Ep. 34: Le otto montagne

Episode 34 July 12, 2024 00:39:28
Ep. 34: Le otto montagne
Cinema Passengers
Ep. 34: Le otto montagne

Jul 12 2024 | 00:39:28

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Disponibile su Netflix, "Le otto montagne" è il film che vi consigliamo di recuperare questo primo mese estivo. Dolce, selvaggio e nostalgico, racconta l'amicizia di Pietro (Luca Marinelli) e Bruno (Alessandro Borghi) nata sulle montagne della Val d'Ayas nell'estate nel 1984. Anime opposte ma affini, si perderanno e incontreranno nel corso della loro vita, tra un bicchiere di vino, una fetta di salame e formaggio, e le loro montagne. Amica, genitore, pericolo e grande amore di chiunque ne percorra i sentieri, la montagna non è mai solo una passiva ambientazione, ma eterea protagonista che osserva, ascolta, accoglie e talvolta fagocita il vivere umano.

 

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Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: È una cosa che invece in montagna. [00:00:02] Speaker B: È... È o così o così. [00:00:04] Speaker A: Sì, no, è questione di sopravvivenza. Cioè, tu la legna la devi fare, se no non ti scaldi. [00:00:09] Speaker C: È quello che ti mette il pepe al culo. [00:00:10] Speaker A: Esatto. [00:00:12] Speaker C: È certo. E se no muori. Signore e signori, benvenuti a bordo. Noi siamo Diletta Culla, Beatrice Vigorita e Luca Mignacco. E questa è Cinema Passengers. Let's go! [00:00:36] Speaker B: E eccoci qua. [00:00:52] Speaker A: Bentornati. Oggi cos'è? Luglio? Agosto? [00:00:55] Speaker B: Luglio, Luglio. Oggi è Luglio. [00:00:57] Speaker A: In realtà è giugno, stiamo registrando questa puntata prevedendo di essere a Luglio o in sessione chiusi con il naso sul libro o in spiaggia. Sicuramente. Speriamo in spiaggia. Sicuramente non in radio e ci siamo detti troviamo un po' un film estivo di cui tutti hanno un po' voglia di sentire parlare, che hanno voglia di. [00:01:17] Speaker B: Vedere o di rivedere Speriamo, perché è un bellissimo film. [00:01:22] Speaker A: E speriamo di trovarvi a luglio o al mare o appunto in montagna. Oggi si parla delle otto montagne, che non è un film proprio sulla montagna, ma qua anticipiamo grandi temi. Però, insomma, il contesto è quello. Si apre con una vacanza estiva, quindi quale migliore occasione per non parlare di questo film? [00:01:43] Speaker C: Anche perché se siete in sessione come forse saremo noi o chiusi in casa, sicuramente spulcerete Netflix, Mubi o qualsiasi altra piattaforma e questo film lo potete trovare disponibile su Netflix, motivo per il quale ne stiamo parlando perché ci manca che vi consigliamo film che non riuscite a trovare da qualche parte. Quindi ci siamo noi che se non sapete cosa guardare vi consigliamo questo gran gran film. [00:02:09] Speaker B: Perfetto, allora iniziamo tanto dicendo chi sono i registi qua. Adesso io provo a pronunciare in modo giusto le due coppie di registi. [00:02:18] Speaker C: Let's go. [00:02:19] Speaker B: Proviamoci allora. Felix van Groningen e Charlotte van der Meersch. Sarà giusto? È lei o non è lei, vabbè. Comunque appunto questi due registi che sono anche una coppia nella vita e il film è tratto dal romanzo Le otto montagne di Paolo Cognetti. Il romanzo del 2017 ha vinto il premio strega ed è anche molto bello vedere come il film dal quale è stato tratto questo romanzo poi aveva vinto a Cannes il premio della giuria, mi sembra di ricordare. e anche poi Miglior Film ai Premi David del 2023. [00:02:58] Speaker A: E sai quali altri premi prestigiosissimi ha vinto? Al Bobbio Film Festival si è portato a casa non uno, ma ben due premi. Miglior attore a Filippo Timi. [00:03:08] Speaker B: Grandissimo. [00:03:09] Speaker A: Grandissimo Filippo Timi. Poi porterò qualche aneddoto. [00:03:11] Speaker B: Parleremo, esatto. [00:03:12] Speaker A: E soprattutto menzione, premio della giuria, sempre del Bobbio Film Festival. [00:03:16] Speaker B: E c'era il tuo zampino della giuria. Diciamolo, ecco perché Luca ci parla del Bobbio Film Festival. [00:03:21] Speaker A: È certo. [00:03:22] Speaker B: Beh, bellissimo. E quindi diciamo che è molto bello appunto vedere anche come si sono avvicinati i due registi allo scrittore, a Paolo Cognetti, perché sono andati proprio a trovarlo, lui, questo personaggio che vive in Val d'Aosta, così ci sono stati diversi incontri. Il film ho letto che comunque ci è voluto un po' di tempo per riuscire a girarlo, insomma, varie cose, circa tre anni, perché poi di mezzo c'è stato anche il Covid. Però è nato anche proprio un bel rapporto tra i registi, lo scrittore e anche poi gli attori protagonisti che sono i BFF, dei grandissimi, esatto, amici anche nella vita, i grandissimi Borghi e Marinelli. [00:04:06] Speaker A: Sì, comunque i registi sono belgi, non abbiamo ancora detto. Poi il resto delle maestranze, delle persone coinvolte. Insomma, il film è italiano. [00:04:16] Speaker C: Sì, produzione Belgia-Italia. [00:04:18] Speaker A: Sì, esatto. Girato in Val d'Aosta. Ecco, nei motivi per cui ci hanno messo tre anni è anche per il fatto che ci sono state anche scene in quota. Poi parlando sempre nel contesto di Bobbio abbiamo appreso che era stato molto difficile perché andare in quota richiedeva l'uso dell'elicottero. Filippo Timi, per esempio, che interpreta il padre, è cieco. Quella scena di corsa sul ghiacciaio è stata girata da lui, che da ipovedente si è messo a correre nel ghiacciaio. Insomma, ci sono state anche una produzione abbastanza intricata. Si andava su, si girava in quota e quindi... Dile, hai una faccia un po' sconvolta. [00:05:02] Speaker C: Ma è cieco? [00:05:04] Speaker A: Sì, cioè il povedente vede giusto qualche ombra. [00:05:09] Speaker C: Cavolo, ma io non lo sapevo. [00:05:10] Speaker A: E poi è anche palbuziente. [00:05:13] Speaker C: Ok, cioè quello c'è una scena in cui effettivamente, però ho pensato che fosse parte della caratterizzazione del personaggio, magari sicuramente lo era, però non sapevo, cioè cavolo non si direbbe anche per le scene che girano, non dico pericolose, però insomma, non facili. [00:05:29] Speaker A: Infatti è un grandissimo, poi gira sempre col suo corgi. [00:05:32] Speaker B: Ecco, io ti aspettavo qua. [00:05:34] Speaker A: Tarquinia. [00:05:35] Speaker B: Ti aspettavo al barco. [00:05:37] Speaker A: Quindi sì, veramente un mito. Un grande. [00:05:41] Speaker B: Tarquini è meraviglioso. [00:05:43] Speaker A: Adesso esce Dostoyevsky, la serie dei fratelli d'innocenzo, lui protagonista. Bellissimo. Io lo reputo uno dei più grandi attori italiani, l'abbiamo visto ultimamente in Rapito. Ma veniamo al film. Allora, Le otto montagne parla della storia sostanzialmente di un'amicizia tra Pietro e Bruno. Pietro bambino poi ragazzo e infine uomo sorinese e Bruno invece bambino poi ragazzo poi uomo montanaro di montagna, nato in quella valle e cresciuto lì. Parla del loro incontro che avviene appunto d'estate nella classica vacanza estiva della famiglia appassionata di montagna che si sposta appunto nella valle di Bruno, questa amicizia che come tante amicizie estive si interrompe bruscamente, quelli che sembravano essere due amici inseparabili vengono appunto separati dalle circostanze, però sempre per una circostanza ben grave, per un episodio ben importante, si ritrovano da adulti. Le loro vite hanno preso strade completamente diverse e si ritrovano con un grande obiettivo, una grande sfida, ovvero dover ricostruire una casa in quota, molto in alto. Le otto montagne è la storia delle loro due vite che si intrecciano, si allontanano, si rintrecciano e come sfondo, per questo che dico che non è un film sulla montagna, ma un film con la montagna, la montagna è in qualche modo una terza protagonista, ma quasi un personaggio secondario aggiungerei, come sfondo c'è appunto questa montagna silenziosa ma sempre in continua evoluzione, ha sempre qualcosa da dire questa montagna lungo le loro vite. [00:07:30] Speaker B: Molto bello che hai fatto questo trabocchetto, non è un film sulla montagna ma è con la montagna, è verissimo, sono completamente d'accordo. È effettivamente l'altra protagonista, cioè ci sono due personaggi principali, la loro amicizia, le loro vite e ci sono anche tanti momenti nel film in cui vediamo quello che succede appunto nelle loro vite ma sono separati. Quindi diciamo sono su due binari paralleli e noi li seguiamo in questi due contesti diversi, perché per esempio Pietro sarà quello che viaggerà, che esplorerà il resto del mondo, mentre Bruno da buon montanaro rimarrà sempre molto legato alla montagna. Però poi il tema della montagna, la presenza così forte di quel paesaggio, di quei monti, è come se fosse un altro personaggio con cui loro spartiscono la loro vita. Un'altra persona, un'altra presenza con cui effettivamente spartiscono le loro vite. [00:08:29] Speaker C: Sì, è un personaggio che effettivamente li accompagna sempre e soprattutto è un personaggio dalla natura, lol, ambivalente, perché a volte è un'alleata e quindi li accompagna soprattutto quando crescono, quando sono ragazzi e vanno a fare le prime scampagnate con il padre di Pietro, diventa un momento per metterli alla prova, diventa luogo dove si innamorano, diventa lo sfondo in cui si innamorano, in cui discutono, in cui fanno pace, diventa poi il grande amore di entrambi, il pericolo per entrambi, insomma è un po' questa mina vagante che li segue di continuo e li segue anche dall'altra parte del mondo perché poi quando parliamo proprio di montagna non ci riferiamo solo al territorio della Val d'Aosta in cui è ambientato il film, non c'è un legame con una specifica terra o una specifica montagna, è proprio la montagna con la M maiuscola che anche quando Pietro viaggia ritrova Ovviamente montagne diverse, paesaggi diversi, ma comunque la montagna la ritrova dall'altra parte del mondo e ancora una volta, anche dall'altra parte del mondo, gli fa d'amica, gli fa d'ennemica, si innamora, riceve pessime notizie, insomma, è un po' quell'amica difficile che ti sta sempre vicino e che ogni tanto ti fa arrabbiare, ma che è lì e serve. [00:10:01] Speaker A: Sì, è un po'... questo è un film anche sul rapporto con i genitori, nella specifica con il padre. [00:10:07] Speaker B: Il padre, tantissimo. [00:10:08] Speaker A: E la montagna assume tante volte il ruolo di madre, tante volte il ruolo di padre. [00:10:13] Speaker C: Sì, bellissimo. [00:10:13] Speaker A: Quindi i temi di questo film sono questi, i temi del libro sono questi che vi invito, vi invitiamo a leggere perché Paolo Cognetti... è un grande. È un grande. [00:10:23] Speaker B: Punto. Basta vederlo, è un personaggio unico. [00:10:28] Speaker C: Sì, anche questo legame che tu hai sottolineato. Allora, innanzitutto partiamo dal presupposto che, senza assolutamente fare spoiler, ma i genitori di Pietro sono i classici genitori di una famiglia dell'Italia degli anni Ottanta. La madre, se non sbaglio, è insegnante delle elementari, comunque maestra, e molto molto caring, molto affettuosa, la classica mamma che c'è, che ti aiuta, invece c'è il padre, il classico padre di famiglia, un pochino brusco all'apparenza, ma che poi in realtà vuole un bene dell'anima ai figli. È la classica figura paterna che viene criticata perché non è abbastanza presente, quando in realtà il motivo per cui non è presente è perché tutto quel lavoro che sta facendo lo sta facendo solo per i figli. Quindi è un po' quella figura incompresa e infatti quando associamo la montagna a una figura materna o a una figura paterna lo facciamo, guardando il film, seguendo un po' questi due stereotipi, quindi quando vediamo che la montagna è materna, è solitamente una montagna estiva, molto morbida, molto dolce, invece quando comincia a farsi più pericolosa, la associamo subito alla figura del padre. E questa cosa è molto bella, perché ad un certo punto vedremo come Pietro andrà a fare delle escursioni, alcune escursioni che in passato aveva fatto con il padre, aveva fatto il padre da solo, e in cima alle varie cime troverà appunto quel quaderno dove tutti quegli eroi che arrivano in cima scrivono la data e una piccola frase e lì dentro troverà proprio le dediche del padre e quindi sarà quasi proprio un modo per comunicare con il figlio al di là del tempo e al di là dello spazio attraverso la montagna quindi questa cosa qua è proprio puntualizzata chiaramente. [00:12:19] Speaker A: Perché c'è un'altra dicotomia presente nella figura del padre, oltre quella dell'uomo in qualche modo arido ma amorevole. che è quella dell'uomo ingegnere, aggiungo, cioè questa cosa mi ha colpito particolarmente, di città, dell'industria, gran lavoratore e l'uomo che invece in montagna si libera. Quindi questa cosa viene traslata effettivamente allo scontro, incontro tra montagna e città. E questo è un altro grande tema. [00:12:48] Speaker B: Del film perché Sì, questo è un tema fortissimo e si vede subito questa cosa proprio tra i due ragazzini quando all'inizio del film troviamo proprio Bruno e Pietro che diventano amici e Pietro diciamo ammira Bruno, vorrebbe essere un bambino così libero. Invece diciamo che Pietro ha un retaggio cittadino, fa quel tipo di vita purtroppo per quasi tutto l'anno e però d'estate c'è questa grande liberazione che è ricongiungersi con la natura. Con la montagna, appunto. E con la lentezza. Esatto, con la lentezza che è proprio il tema più bello di tutto questo film, perché lo stesso film ha questo ritmo così lento. però necessario. Io volevo dire un'ultima cosa sulla figura del padre, perché appunto voi già avete detto tutto quello che c'era da dire, la figura dell'ingegnere anni 70-80, molto rigido, che appunto secondo me è molto interessante come viene rappresentato il personaggio di Filippo Timi. perché eh tante famiglie erano fatte così, tanti padri erano veramente così cioè eh questo lo sento anche nelle nei racconti eh di amici o anche personali cioè c'erano c'era proprio un modo di rapportarsi soprattutto da parte dei padri eh rigido non non non si non si dimostrava così tanto l'affetto e questa durezza questa ruvidezza e diciamo crea poi un grande conflitto tra Pietro il personaggio di Marinelli e suo padre che li porterà cioè diciamo proprio a insomma quasi la rottura dei rapporti e la cosa che però veramente ti riscalda il cuore è vedere come la montagna, le escursioni che facevano insieme era proprio l'unico modo diciamo di essere uniti, di fare qualcosa insieme, di eh avere un momento di affetto Sì. [00:14:59] Speaker C: Ma soprattutto anche collegandomi a quello che diceva Luca del discorso della lentezza legato alla montagna, che in realtà è anche l'unico momento in cui loro possono animarsi nel vero senso della parola, proprio legato al concetto di moto dell'anima. Solitamente quando noi pensiamo alla città pensiamo sempre a qualcosa di molto movimentato, frenetico, incasinato, dove non si sta mai fermi, ma poi in realtà si fanno tantissime cose, ma i moti dell'anima nel vero senso sono immobili perché non hanno tempo di farsi sentire. Invece la montagna diventa luogo tranquillo, pacifico, della lentezza e invece paradossalmente è il luogo più dinamico per l'anima in assoluto, infatti I due personaggi, soprattutto Pietro, perché poi Bruno non è che si sposterà più di tanto dalle sue montagne, però Pietro cresce veramente anche proprio come personaggio quando è in montagna. Quando lo vediamo in città lo vediamo che vive tranquillamente la sua vita come una persona normale ma non ha particolari, è un ambiente che non gli dà particolari spunti di riflessione, che non gli dà quel dinamismo dell'anima necessario per crescere come essere umano ed è una cosa che lui riesce ad avere solamente in montagna e soprattutto con l'opposizione che ha con Bruno. Una cosa che io ho adorato di questi due personaggi è che sono l'uno l'opposto dell'altro. Io adoro i film dove i migliori amici sono... ma come anche quelle rom, come ho capito, degli anni 90, dove c'è l'amica panchettona e l'amica tutta fighettina. Non è questo il caso. [00:16:35] Speaker B: Si ritorna sempre lì. [00:16:36] Speaker C: Scusate per la referenza ignorante. Sono veramente due mondi opposti e ci sono delle volte in cui li guardi e non riesci a capire che cosa li leghi al di là dell'infanzia che hanno passato e della montagna. Perché non è che parlino così tanto, però la loro opinione è talmente tanto importante l'uno per l'altro che forse proprio attraverso questo scontro, cioè, Pietro che vede in Bruno quello che vorrebbe essere, quello che non vorrebbe essere e viceversa, è proprio quel tipo di rapporto che ti porta a crescere e forse a volerti bene al di là di qualsiasi diversità, perché poi succederanno delle cose, Bruno farà o non farà delle cose che, insomma, porteranno un attimo Pietro a, non dico cambiare completamente opinione su di lui, ma vederlo sotto un'altra luce, a comprenderlo comunque. Però io guardando il film, e se voi l'avete visto, avete perfettamente capito il momento a cui mi riferisco, cavolo, da amica ho pensato, ma se io avessi un amico che prende quella decisione lì egoista, cavolo, riuscirei comunque a rispettarlo nello stesso modo e invece qua si vede la maturità proprio dei personaggi. [00:17:55] Speaker B: Ma infatti il film affronta proprio anche tutto il percorso di un'amicizia. Loro si ritrovano a un certo punto che ormai sono degli uomini maturi, quindi diciamo che la scintilla c'è nuovamente perché c'era qualcosa di così forte, legato al loro passato, soprattutto all'infanzia, che li riporta a rifrequentarsi. Per appunto quel motivo di cui avevamo parlato all'inizio. E poi ritornare di fatto amici che si vedono che appunto hanno un loro continuo contatto, un continuo confrontarsi e anche crescere insieme. Però si vedono anche tanti momenti di crisi di questa amicizia, cioè litigi che ci sono sicuramente, che è normale, è giusto che ci siano. [00:18:47] Speaker C: Sempre sommessi comunque, mai litigoni. [00:18:50] Speaker B: No, no, sì, certo. [00:18:51] Speaker C: Sempre sguardi, silenzi. È un film fatto di silenzi. [00:18:55] Speaker B: Di non detti, sì, sì. E anche il fatto che il loro rapporto si basa anche su tante cose che non vengono veramente dette in modo esplicito, anche proprio a livello di sceneggiatura, di dialoghi, ma noi le percepiamo, noi le capiamo, non so come dire, Ma. [00:19:16] Speaker C: Infatti io ho una domanda per Luca, perché dovete sapere che Luca è un tuttofare, Luca sa fare tutto. [00:19:22] Speaker A: E non sa fare niente, quindi. [00:19:24] Speaker C: Luca è tuttofare. Lui costruisce case, sistema cose, Luca sa fare tutto. E guardando questo film mi viene sempre in mente Luca, perché effettivamente Pietro e Bruno legano davvero nel secondo momento della vita in cui si incontrano facendo un lavoro estremamente manuale, quindi passano tantissimo tempo insieme, ma non lo fanno parlando del più e del meno o parlando di quella che è stata la loro vita fino a quel momento. Loro semplicemente condividono la bellezza di fare un lavoro manuale ben fatto, un po' alla zima blu per gli intenditori. E Luca io voglio sapere il tuo punto di vista su questa cosa. [00:20:03] Speaker A: Quello è un momento cruciale ma diciamo che rispecchia un po' quella che è la terapia di fare qualcosa nel momento in cui non si sa cosa fare. E vabbè, personalmente nella mia vita ci sono anche ritrovato, tante volte, ma anche banalmente a mettermi a lavorare a fare il cameriere. O costruire qualcosa, cioè davvero... o zappare l'orto. Ecco, fare un orto ben fatto e raccoglierti i tuoi cazzi di zucchini che pure stagione non vedo l'ora di mangiarli. Però sì, certo c'è questo momento veramente terapeutico che se qualcuno in questo momento si trova nella condizione un po' di pietro, di non sapere dove andare e non sapere cosa fare, iniziare dalle piccole cose o dalle grandi piccole cose come costruire una casa è sicuramente la ricetta vincente perché da soddisfazione immediata e quindi questo è un altro dei valori, adesso faccio il nostalgico, dei valori che la vita cittadina stanno un po' portando via. Ormai non abbiamo neanche la... non riusciamo neanche a andarci a prendere una pizza da soli, dobbiamo farcela portare, non riusciamo a partire da A e ad arrivare a B. È una cosa che invece in montagna. [00:21:22] Speaker B: È... È o così o così. [00:21:24] Speaker A: Sì, no, è questione di sopravvivenza. Cioè tu la legna la devi fare, se no non ti scaldi. [00:21:29] Speaker C: È quello che ti mette il pepe al culo. [00:21:30] Speaker A: Esatto. [00:21:32] Speaker C: E se no muovi. [00:21:35] Speaker B: Il tetto lo devi riparare, se no ti nevica in casa. Esatto. [00:21:38] Speaker A: Esatto, esatto. Quindi questo è un altro punto della dicotomia tra montagna e città, delle due vite che sa di poter vivere Pietro. Ho empatizzato molto, ho colto veramente il segno anche sempre nella stessa sequenza, sempre nello stesso atto, arrivare sulla cima. Perché paga così tanto andare in montagna? Perché uno dovrebbe caricarsi lo zaino, farsi duemila metri in salita, sudare? Perché parti da un punto A, arrivi in un punto B, hai faticato per farlo e quando arrivi in cima la vista è meravigliosa. Sono tutti vari percorsi dello stesso processo che guariscono Pietro. [00:22:26] Speaker B: Lui vive a Torino da uomo maturo, lo vediamo in qualche momento del film. Maturo non proprio. [00:22:35] Speaker A: Però è uno scappato di casa. [00:22:37] Speaker C: No, non uomo, ma tu vai. [00:22:41] Speaker B: In età, anagraficamente. Sì, diciamo che Pietro, anche se in alcuni momenti del film ancora vive a Torino, quindi ancora fa una vita, diciamo, cittadina, per la maggior parte dell'anno. Poi, cioè, in realtà lui aveva rifiutato completamente anche un po' il percorso di lavoro, di carriera che era un po', diciamo, nei progetti del padre. c'è stata una rottura nei confronti un po' del sistema, delle convenzioni, anche rappresentate da una vita che non è certo la vita che puoi fare in una baita in montagna, ma quella che fai in città. Lui aveva rifiutato tutto questo ed è per questo che poi c'è un grandissimo, cioè continua ad avere una passione veramente forte per la montagna e per un personaggio come Bruno, per l'amico Bruno che invece quella scelta l'ha fatta perché Bruno rappresenta, tra i due amici dicevamo prima sono completamente diversi, Bruno è il radicale dei due ed è un personaggio che io adoro perché Io amo questo tipo di personaggio, no? Questo tipo di convinzione che ha Bruno, cioè di vivere quasi come un'eremita. Però lui ha fatto una scelta, ha avuto il coraggio di fare quella scelta e quindi di vivere in montagna, in alta montagna praticamente. vive in un luogo dove ci si può arrivare solamente a piedi o, diciamo, forse con la motoslitta d'inverno, una cosa del genere. Quindi questo è, però ha fatto quella scelta e la segue fino alla fine e Pietro questo non può, diciamo, non può lasciarlo indifferente. [00:24:29] Speaker A: Sì, poi chiudendo, la differenza vera tra Bruno e anche il padre di Pietro, perché poi sono due persone che si capiscono, perché sono in realtà molto più simili di quanto sembrino, perché il padre di Pietro è un gran lavoratore, ma la vera differenza culturale tra i due è, uno parte da A, arriva a B e pensa già arrivare a C, per poi arrivare a D, ovvero la vita frenetica del lavoro nell'industria, nel lavoro. [00:24:57] Speaker C: Fai il giro delle otto montagne. [00:25:01] Speaker A: Mentre Bruno parte da A, arriva a B e si gode il fatto di essere arrivato a B. Poi rimane intrappolato nel godersi di essere arrivato a B. Quando arrivi in cima non puoi andare oltre, non puoi salire ulteriormente. [00:25:13] Speaker C: E non puoi soprattutto già pensare alla montagna dopo. [00:25:15] Speaker A: Esatto. [00:25:16] Speaker C: Collegandomi a quello che avete detto voi, io farò un po' il Bastian contrario. Non totalmente, perché secondo me questo è un film sfumato. che ha tantissime sfumature, quindi automaticamente anche un suo giudizio, una sua interpretazione deve essere sfumata. Però, visto che abbiamo soprattutto approfondito una sfumatura, volevo cogliere l'occasione per approfondirne un'altra. La scelta di Bruno per me non è al 100% una scelta coraggiosa. Il fatto che lui scelga di vivere questa vita, di relegarsi in montagna, di vivere da remita. Dico anche proprio prima ancora che le cose degenerino, proprio come scelta di vita. Penso che sia sì, in parte coraggiosa per quelle che sono le circostanze, per il tipo di vita e sforzo che richiede appunto una vita in montagna a quelle altezze. Però è anche vero che Bruno non è... non ha un animo coraggioso. Lui confonde il confine che separa il voler vivere in montagna perché sta bene con il vivere in montagna perché non ha alternative e perché non vuole conoscere altro. E l'unico motivo per cui lui non vuole conoscere altro è perché ha paura non solo del mondo, ma di vedere se il mondo lo inghiottirà o meno, cioè lui non si mette neanche alla prova da questo punto di vista, non è una persona che, come dice il personaggio di Pietro all'inizio del film, quando ad un certo punto, per tutta una serie di circostanze, Bruno sembrava dovesse andare a Torino per studiare, per fare determinate cose, Pietro si arrabbia con, appunto, i genitori parlando di questa cosa e dice, ma la città a uno come Bruno lo ammazza. E questo è vero, però Bruno non ha visto altro, Bruno non conosce altro e non può sapere se si sarebbe potuto trovare bene da un'altra parte o magari no, ma almeno sperimentare una vita diversa cogliere comunque quelle che sono delle lezioni, perché anche se vivi in una situazione o in delle circostanze difficili o che non ti fanno stare bene, impari sempre delle lezioni utili poi, e poi scegliere deliberatamente di tornare in montagna. Lui non ha il coraggio di farlo, e soprattutto non ha il coraggio di farlo nemmeno nel momento in cui era necessario che lo facesse, non dico per sempre, ma per un breve periodo di tempo. Quindi in realtà Bruno è una persona estremamente fragile, estremamente spaventata, ha l'idea di essere inghiottito dalla città e da un mondo che non è quello che conosce lui. Quindi sì, è coraggioso il fatto che lui scelga di vivere in alta quota, però per lui non è neanche così tanto difficile, cioè è una cosa a cui è talmente tanto abituato che è anche proprio difficile vederla come una scelta di coraggio, cioè una scelta di coraggio implica fare un qualcosa che non sai bene come si fa e metterti comunque alla prova nel farlo. Bruno sa bene come gestire tutta quella situazione, quindi in realtà per lui la montagna è un enorme comfort zone dove vuole rimanere, vuole vivere, vuole morire e vuole diventare concime per la natura. [00:28:40] Speaker B: No, ma in effetti, dopo che hai detto tutte queste cose sul coraggio, cioè è vero, io ho appena detto il coraggio di fare questa scelta, però sono completamente d'accordo con te, cioè il coraggio fino a un certo punto, ma io infatti questo non esclude secondo me eh quando prima ho detto lui è radicale, ha fatto questa scelta. Questo però non non non esclude la sua fragilità. [00:29:04] Speaker C: Certo. [00:29:04] Speaker B: Cioè lui forse fa questa scelta però poi in realtà è una persona fortemente alienata per me. [00:29:11] Speaker A: Sì. [00:29:12] Speaker B: È una persona chiusa e eh il rapporto con la montagna è così forte proprio perché lui è così chiuso nei confronti del resto del mondo nei confronti delle persone della vita, diciamo, del movimento, del rumore, rumore anche in senso metaforico, rumore della vita, della confusione, di varie scelte, varie possibilità. Lui sceglie una cosa, è fedele a quello per sempre e rifiuta tutto il resto, quindi secondo me anche tanto un film su il rifiuto di altre cose ed è un rifiuto senza neanche voler provarci non so come dire cioè proprio così lui a priori ha scelto quello è fedele alla montagna e eh non ci prova neanche quindi da questo punto di vista sì forse coraggio non è neanche cioè non ha senso neanche parlare di coraggio non coraggio lui proprio rifiuta quello rifiuta un'altra alternativa cosa che invece Pietro non fa Sì, che è poi. [00:30:09] Speaker C: Quello che ci viene detto chiaramente nel titolo, cioè vive meglio una persona che fa il giro delle otto montagne o che resta sempre sulla stessa montagna. [00:30:15] Speaker B: Sulla montagna centro che è questa concezione nepalese. [00:30:18] Speaker A: La grande paura poi lo porta anche a fare scelte profondamente egoiste nei confronti di due persone con cui... con la sua famiglia, con due persone con cui si era preso proprio un impegno di affetto, di condivisione della vita, quindi se fosse rimasto da solo diventava anche un suo limite, poi però diventava proprio colpevole di aver fatto determinate scelte egoiste. [00:30:43] Speaker B: Si, fa del male agli altri. [00:30:44] Speaker C: Infatti questo film, non so voi, ma ogni volta che finisce mi lascia naturalmente un senso di grandissima nostalgia, di grandissima malinconia, proprio dolce ma amaro allo stesso tempo, ma non solo per l'epilogo, che voi che avete visto il film conoscete. Ma anche proprio perché un po' Bruno l'ho amato nel corso del film e un po' mi ha deluso. E quindi è un po' quella... ma non deluso il personaggio o il film, anzi, trovo che il film facendomi provare questo nei confronti di Bruno abbia centrato il punto. Però davvero, arrivo ai titoli di coda che dico, cavolo Bruno, ti ho amato per due ore e mezza di film, sei stato un personaggio fantastico che avrei voluto coccolare per due ore e mezza di film, però non sono così fiera di te. [00:31:35] Speaker A: E diventa, anzi è sempre stato, alla fine Bruno è sempre stato l'esatto opposto, quindi in qualche modo l'esatta copia del padre di Pietro, perché è esattamente la stessa storia. [00:31:51] Speaker B: È verissimo perché poi infatti c'è nel senso Bruno è uno c'è Bruno è uno no eh è verissimo infatti Bruno non non riesce a veramente a prendersi cura degli altri cioè è un personaggio interessante e che non si può non amare proprio perché non è un personaggio monolitico, positivo al cento per cento. Anzi, è pieno di sfumature, pieno di complessità, di difetti, di limiti giganti ed è un personaggio che nel profondo non si può comprendere. [00:32:28] Speaker C: No, Bruno sa prendersi cura delle persone solo se le persone hanno bisogno di quello che lui può dare. Nel momento in cui le persone hanno bisogno di qualcos'altro e quindi da parte tua è necessario uno sforzo per riuscire a stargli vicino, a supportarle, è lì che Bruno va in tilt, Bruno si ferma, dice no. non ce la fa ed è proprio. [00:32:50] Speaker B: Questa chiusura però ripeto che è forte ed è il legame vero e proprio con la montagna secondo me perché alla fine Bruno si trova molto meglio a stare da solo in compagnia esclusivamente della natura delle montagne e anche del linguaggio mi viene da dire della natura eh il ciclo delle delle stagioni eh il il tempo che in alta montagna è estremamente variabile. Lui sta lì in balia di tutto questo e per lui è quella la vita. Lui riesce a vivere in sintonia con quello. Nel bene e nel male. Anche in un modo estremo, in un modo quasi in cui alla fine lui si confonde con la natura, diventa parte della natura. È l'unico modo in cui lui può esistere, secondo me. [00:33:39] Speaker C: Sì, lui alla fine diventa la natura. [00:33:42] Speaker B: Sì, ed è proprio estrema, ed estremo. [00:33:45] Speaker A: E qui arriviamo al modo in cui Van Der Mels e Van Groningen dipingono questo film. C'è la questione trita-ritrita, perché se tu fai un film ambientato in montagna lo riprendi, cos'era, in 4 terzi? Ancora addirittura più stretta? [00:34:00] Speaker C: No, 4 terzi. Ok. Non sono neanche sicura che sia per tutto il film a quattro terzi, perché mi sa che ad un certo punto si allarga. Non sono sicurissima di questo. Forse sì, ma... Mi sa che solo l'infanzia è in quattro terzi. [00:34:12] Speaker A: No, no, no. [00:34:12] Speaker B: No, in là. [00:34:16] Speaker A: Ok, ok. Quindi, perché hai l'opportunità di filmare questi panorami così ampi, così belli, e invece li racchiudi in un'inquadratura così stretta? È una questione trita di trita, ne ha parlato chiunque. Però magari voi non ascoltate podcast di cinema, e quindi diciamo la nostra anche su questo. Perché questo, come dicevamo prima, toglie il ruolo di personaggio protagonista della montagna, che rimane sempre un personaggio secondario, e si concentra più sulla dimensione umana dei personaggi. E non poteva essere filmato, cioè sarebbe stato un controsenso filmarlo con inquadrature più ampie. E poi, nonostante appunto la staticità della natura, perché di fatto la natura è ferma, i registi danno un dinamismo incredibile, fanno compiere delle azioni alla montagna, e qua è molto di da scalico la sequenza finale di Bruno. La montagna si muove, la montagna agisce, la montagna risponde, la montagna parla. E' veramente la poesia di questo film è anche data poi dalla colonna sonora che usano i brani di Daniel Norgren che veramente ti rimangono nella testa, ti rimangono nel cuore. [00:35:33] Speaker B: In ogni aspetto questo film, la produzione di questo film è veramente affascinante. Ripeto, anche quando avevo letto delle cose a riguardo proprio della preparazione ancora prima di girare il fatto che sia nato un vero e proprio legame tra chi ha scritto questa storia, Cognetti, poi grandissimo esperto di montagna, uno che veramente conosce la montagna e ha portato spesso a fare escursioni, a conoscere i luoghi, sia i registi che gli attori protagonisti e quindi anche quando si fa un film del genere, sapere quello che c'è stato dietro e anche i rapporti veri, umani, non di finzione, che si sono creati tra le persone che poi hanno lavorato a questo, per me è sempre molto bello da scoprire. [00:36:24] Speaker A: Chiudendo, non si può non parlare di Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Noi abbiamo una piccola abitudine, ovvero quando parliamo dei personaggi spesso ci riferiamo a loro col nome degli attori che li interpretano. Però la capacità di un attore si misura specialmente nella capacità di sparire dentro il personaggio. e qua per tutta la puntata e per tutto il film ci siamo riferiti a loro come Pietro e Bruno, non come Alessandro e Luca. Hanno fatto un'interpretazione incredibile, le emozioni che veicolano sono assurde e non mi stancherò mai di rivedere questo film grazie a loro e anche ai personaggi secondari. Abbiamo già citato Filippo Timi, ma anche i ruoli della madre, della moglie di Bruno, sono veramente personaggi veramente scritti benissimo, ridotti all'essenziale e gli attori svolgono un. [00:37:19] Speaker C: Ruolo incredibile nel trasmetterlo poi sullo schermo. Sì, anche perché ormai è fin troppo comune anche in Italia vedere come Attori tanto affermati non riescano più a non essere egori feriti, anche inconsciamente, quando interpretano dei ruoli. Invece Marinelli e Borghi, nonostante siano comunque degli attori molto affermati, sono dei veri attori, non sono solamente degli interpreti, perché hanno proprio la capacità di farti dimenticare che di fronte hai Luca Marinelli, che hai Alessandro Borghi, e in quel momento tu hai solo Pietro e Bruno. e ti dimentichi anche del fatto che Marinelli e Borghi siano amici. Tu in quel momento vuoi solo ed esclusivamente vedere l'amicizia tra Pietro e Bruno. Quindi un gran gran film che vi ricordiamo trovate su Netflix. [00:38:07] Speaker A: Trovate su Netflix e qua direi che chiudiamo. Se ci state ascoltando in montagna mandateci le foto. Ecco se siete in montagna e state ascoltando questa foto fate una storia e taggateci. [00:38:19] Speaker B: B, questa foto. [00:38:22] Speaker A: E state ascoltando questa puntata, fate una storia Instagram e taggateci che vi ripostiamo. [00:38:28] Speaker B: Lo apprezzeremo molto. Sarebbe molto bello. [00:38:29] Speaker C: Per il resto ricordate di, giusto, giusto, ricordate di seguirci su Instagram, perché se dovete taggarci così per informazione siamo cinema underscore passengers, podcast di Unigiradio, e ci trovate anche su TikTok, potete ascoltarci su qualsiasi piattaforma streaming. Siamo qui dunque. e vi auguriamo buon estate. [00:38:50] Speaker A: Aspetta, ricordatevi di lasciarci 5 stelle su Spotify, l'abbiamo già detto. [00:38:55] Speaker B: Sono 5 se non niente. [00:38:56] Speaker A: Sì, no, 5, altrimenti fatevi gli affari vostri. E attivate la campanella che piace tanto all'algoritmo e quindi piace tanto anche a noi. [00:39:03] Speaker C: Yes, perfetto. Buon estate. [00:39:06] Speaker B: Ciao ciao.

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