo so, anche dieci minuti, ok? Anche un bellissimo piano sequenza, esempio. Poi fai la dissolvenza e poi subito dopo ci piacci Ci spiaccichi addosso, ci sbatti in faccia un dettaglio successivo. però se lo fai costantemente, con scene da tre minuti, cioè dopo un po' sono qua che devo sempre riprendere il fiato perché tu ogni volta mi crei una tensione tale per la quale io mi aspetto una certa cosa, anche che passa in sordina, però comunque mi fai percepire una certa cosa e poi puntualmente tu me la interrompi. [00:35:09] Speaker B: Sì, e specialmente se poi il film lo finisci che sembra un camogli freddo preso all'autogrill. [00:35:13] Speaker C: Esatto, esatto, per me Per me proprio il finale è stata una delle cose peggiori del film, perché tante volte un finale fatto bene ti permette di rivalutare tutta un'ora precedente scarsa. Probabilmente se fosse finito in un altro modo, se fosse finito come ha iniziato, con la stessa cura, Probabilmente anche queste critiche che io sto facendo alla seconda parte del film non ci sarebbero state perché avrei percepito un certo ritmo, un certo andamento e magari anche una certa intenzionalità di base a livello di cosa ti voglio comunicare, di significati eccetera. Sì, una chiusura dei cerchi. È come se lei ad un certo punto avesse preso sonno e poi ad una certa si è addormentata e ha detto, ups, mancano i titoli di coda. [00:35:58] Speaker A: No, è vero, è vero. Per me l'ultima parte è fatta veramente, è frettolosa. Poi è un po' troppo squilibrato proprio a livello di cioè è giusto che si analizzi con più lentezza dal 1959 al 1967 quando si sposano, perché sono otto anni di frequentazione, corteggiamento, fidanzamento e convivenza lunghi, lenti. [00:36:26] Speaker C: E gravidanza. [00:36:27] Speaker A: Ci sta, e gravidanza. Però no, perché poi dal 67 secondo me, da quando c'è la gravidanza, da dopo il matrimonio va tutto un po' di fretta. Poi proprio gli ultimi anni Sì, perché. [00:36:37] Speaker C: Poi Scilla non esiste più solo per Elvis. Per forza di cose lei deve esistere per qualcun altro che non è più solo Elvis e quindi si rompe quella dinamica. [00:36:48] Speaker A: Anche lei capisce qualcos'altro. Io in realtà ho apprezzato che andasse per sottrazione in molti momenti. Quello che non va bene, assolutamente, l'abbiamo già detto, è l'ultima parte, i tagli finali, il finale. Cioè, insomma, poteva essere fatto in modo molto più incisivo, se non altro proprio l'ultimissima scena, il finale vero e proprio, perché se non altro dava un'idea di compiutezza che invece così non ci dà il film. e poi però ecco devo dire l'altra cosa che non mi è piaciuta e sono un po' appunto come hai detto tu questi momenti queste scene numerose di tre minuti come se fossero delle mini sequenze quasi un po' ripeto antologiche il momento in cui Elvis fa una cosa e Priscilla lo guarda, il momento in cui fanno un'altra cosa insieme Cioè, capito. [00:37:42] Speaker C: Esatto. [00:37:42] Speaker B: Per esempio, scusami, contrapposto totalmente a questo, cioè, andando a vedere altri biopic, a me viene da pensare a Spencer, l'avete visto dire? [00:37:51] Speaker A: No, purtroppo no. [00:37:51] Speaker B: Ecco, per esempio, lì prende un episodio di tre giorni e su quello costruisce la vita di Diana Spencer. Questo qua funziona in qualche modo, poi ha mille difetti quel film e va bene, però è una cosa che funziona, ti dà un bel profilo psicologico di Diana, fedele o non fedele ne parleremo, non ne parleremo ma me lo direte voi. [00:38:11] Speaker A: È più creativa l'idea di fondo. [00:38:13] Speaker B: Più che creativa è più efficace. [00:38:15] Speaker C: È più circoscritta. [00:38:16] Speaker B: Un po' di cherry picking di scene neanche così importanti o comunque neanche così fondamentali senza svilupparne né le conseguenze né le cause Rimane un po' lì. [00:38:30] Speaker C: Esatto. Per me è proprio definitivamente questo il problema di questo film, collegandomi al discorso dell'alienazione che hai fatto tu. Perché il tema dell'alienazione è una cosa onnipresente nei film della Coppola. A me viene sempre in mente il Giardino delle Vergini Suicide perché veramente quel film ha qualcosa di veramente speciale. E una cosa che caratterizza la filmografia della Coppola, ma soprattutto i film dei primi anni 2000 suoi, in particolare il Giro dei Vergini di Suicide, che è del 99, è che lei lavora tantissimo con l'implicito, che è uno dei motivi per cui io adoro la Coppola, frase che mi avete sentito dire un milione di volte durante le puntate. Io vado matta per gli impliciti. [00:39:11] Speaker A: Anche a me piacciono tantissimo. [00:39:13] Speaker C: E solitamente però l'implicito non è altro che una metafora, tra virgolette, di quel macro tema che è l'alienazione. Però solitamente l'alienazione funziona nel momento in cui c'è un certo studio psicologico del personaggio che ti viene suggerito. In questo caso io priscilla tante volte, non riesco proprio a comprenderla nel modo in cui ci viene rappresentata. è proprio piatta, cioè è come se la coppola non fosse riuscita a buttare giù quei muri per cercare poi di farci tutto un lavoro e comunicarci determinate cose, perché molte volte noi le vediamo triste, spenta, un po' sottona, dispiaciuta per la vita che sta facendo, verso la fine un pochino disillusa. Ma non vediamo mai dei momenti estremamente introspettivi suoi. E per rendermi reale quell'alienazione lì, mi devi dare l'introspezione. Anche solo un'inquadratura fissa di lei che prende consapevolezza di qualcosa. Anche qualcosa di estremamente semplice. Non posso cogliere l'alienazione se tu comunque non mi comunichi qualcosa. [00:40:19] Speaker A: No, è vero, cioè in parte è così, cioè manca, manca soprattutto nell'ultima parte. [00:40:24] Speaker C: Secondo me manca proprio l'introspezione. [00:40:26] Speaker A: Nell'ultima parte tantissimo, però ci sono, mi stanno venendo in mente delle inquadrature, una su tutte quelle in cui cioè noi vediamo Priscilla ormai con i capelli neri ormai trasformata, è la fase in cui si è trasformata proprio nella donna ideale di Elvis, su sua richiesta, e la vediamo dietro il vetro appunto di una finestra di Graceland e piano piano la macchina si allontana, la vendiamo quindi da lontano, vediamo lei che sta così alla finestra. Cioè questa è un'immagine puramente cinematografica, puramente Coppola, nel senso che non ci sono dialoghi, non c'è niente, si capisce tutto. [00:41:02] Speaker C: Però quello che ti comunica, quell'immagine, è la stessa cosa che ti viene comunicata e reiterata per due ore di film. Sì, infatti. È lì che c'è la debolezza, secondo me. Però c'è anche da dire, piccola parentesi prima in caso di chiudere, che l'attrice protagonista che fa Prescilla, di cui non mi ricordo il nome... Craylee Spinney, il nome io non lo sapevo mai. [00:41:23] Speaker B: Con Pavolpi, immeritatissimo. [00:41:26] Speaker C: Sì, nel senso, secondo me è bravissima, però sapendo che c'era Emma Stone in gara, secondo me la parte migliore della sua performance è proprio il fatto che tu... I titoli di coda! No, no, no, ma cavolo, cioè ci sono stati dei momenti in cui tu guardavi lei che aveva 25 anni e dimostrava una venticinquenne e però ti ricordavi che un'ora prima l'avevi vista e ti sembrava una quattordicenne. E non è solo trucco, cioè non è solo quello, c'è proprio una consapevolezza nel suo viso. [00:41:56] Speaker A: Il modo di camminare. [00:41:57] Speaker C: Inizialmente ingenua, proprio nel viso, poi la vedi disillusa. Dopo la disillusione vedi che diventa più cinica e ad un certo punto diventa proprio satura. Cioè la vedi che ha quello sguardo da bad bitch da dire ma sai che c'è, ne ho proprio le palle piene. [00:42:12] Speaker A: Ma infatti cioè io riassumo tutto poi direi che chiudiamo perché stiamo però alla fine vedete che secondo me Priscilla un bel po' di cose le innescava come sempre con delle riserve cioè in questo caso tante riserve. Però appunto il bello di Sofia Coppola è questa sensibilità nel raccontare una storia, in questo caso una storia in cui Priscilla era ovviamente innamorata perché di base c'era un amore vero, quindi sì è un amore tossico però ci sono tante sfumature da cogliere in più ed è troppo semplice trasformarla in una storia in cui lui era cattivo, e lei è stata sottomessa, cioè ci sono mille altre cose. E queste sfumature potevano essere analizzate meglio psicologicamente, soprattutto le sfumature di Priscilla, però comunque la recitazione di Kelly Spinney, secondo me, già fa tanto. E poi... Si beh, fa tutto. Fa tutto, esatto. [00:43:10] Speaker C: Da quanto Giacobbe Lodi mi stia simpatico e tutto... [00:43:14] Speaker B: Scusa, volevo arrivarci a Giacobbe Lordi. Elvis non è il protagonista di questo film, ma è molto presente in questo film. Giacobbe Lordi è uno degli attori più sulla bocca di tutti. Vi è piaciuto l'Elvis che ci ha regalato? Regalato, va bene, c'è il posto. [00:43:29] Speaker C: Allora, se tu mi chiedi se mi è piaciuto l'Elvis che ci ha regalato, ti dico di sì. Ma se tu mi chiedi se ad oggi, secondo me, Jacob Elordi ha effettivamente un talento attoriale, ti dico di no. Dopo Euphoria e dopo altri film che abbiamo visto con lui è davvero lo stesso identico personaggio. [00:43:50] Speaker B: Ma perché gli danno sempre lo stesso personaggio o perché è lui che non è in grado? [00:43:55] Speaker C: Secondo me entrambe le cose, entrambe le cose. Perché comunque lui si è creato un pochino quest'aura ovviamente tutta dovuta ad euforia, da bad boy, un pochino tossico, figo da paura. [00:44:09] Speaker A: E quindi fa solo quello adesso. [00:44:11] Speaker C: Sì, sarei curiosa di vederlo in una rom-com. Ho voglia di vedere Jacob e Lordi fare... infatti secondo me è questa cosa che lui non ha talento attoriale, è più una provocazione. Io avrei più che altro bisogno di vederlo in un film che è totalmente lontano dalle sue corde per effettivamente capirlo. [00:44:27] Speaker A: Anche per me io non ne A. [00:44:28] Speaker B: Me non è piaciuto comunque l'Elvis di. [00:44:31] Speaker A: Questo film, cioè... Normale, per me è normale, cioè nel senso ci sta però sì. [00:44:38] Speaker B: Un po' scemo, in realtà è un po' tradita, cioè in realtà di Elvis non ne frega niente, non conosco niente, però è un po' tradita Laura di Elvis perché in realtà lo vedi spesso come un burattino e fa la cosa banalissima di trasferire questo poi essere alla sua volta il burattinaio di Priscilla e si muove poco da lì, nel senso, mi sembra una figura abbastanza piatta, banale. [00:45:04] Speaker A: Forse lui era veramente... Tutte quelle cose. [00:45:07] Speaker B: Che... vabbè, lui era veramente... Però durante il film quello che vedo, quando guardo Elvis, vuoi per demeriti di Giacobbe Lordi, vuoi per demeriti della Coppola, cosa... è uno scemo che canta bene. Voglio dire, per essere uno degli uomini più influenti della storia mi sa di poco, è un po' come Napoleon di Scott. [00:45:27] Speaker C: Però ricordiamoci che quest'aura che hanno determinati personaggi sono comunque cose che ci vengono date. È un tipo di immagine che ci viene veicolata. Poi ovvio, anche l'immagine stessa della coppola di Elvis è un'immagine veicolata, anche perché ricordiamo che l'Elvis che noi vediamo è filtrato dagli occhi della Coppola ed è filtrato da Priscilla stessa. Neanche la Priscilla stessa che ha messo le mani sulla sceneggiatura, ma la Priscilla di 30 anni fa, 40 anni fa, che ha scritto il libro. [00:46:02] Speaker B: Quindi, dato che l'intento della Coppola, dichiarato in più interviste, era di dare uno sguardo neutrale, questo percepisco come difetto. Cioè, se mi dai appunto questo Elvis qua, quando Elvis probabilmente ha stato altro, viveva altro... [00:46:17] Speaker C: Non lo so, sono supposizione. [00:46:19] Speaker A: Io in realtà mi è venuta voglia di vedere anche quello di Baz Luhrmann con Austin Butler. [00:46:26] Speaker C: Anch'io non l'ho vista effettivamente. Infatti non l'ho trovata una mossa genialissima, fare Priscilla a così poca distanza. Questo è quello che pensavamo di Priscilla, scritto e diretto da Sofia Coppola, attualmente in sala. Andate a vederlo, mi raccomando. Ascoltate la nostra puntata. Ovviamente lo state facendo se arrivate a questo punto. Ragazzi, l'altro di ieri era Pasquetta. Possiamo avere pietà. Stiamo registrando, io almeno con ancora i postumi di Pasquetta. [00:46:57] Speaker B: Allora, dopo aver ascoltato questa puntata, Dopo aver ascoltato questa puntata e se vi è piaciuta lasciateci un commento, fatevi sentire anche sui social, dateci qualche feedback, diteci semplicemente se siamo belli, se siamo brutti, se siamo intelligenti, se siamo stupidi. [00:47:13] Speaker C: Solo Luca ha bisogno di queste validazioni, vorrei sottolinearlo. [00:47:17] Speaker B: Va bene, allora chiudiamo Instagram, chiudiamo i commenti di Instagram. [00:47:22] Speaker C: Non ne abbiamo bisogno. [00:47:23] Speaker B: Ok, riconosci. [00:47:24] Speaker C: È che ci piace prendere sempre in giro Luca. [00:47:27] Speaker A: È un classico. [00:47:28] Speaker C: Perché se la prende, anche voi non riuscite a vederlo, ma se è tutto osso comincia ad uscire il fumo dagli occhi. [00:47:32] Speaker A: Dovreste vedere le sue espressioni. [00:47:34] Speaker B: Vi ringraziamo per l'estrema pazienza, non tanto grande quanto la mia nel sopportare queste due aguzzine. [00:47:41] Speaker A: Oggi ti abbiamo un po' messo nell'angolo. [00:47:43] Speaker B: Sono stato sinceramente felice di mettermi indietro. [00:47:46] Speaker C: Ci abbiamo pendifiato un po'. [00:47:48] Speaker A: Tu sei un uomo liberato come Ken, che non ha paura di essere messo in un angolo. [00:47:55] Speaker B: Seguiteci su Instagram e TikTok, il tag è lo stesso ed è cinema underscore passengers, seguite unigeradio, seguite o comunque date un grazie ai nostri collaboratori Stefano Bassi per le grafiche, il nostro grandissimo regista Riccardo Novaro che ci saluta dal di là della finestrella. [00:48:13] Speaker C: Che si fa delle grasse risate, che non ci mette assolutamente soggetti. [00:48:17] Speaker A: Ha sentito tutte le nostre cazzate, vabbè. [00:48:19] Speaker B: Tutto il team di Unigio Radio. Questa puntata sta andando lunghissima e diventa un sequestro di persone. Dovremo pure montarla. No, tu non lo fai. Plurale maiestatis. Basta, andiamocene. Ciao, ciao. Alla prossima. [00:48:31] Speaker C: Ciao. [00:48:32] Speaker B: Fermate i buoi. Vi siete dimenticati di dire una cosa importantissima. [00:48:37] Speaker C: Nessuno lo sa. [00:48:38] Speaker B: Ok, avete 20 secondi per dire quello che avete appena detto offline. [00:48:43] Speaker C: Ok, quello che dobbiamo dire è che la canzone di Whitney Houston è in realtà l'originale di Dolly Parton. Whitney Houston è una cover e tutta la sua cazzo di carriera è basata su una cover. [00:48:55] Speaker B: E questo era Fatti con Cinema Passengers. Alla prossima puntata!

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