Ep. 27: Gloria!

Episode 27 April 21, 2024 00:28:26
Ep. 27: Gloria!
Cinema Passengers
Ep. 27: Gloria!

Apr 21 2024 | 00:28:26

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Sperimentazione sovversiva, scontro-incontro tra classico e moderno, pop, ribellione, sorellanza, emancipazione e ancora pop. L'esordio alla regia di Margherita Vicario è questo e molto altro. L'episodio 27 è dedicato a "Gloria!" (dall'11 aprile 2024 in sala). 

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Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: Comunque mi faceva ridere perché tutte le volte che dicevo alla gente che andavo al cinema, mi dicevano cosa vado a vedere e io gloria, punto esclamativo e ogni volta specificavo è il titolo del film, non sono io così euforica. [00:00:11] Speaker B: C'è questa mania di mettere punti esclamativi ovunque, cazzo. [00:00:15] Speaker A: No, sì, che magari dicevo vado a vedere Gloria, punto esclamativo, oh bello, no, no, no, è il titolo. [00:00:24] Speaker B: Signore e signori, prendete posto, la puntata numero 27 di Cinema Passengers sta per cominciare. [00:00:29] Speaker A: Let's go! [00:00:53] Speaker B: Bentornati cari ascoltatori, cari ascoltatrici. Puntata numero 27. E' la seconda volta che giustiamo la puntata 27, ma voi non lo sapete. [00:01:02] Speaker A: Sì, e non vi diremo mai qual era il film precedente della ventisettesima puntata solo per creare un po' di cliffhanger. [00:01:09] Speaker B: Per fare un po' di hype. Anzi, lo sveleremo quando arriveremo a mille followers su Instagram. [00:01:15] Speaker A: Quindi è più facile che arriveremo... Vabbè raga, è l'Hard House. [00:01:21] Speaker B: Però anche tu mi sei un po' anticlimatica oggi. Invece la puntata di oggi verte su Gloria! Punto esclamativo. Esordio alla regia di Margherita Vicario, attrice ma soprattutto cantautrice. È una delle più interessanti nel panorama indie, molto elettronica, molto giocosa. Come giocoso è Gloria. questo film che parla, film in costume innanzitutto, quindi secondo esordio alla regia di questa stagione dopo la cortellesi, che è un film storico e quindi viva il coraggio di queste operazioni. Siamo infatti nella Venezia dell'Ottocento, proprio inizio dell'Ottocento, nell'istituto musicale di Sant'Ignazio. L'Italia, il Nord Italia specialmente, in quel periodo era ricchissimo di istituti musicali per orfani. tutte le varie rivoluzioni, guerre, Napoleoni vari, causavano molta povertà, molti orfani che venivano raccolti in questi istituti dove si insegnava loro musica. L'Istituto di Sant'Ignazio è un istituto femminile, il film si apre subito dentro questo istituto con la protagonista Teresa interpretata da Galatea Bellugi che ricorderete per Amanda, un film a altro esordio femminile della scorsa stagione cinematografica. Se non avete visto Amanda, guardatela e dopo averla visto ascoltate la seconda puntata del nostro podcast dove intervistiamo la regista Carolina Cavalli. Il film si apre appunto in questo istituto con Galatea Bellugi che interpreta Teresa, la protagonista, che è un personaggio un po' misterioso, un po' strano, perché la vediamo un po' ai margini delle dinamiche di questo collegio, di questo istituto, Si apre con una sequenza bellissima musicale, è un film molto musicale, come potete intuire sia dal regista che dal tema del film, di questa sequenza, di questa sinfonia che si compone di tutti i rumori naturali della vita del collegio. [00:03:33] Speaker A: Sì, piccolo appunto che non è un musical, perché ho visto che un sacco di persone erano partite un po' prevenute perché pensavano fosse un musical. Invece è proprio un film musicale, cioè possiamo inserirlo nello stesso calderone di Sister Act, a livello di utilizzo della musica. [00:03:51] Speaker B: E la vita all'interno dell'Istituto di Sant'Ignazio viene sconvolta in poco tempo da due eventi. Uno, l'annuncio dell'arrivo del Papa, da lì a poco, per il quale si deve preparare un concerto e, il secondo, l'arrivo all'improvviso di un pianoforte, di un prototipo di un pianoforte, perché siamo nell'Ottocento e appunto il pianoforte sta iniziando a rimpiazzare il fortepiano e il clavicembalo, quindi di fatto così si apre Gloria. [00:04:24] Speaker A: Oltre alla Thea Bellugi, nel cast in realtà ci sono un sacco di volti nuovi ma anche già noti, anche se non noti nel mondo del cinema perché abbiamo una comparsa di Elio, di Elio e le storie tese e delle sue meravigliose sopracciglia e del rappresentante di lista, cosa che Luca C'era cosa che ci ha perseguitato per la prima metà del film perché non riuscivamo a capire chi cavolo fosse quella ragazza, finché poi ad un certo punto ha avuto un piccolo stacco in cui ha cantato e da lì abbiamo detto, cioè da lì Luca mi ha detto, ah è la rappresentante di lista! Però è stata una piacevole sorpresa in realtà. Tra le altre attrici del cast, tra cui Carlotta Gamba, Paolo Rossi che fa appunto il prete, quindi il maestro Perlina, Vincenzo Crea, devo dire che la scelta a livello di cast è stata super azzeccata, perché le quattro diciamo protagoniste, cinque con Galatea, che sono appunto Lucia, Prudenza, Marietta e non mi ricordo la quarta, che mi sa che era la rappresentante di Vista. hanno comunque una dinamica molto interessante nel senso che da questo punto di vista sono comunque un po' stereotipate però non è per forza una cosa che ha dato fastidio anzi probabilmente il film inserendosi in un filone molto molto ricco come il film in costume soprattutto dedicato a personaggi femminili e anche normale e anche piacevole, in realtà, in termini proprio favoristici, ricalcare certi stereotipi. Infatti abbiamo Prudenza, mi pare che è quella più responsabile, poi abbiamo Marietta, che è invece magari la stupidotta di cui tutti si prendono un po' cura, poi abbiamo appunto il personaggio della rappresentante di lista che è un po' quella ribelle, quella anarchica, quella che mangia i libri, che vuole andarsene il prima possibile e poi c'è il personaggio di Lucia interpretato da Carlotta Gamba che a me è piaciuta tantissimo e ad un certo punto sarà un personaggio che per diversi motivi entrerà in competizione con Galatea, con appunto Teresa e devo dire che la tensione drammatica tra loro due mi è piaciuta veramente tantissimo, cioè il personaggio di Carlotta Gamba, quindi il personaggio di Lucia ricalca molto, anche se non troppo, la Mean Girl dei film dei primi anni 2000 che ha un po' quel lato, non lo so, quel lato comunque generoso e altruista, ma allo stesso tempo lei è consapevole di essere sempre stata la leader, di aver sempre avuto un talento in più rispetto alle altre. Nel momento in cui incontra una persona come Galatea che non è praticamente niente a livello di ceto sociale, perché Lucia è comunque un personaggio abbastanza classista nei confronti di Teresa, si sente subito messa in disparte, si sente subito sentita non voluta, cosa che a livello psicologico si carica ulteriormente nella sua psiche per via dell'abbandono appunto di questo promesso sposo che, spoiler, non si presenterà come qualsiasi romanzo in costume con personaggi femminili. [00:07:53] Speaker B: La loro rivalità mi ha ricordato per ovvi motivi la rivalità che vediamo in Amadeus un po' romanzata rispetto alla verità storica. E Salieri. Un po' perché oltre al fatto che arrivano due galli nello stesso pollaio. Anche il fatto che la musica nuova, il nuovo che avanza, prestava molto di più ai piedi alla musica vecchia di quanto non lo faccia ora. Adesso abbiamo mille generi, mille novità, ogni cosa è nuova e vecchia allo stesso tempo. Un tempo si faceva quella musica lì e per rivoluzionarla, insomma, era un processo un po' più sanguinoso, passatemi il termine. e quindi mi ha ricordato molto questa rivalità che abbiamo visto in quel capolavoro di Milos Forman, Amadeus. [00:08:41] Speaker A: Io mi dimentico sempre che è di Milos Forman, Amadeus, non so per quale motivo, ma comunque sì, sono assolutamente d'accordo, anzi in realtà ricalcano molto con ovviamente licenza poetica, le figure di Mozart e Salieri anche per il tipo di approccio che hanno alla musica. Perché comunque Lucia ha un approccio accademico, scolastico, cioè non è solo tanto una questione di una suona cose classiche e una è più anarchica, più sperimentale. È proprio che Lucia è brava perché studia. Galatea è talentuosa. e quindi si crea proprio questa questa sorta di rivalità basata sul sul cavolo non è giusto tu non studi tu non sei nessuno eppure riesci ad attirare l'attenzione delle mie amiche quando io invece che mi faccio un mazzo così dalla mattina alla sera per essere il primo violino cosa che di fatto è dell'istituto arrivo ad un punto in cui annoio e la mia spotlight diciamo viene rubata da te E però devo dire che ho trovato interessante il fatto che queste due personalità, anche a livello proprio musicale, rappresentate da Lucia e Teresa, in realtà si mescolano benissimo nel filmico. grazie al lavoro di Margherita Vicario, nel senso il film proprio a livello di regia, di montaggio sonoro, di produzione musicale, trova una fusione perfetta tra quella che è la personalità accademica e più scolastica di Lucia con quella che è invece l'anarchia musicale e sperimentale di Teresa, infatti anche quando anche per esempio nello spettacolo finale che poi loro dovranno realizzare che in un modo o in un altro realizzeranno senza fare spoiler sì abbiamo effettivamente l'anarchia di Teresa però abbiamo anche tantissimo le basi musicali di Lucia e quindi questo incontro diciamo nel filmico mi è. [00:10:41] Speaker B: Piaciuto bellissimo e questo rispecchia in pieno quella che è Margherita Vicario come artista. [00:10:45] Speaker A: Musicale che salutiamo Ciao Margherita! Scusa, non vorrei mai permettermi. No, davvero, ci è piaciuto un sacco. Non ti meriti i fischi che hai preso a Berlino? [00:10:57] Speaker B: Sì, sono delle teste di cazzo tedesche. [00:10:59] Speaker A: Va bene, ok. Ricordiamo che a Berlino, se non sbaglio, hanno fischiato anche The Neon Demon, che voglio dire. Ma ne riparleremo in un'altra puntata che arriva, non vi preoccupate. Infatti il festival è un po' più. [00:11:09] Speaker B: Sfigato dei grandi tre. Ma lo diciamo pian piano, che se no si offendono questi uomini. Rispecchia in pieno... No, anche perché gli. [00:11:16] Speaker A: Accrediti li vogliamo in caso. [00:11:23] Speaker B: Rispecchia in pieno quello che è l'anima di Margherita Vicale come artista, perché è incredibilmente giocosa, incredibilmente anarchica, però anche andando a stravolgere qualsiasi topos musicale che ci possa essere, addirittura l'operetta, adesso non mi ricordo il titolo della canzone, ma andatevi a ascoltare la discografia di Margherita Vicario perché è molto complessa, è molto bella, molto estiva, molto primaverile, quindi dai! Oltre che anarchico io direi che questo è un film emancipato. La bellezza di questo esordio alla regia, oltre al fatto che è un film sull'emancipazione, è proprio un film emancipato nella produzione in sé, perché arriva Margherita Vicario al suo esordio e come la Cortellesi fa esattamente il film che vuole fare, mettendoci in musica fuori dalla verità storica musicale di quel periodo, facendo il cazzo che vuole perché si, perché è un'artista, perché può permetterselo e riesce a comunicarlo, tutto questo riesce a a farlo arrivare allo spettatore e cavolo è una cosa che manca, manca tantissimo specialmente nel panorama italiano, gli esordi sono sempre un po' autocensurati, un po' legati o non hanno la capacità di trasmettere, i registi non hanno la capacità di trasmettersi al pubblico, invece veramente l'emancipazione di Margherita Vicario che riesce a comunicare esattamente quello che vuole. [00:12:56] Speaker A: Sì, e in realtà non è stato neanche semplice riuscire a fare bene quello che lei voleva fare, perché anche questo mix di musica pop, diciamo, facciamo del macro genere del pop, perché poi in realtà è molto più settoriale, molto più specifica. Con quella che è invece la musica dell'epoca era un qualcosa che poteva tranquillamente finire nel trash o nel cringe. Ad un certo punto, per esempio, ci sono questi trick con i bassoni che possono magari un po' ricordare reminescenze trap recenti che viste in un film del genere, in un film in costume, potrebbero in realtà straniare, ma non in senso positivo, cioè potrebbero appunto... sono un po' quei tentativi che possono andare o molto molto bene o molto molto male, e secondo me sono andati molto molto molto bene, perché già il film nei primi dieci minuti a livello di regia, a livello di montaggio, a livello proprio di scelta anche autoriale di come iniziare il film ti fa capire cioè i primi dieci minuti sono praticamente un manifesto di quello che andare a guardare e infatti qui piccolo big up a Margherita Vicario per la regia soprattutto nella prima parte del film che mi ha sorpreso molto non che avesse aspettative perché appunto è un esordio quindi non abbiamo termini di paragone però mi è piaciuto tantissimo il fatto che sembrasse una sorta di spartito musicale, cioè il modo in cui lei si è giocata il ritmo dell'immagine, della musica, del montaggio prima dell'arrivo del titolo, quindi Gloria, quindi dell'intro del film è stato davvero davvero efficace e non c'è cosa migliore in un esordio di lasciare il pubblico dopo i primi dieci minuti di intro che cavolo, dicono Dalia e non vedo l'ora, cioè se questo è l'inizio non vedo l'ora di andare avanti perché è veramente bellissimo. Poi devo dire che ad un certo punto cala, come sto notando, succede in praticamente quasi tutti i film negli ultimi anni. Non so se Sono io diventata particolarmente sensibile a questa cosa e quindi percepisco dei cali di tensione anche laddove magari non ci sono, se proprio un difetto a livello diciamo globale tra virgolette di cinematografia. Parlo soprattutto mainstream, ovviamente non mi sto riferendo a grandi autori anche di nicchia. Però non so, tu non hai percepito questa cosa ad un certo punto? Cioè non ti sembra durato più di un'ora e quaranta ad un certo punto? [00:15:22] Speaker B: Sì, devo dire che infatti qualche problemino questo film ce l'ha, nella scrittura, forse anche qualcosina nel montaggio, qualche problemino di ritmo. Per esempio, dopo l'inizio, dopo la comparsa del titolo, che tra parentesi io adoro quando il titolo compare dopo dieci, quindici minuti, dopo quarantacinque minuti. [00:15:41] Speaker A: E soprattutto lo fa di colpo, prendendo tutto lo schermo. [00:15:44] Speaker B: Adoro, adoro tantissimo. poi però rallenta subito il film e si percepiscono dei cambi di ritmo anche voluti perché per esempio il film diventa anche un po' più pop, la sorrellanza inizia a innescarsi quando scoprono un genere musicale più pop e quindi questo è palesemente voluto però la parte finale del primo atto, quella subito dopo la comparsa del titolo Ho percepito fortemente questo rallentamento e non mi è piaciuto. E questo è anche dovuto, secondo me, un po' alla debolezza di alcuni personaggi, alla debolezza in scrittura di alcuni personaggi. Ci sono delle trame che fatichi a capire fino alla fine, come per esempio quella del rapporto tra Teresa e un bambino un po' misterioso. Non capisci fino alla fine perché Teresa non parla. [00:16:38] Speaker A: Io però la storyline di Teresa con il bambino non l'ho vista problematica. Ho visto molto più problematica la storyline tra il prete, quindi Maestro Perlina, e questo suo ex allievo con cui ha un rapporto molto ambiguo, che è effettivamente qualcosa di interessante, che ti hanno buttato lì però che non hanno approfondito più di tanto. Invece la storyline di Teresa con il bambino aveva senso diluirtela e non approfondirla perché è un po' uno dei plot twist dell'ultimo atto. [00:17:07] Speaker B: Sì, però il fatto che dopo un inizio così scoppiettante, così promettente, ti bombardano con tutti questi punti interrogativi e dici va bene, ok... Quante cose che non sappiamo! Esatto! [00:17:19] Speaker A: E quanto poco tempo per scoprirle! [00:17:22] Speaker B: Ma tutto qua, tutto qua. Poi man mano che la matassa piano piano si dipana, il film ti riaccoglie un po' nel suo ritmo e va a culminare poi con una bellissima climax al finale totalmente anarchico. [00:17:39] Speaker A: Sì, a proposito del finale, devo dire che per quanto il film duri poco, perché dura tipo un'ora e quaranta, un'ora e quarantacinque, per me poteva durare anche un paio di minuti in meno, perché il film è come se avesse due finali. Cioè abbiamo un finale, che è quello con il concerto in presenza del Papa, Poi abbiamo una dedica che io ho trovato bellissima, fatta da Margherita Vicario, in cui lei esprime quella che era l'intenzione di base che ha guidato tutto il film, quindi quello di raccontare storicamente ma allo stesso tempo in modo astorico, nel senso non facendo riferimento a nessuna figura storica per forza, tutte quelle compositrici, quelle artiste appunto del passato che in quanto donne sono state lasciate ai margini della società e sono state completamente dimenticate nonostante fossero incredibilmente talentuose, ed è effettivamente questa cosa che ha dichiarato appunto Margherita Vicario durante un'intervista. Lei è rimasta colpita sostanzialmente dal fatto che in qualsiasi intervista, in quanto lei donna e in quanto ovviamente appartenente a un certo tipo di sistema in ambito musicale, che è poi il riflesso di un sistema patriarcale reale, Le veniva appunto chiesto come mai le artiste donne non venissero sostanzialmente considerate come i loro colleghi uomini o perché avessero sempre la necessità di doversi reinventare. E appunto questa domanda sostanzialmente le ha la spinta a fare delle ricerche inerente alle artiste del passato e poi lei ha deciso di creare appunto questo film. Tutto questo per dire che per me il film poteva finire tranquillamente con questa dichiarazione di intenti. Invece noi vediamo un'ultima parte che è un pochino più didascalica, un pochino più favolistica, che sì, ok, ci dice effettivamente quali sono le sorti dei vari personaggi, ma per quello che era però l'intento, reso poi evidente negli ultimi momenti del film, era una cosa che poteva tranquillamente essere evitata perché quasi necessitava un finale aperto, una storia del genere secondo me. [00:19:53] Speaker B: Il problema vero e proprio è ce lo dice. Io detesto quando ci dicono con un voice over, maledetto chi l'ha inventato, fatto. [00:20:01] Speaker A: Attraverso una lettera ancora peggio, schifoso, schifoso. [00:20:05] Speaker B: Ci spiegano Odimo, Odimo come va a finire e quindi vabbè. infatti che quando vedete lo schermo bianco, la dedica, chiudete gli occhi, chiudete le orecchie e aspettate che arrivino i ditoi lì. [00:20:17] Speaker A: Anche perché la cosa proprio bella del finale, del primo finale, quello che per me è il finale, abbiamo sostanzialmente la scena di questo fantomatico concerto in presenza del Papa che susciterà delle reazioni contrastanti, ambivalenti, insomma lo vedrete quando vedrete il film. Se vedete il film mi raccomando è in sala, quindi andate perché ne vale la pena. E è interessante vedere come il punto proprio di quella scena non sia narrare una qualche vicenda o lo svolgimento, la risoluzione di un qualche problema presentato all'inizio, quindi la cosa di portarsi a casa a un concerto della Madonna di fronte al Papa, ma... Concerto della Madonna di fronte al Papa! Ma è quello che rappresenta in sé il concerto, o meglio, il concerto diventa per loro, per le nostre protagoniste, un'occasione per sfogare e mostrare e urlare al mondo tutto quello che hanno imparato nel corso del loro rapporto. E infatti quella scena è molto molto bella anche a livello musicale, perché come mi aveva fatto notare Luca già ieri sera, che è una delle prime cose che lui ha detto, ci sono dei rimandi alla musica africana, quasi alla musica tribale, e poi riflettendoci è interessante come vada a richiamare quella che è una sorta di dimensione primordiale che queste ragazze, questi personaggi femminili in quel momento vogliono buttare fuori. il punto non è più la religione, il punto non è più quello che rappresenta quel concerto per andarsene da quel posto, non è più una via di fuga il punto è abbiamo trovato noi stesse e quindi vogliamo semplicemente esprimere tutto quello che noi siamo e che abbiamo scoperto essere senza avere nessun tipo di limite e quindi la musica si fa proprio metafora in un certo senso dell'espressione del proprio sé che è il massimo penso che volesse fare Margherita Vicario E. [00:22:22] Speaker B: Poi questa musica africana è l'espressione massima della gioia della musica, è proprio musica gioiosa, è il punto esclamativo alla fine di Gloria. Esatto. Quindi è bellissimo, romanticissimo. Margarita Vicari è una donna innamorata della musica e della gioia di fare musica e lo esprime meravigliosamente con questo finale. [00:22:47] Speaker A: Piccola nota, fotografia molto bella. colori molto belli, io adoro i colori pastello quando sono mescolati con color seppia, gli ocra, i marroni, mi piace tantissimo, ma c'è da dire che non è Sofia Coppola. Nel senso, tra le molte recensioni, soprattutto degli utenti più che della critica, ho letto un pochino, visto che abbiamo fatto anche la puntata su Priscilla di Sofia Coppola l'ultima volta, andate a recuperarla perché è molto molto molto bella, molto lunga ma molto bella, e Priscilla dovrebbe essere ancora in sala, chiusa parentesi, hanno un po' definito Margherita Vicario come la nuova Sofia Coppola o come comunque la Sofia Coppola italiana. Ecco io ne approfitto per dire questa cosa, ovvero solo perché abbiamo una regista donna che sa fare molto bene quello che fa, non significa che dobbiamo per forza inserirla subito sotto un filone o sotto la luce di un'altra grandissima autrice, perché si rischia di creare un collegamento tra le due assolutamente acritico solo in termini di genere. Il film di Margherita Vicario funziona tantissimo, ha effettivamente delle similitudini con Sofia Coppola, ma come tantissimi altri autori hanno similitudini con tantissimi altri autori. Quindi Margherita Vicario è Margherita Vicario, speriamo che resti Margherita Vicario, speriamo che non diventi una Sofia Coppola 2.0, anche perché comunque l'attenzione maniacale, cioè anche semplicemente i primi piani, cioè i primissimi piani, le riprese sui dettagli tipiche della Coppola non ci sono in questo film, quindi secondo me potrebbe fuorviare un pochino, ma un paragone che non fuorvia, fuorvia? [00:24:33] Speaker B: Va bene lo stesso? [00:24:34] Speaker A: Fuoria, assolutamente, è Barbie e le dodici principesse danzanti. Perché è vero, è vero. La vibe di questo film è la vibe di Quattro amiche e un paio di jeans, solo che in questo caso abbiamo quattro amiche e un pianoforte, e Barbie e le dodici principesse danzanti perché sì. Cioè non ho ancora capito bene perché il pubblico ci ha visto Barbie e le dodici principesse danzanti, ma I'm living for it! Ci sto! Mi piace, adoro, grazie Margherita Vicario. [00:25:02] Speaker B: E io adoro questi riferimenti che ha appena fatto e su questi chiuderei questa bellissima ma breve puntata. No, aspetta. [00:25:10] Speaker A: Per favore mettete Barbie e le 12 principesse danzanti su qualche piattaforma perché per un periodo era su Netflix, poi lo hanno tolto, è introvabile se non in streaming o su YouTube ad una qualità pessima. Per favore ce li meritiamo, ce li meritiamo i film di Barbie in qualità. [00:25:28] Speaker B: Questo è il film su Berlusconi e Sorrentino, loro, che è sparito. Medusa ha comprato tutti i diritti di DVD e Blu-ray, l'ha fatto sparire dalla circolazione. [00:25:36] Speaker A: Sì, d'accordo, ma vuoi mettere Sorrentino con Babbia e le dodici principessi avanzanti? Io direi di chiudere la puntata così. Chiudiamola perché non accetto questo paradigma. [00:25:46] Speaker B: Chiudiamo dicendo che ci si lamenta sempre che in Italia non si fa mai niente di nuovo e invece quel qualcosa di nuovo qualcuno lo fa Oggi è il caso di Margherita Vicario perché questo film è immaturo ma è deliziosamente immaturo e se sostenessimo sto film il prossimo sarà ancora più bello e se non sarà più bello il prossimo sarà più bello quello tra due quindi queste voci vanno sostenute vanno amplificate quindi voglio dire per uscire andare a bere un gin tonic andate al cinema guardate Gloria e poi il gin tonic ve lo vedete. [00:26:18] Speaker A: Dopo come abbiamo fatto io due volte. [00:26:21] Speaker B: Perché avevo sbagliato la data e siamo andati al cinema senza vedere niente perché non c'era il film in sala. [00:26:27] Speaker A: No, però davvero questo film è proprio carino, ma non carino in termini di bah, è una bella ragazza, bah, carina, simpatica, no no no, proprio in termini di, è proprio dolce, è proprio un film cute, è proprio una bella coccola e con delle ottime interpretazioni, devo dire, perché non ci ho trovato i soliti difetti che ci trovano nel cinema italiano, a livello di recitazione, a livello di sospiri. Ho trovato questa attenzione per la musicalità di Vicario, l'ho trovata anche nel modo in cui ha fatto da vocal coach, tra virgolette, per le parti recitate. Cioè ha questa molta attenzione ai sospiri, a non terminare tutte le frasi con questi sospiri alla cento vetrine che sono diventate ormai una praticamente targa per il cinema italiano come il fabbricante di lacrime capolavoro, è un cazzo di capolavoro, lo capiremo tra trent'anni quindi sì, da recuperare, da vedere così come da recuperare altre nostre puntate se non le avete recuperate da seguirci su Instagram cinema underscore passengers, da seguire anche unigeradio e ci trovate anche su tiktok. Le puntate invece le potete ascoltare su tutte le piattaforme streaming, ovvero spotify, apple music, apple podcast, scusate, amazon music. Non riuscirò mai a dirlo tutto. Ma io direi puntata gloriosa.

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