Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Vedendo anche tutti gli altri suoi film, lui fa proprio questo, cioè lui vuole giocare con gli estremi del grottesco e lo fa senza esitazione ed è giusto che continui così. Cioè, Paul, non cambiare la tua cifra stilistica solamente perché... No, a me di Cinema Passengers non ha fatto impazzire, non sia mai.
[00:00:20] Speaker B: Sì, ma perché infatti Paul ci sta ascoltando in questo momento ed è molto attento a quello che stiamo dicendo.
[00:00:26] Speaker A: Anche perché è madrelingua italiana, naturalmente.
capisce tutto quello che stiamo dicendo.
Cari ascoltatrici, cari ascoltatori, benvenuti a bordo. Io sono Neletta Pulla, io Beatrice Vincarino e questo è Cinema Farsi.
Ed.
[00:00:57] Speaker B: Eccoci qui dopo un po' di tempo siamo tornate. Siamo tornate. Eccoci. Ciao Dile.
[00:01:03] Speaker A: Ciao Bea.
[00:01:05] Speaker B: Vabbè allora sicuramente vi siamo mancate perché.
[00:01:07] Speaker A: Insomma siamo mancate da un po' di tempo.
[00:01:10] Speaker B: Eh sì eh sì diciamoci la verità un po' di mesetti però siamo qui e che ritorno ragazzi perché oggi parliamo di battaglia dopo l'altra, ultimo meraviglioso film di Paul Thomas Anderson.
[00:01:23] Speaker A: Sì, l'ultima volta che abbiamo lasciato questo grandissimo regista è stato nel duemila e ventuno con Lico e Spizza, film che è stato amatissimo dai più non solo dal pubblico ma anche dalla critica e in realtà poi dopo quattro o cinque anni di distanza ci ritroviamo con invece una battaglia dopo l'altra che è diciamo non Non direi un ritorno agli origini di Paul Thomas Anderson perché è un film che un po' come tutti i suoi film precedenti spicca. Ritornano dei codici stilistici ma bene o male le storie sono sempre molto originali.
[00:01:58] Speaker B: Non è comunque mai simile a qualcos'altro che c'è già stato.
[00:02:02] Speaker A: Però se lo avevamo appunto lasciato prima con il filo nascosto e poi con le crispizza che trattavano comunque le diverse sfaccettature dell'amore in diverse età, qui invece ci ritroviamo con tutt'altro genere. Quindi siamo sempre con tutte le virgolette del caso, trattandosi di un regista che mescola, mixa tutti i vari generi, però ci ritroviamo con quasi una sorta di satira sotto certi punti di vista dell'action movie, del thriller investigativo, del film politico.
[00:02:35] Speaker B: Ed è anche un melodramma perché si tratta proprio di un dramma familiare. Cosa racconta una battaglia dopo l'altra? è un libero adattamento dal romanzo di Thomas Pynchon, Vineland, e segue un gruppo di attivisti di estrema sinistra, rivoluzionari appunto del gruppo French 75, che fanno la rivoluzione armata per i diritti degli afroamericani e per i diritti degli immigrati. All'interno di questo gruppo troviamo Ghetto Pat, nome di battaglia, interpretato da Leonardo Di Caprio, e Perfidia Beverly Hills. Perfidia non è un nome di battaglia, è proprio il suo nome di nascita, interpretata da una potentissima e mega aggressiva, meravigliosa Tiana Taylor. loro due appunto sono i due rivoluzionari di punta, diciamo, del gruppo 75, sono una coppia, si amano follemente, lo vediamo nella prima sequenza del film, e la loro prima missione, insomma, il film si apre con la loro missione in cui vanno a liberare decine di immigrati da un centro di detenzione appunto per i migrati irregolari. In questa occasione c'è il cruciale incontro con tremendo, terribile Sean Penn, cioè il colonnello Lockjaw e in questo primo incontro nasce subito un'attrazione da parte del colonnello Lockjaw nei confronti di perfidia. I due poi, che sono i due opposti, che sono i due estremi, la rivoluzionaria e armata afroamericana, una vera mina vagante perché il personaggio di perfidia non sta alle regole neanche dei rivoluzionari, neanche del suo gruppo, e dall'altro lato il suprematista bianco più terribile, più mostruoso in assoluto. Hanno una relazione, hanno una relazione sessuale, principalmente sono tutti incontri di sesso, Poi gli anni passano, il tempo passa, Perfidia ha avuto questa relazione ma nel frattempo era sempre sposata con Ghetto Pat e rimane incinta, continua a fare la lotta armata, continua a fare la rivoluzionaria anche quando appunto nasce. la piccola Charlene e Ghetto Pat vorrebbe che Perfidia facesse la madre. Quindi Perfidia continua a fare la rivoluzionaria, durante una rapina uccide una guardia e l'unico modo per salvarsi è proprio diciamo farsi aiutare nonostante tutto proprio dal colonnello Lockjaw. che infatti le chiede i nomi degli altri membri del gruppo 75 e quindi Perfidia tradisce il suo gruppo e scompare, insomma non ne sappiamo più nulla. Gli anni passano e ci ritroviamo 16 anni dopo con Leonardo Di Caprio che ha cresciuto da solo sua figlia, hanno cambiato nome, adesso si chiama Bob Ferguson e sua figlia non è più Cheryl ma si chiama Willa. Vivono da un'altra parte e che cosa succede per poi avviare veramente il film? il colonnello Lockjaw torna sulle tracce appunto di Bob e Will, quindi gli dà la caccia letteralmente. Il film è secondo me eccezionale anche solo per il fatto che non è una novità per Paul Thomas Anderson che ci ha abituato a veramente un cinema incredibile però ecco è bellissimo come ci siano tanti generi in questo film come sia venduto forse anche solo guardando il trailer come un mega action solo in seguimenti ovviamente quella è una parte molto importante ma poi c'è anche ingannare esatto mai farsi ingannare perché poi riesce a esserci anche una consistente parte di commedia surreale con un grandissimo Benicio del Toro che ho amato tantissimo. Così come poi appunto tutta l'impostazione del film però è anche molto drammatica, cioè è tensione pura, è melodrama, è dramma familiare, si tratta di un padre che ha dovuto crescere da solo una figlia con cui ha un rapporto mega conflittuale. Con questa figlia non riesce veramente a parlare, non riesce veramente a dire io che cosa sono stato, chi è tua madre, chi non è tua madre, e poi la stessa Willa che è interpretata da Chase Infinity in maniera molto molto grintosa molto potente direi che era il suo primo film questa attrice.
[00:06:48] Speaker A: Sì avevo visto che aveva fatto un debutto in una serie tv però che non per una serie di quelle che probabilmente non è neanche arrivata in una qualche certa forma in Italia, però sì è stato il suo debutto cinematografico.
[00:07:01] Speaker B: Eh ragazzi esordire così.
[00:07:02] Speaker A: Esordire con Leonardo Di Caprio, Sean Penn ha una delle sue migliori interpretazioni e con un regista come Paul Thomas Anderson brava.
[00:07:11] Speaker B: Bravissima.
[00:07:12] Speaker A: Già solo per averci provato.
[00:07:13] Speaker B: Sì anche perché poi assolutamente cioè lei tiene testa perfettamente a questi grandi del cinema, quindi ho apprezzato veramente tanto l'interpretazione di Cesa Infiniti. E appunto anche lei è parte estremamente attiva di questo film, nella seconda parte in cui appunto la seguiamo da vicino e dovrà lottare anche lei. È vero, è proprio una battaglia dietro l'altra. No, dietro una battaglia dopo l'altra. Buonanotte. Una battaglia. Iniziamo così? Va bene, però è proprio vero, è una battaglia dopo l'altra perché c'è la tensione di queste lotte e la lotta politica ma anche la lotta per comprendere veramente le proprie radici, accettarle o comunque insomma è veramente complesso anche tutto quello che vuole raccontare in maniera anche più intima, non solo dal punto di vista politico.
[00:08:04] Speaker A: Sì, i temi del film sono sicuramente tantissimi e sono anche abbastanza complicati, nel senso che sono come dire dei temi semplici ma allo stesso tempo complicati per la loro complessità e anche per il fatto che sono purtroppo temi estremamente attuali. Anche per esempio il rapporto, diciamo che il personaggio di Sean Penn, l'attrazione che Sean Penn nutre nei confronti del personaggio di Perfidia è in realtà un qualcosa che abbiamo già visto in passato, è il classico processo di feticizzazione tra virgolette dell'uomo che si reputa dell'uomo che si reputa dominatore, supremo, bianco nei confronti di membri di comunità che lui va a discriminare, che è un po' come era all'epoca il personaggio di Bigfoot in vizio di forma, che era appunto questo agente di polizia che odiava totalmente gli hippie, che quindi odiava anche semplicemente le l'atto stesso di fumare marijuana, però ad un certo punto lo vediamo fumare, ingurgitare addirittura della marijuana, che sembra avere un'omosessualità in un certo senso latente nei confronti del suo ex collega, quindi ritornano un pochino delle tematiche che sono care a Paul Thomas Anderson. Allo stesso tempo io trovo sempre molto interessante come il regista tratta il sesso. Non è mai un atto romantico, è sempre sia che sia in una cornice positiva, come può essere lì con la rispizia, sia in una cornice negativa, come può essere in una battaglia dopo l'altra o anche per esempio nel filo nascosto, si tratta sempre di un sesso, di un atto che è grottesco, che è primitivo, che è strano in un qualche modo e anche in questo caso il sesso diventa un po' un pretesto per parlare di quello che è un gioco di potere, diventa un po' una metafora di quello che è un gioco di potere tra appunto Perfidia e Lockjaw e quindi questo gioco di potere che si basa invece sulla feticizzazione dell'inversione dei ruoli sociali, infatti hanno un tipo di rapporto dove è lei quella dominante rispetto a lui e lui trova piacere nell'essere sottomesso da parte di ciò che lui considera inferiore. Allo stesso tempo torna il tema del vivere in un qualche modo scendendo a patti con chi si è, che è un po' quello che succedeva anche con il personaggio interpretato da Joachim Phoenix in The Master, e nel caso di Willa, quindi della figlia di Perfidia e di appunto Leonardo di Caprio, il vivere, il cruccio di vivere sotto una reputazione che non è la tua, sotto quella che è una reputazione poi pessima di un proprio genitore, perché poi appunto nel film vedremo come il fatto che perfidia abbia tradito la causa e quindi abbia tradito i suoi amici, i suoi colleghi in quella che è la rivoluzione, la rende un infame, cioè Willa stessa la definisce un infame e l'infamia della madre precede Willa e lei si trova semplicemente coinvolta in una situazione di cui lei è pura vittima e da cui cerca di uscire più che può indenne. Poi senza dubbio il tema che sta alla base del film è quello della rivoluzione e nello specifico degli ideali e dell'ideologia. La rivoluzione che loro fanno, i French 75, è una rivoluzione armata e si tratta di una modalità di fare rivoluzione che viene criticata all'interno del film da alcuni personaggi, ma viene anche in un certo senso giudicata, se vogliamo, dallo stesso regista, cioè se ha deciso Paul Thomas Anderson di fare un film su questo significa che in un qualche modo, vuoi o non vuoi, non ha una visione totalmente neutrale, aveva voglia di mostrare quelli che erano tutte le sfumature che intercorrono tra un'ideologia piuttosto che un'altra. E mentre io guardavo il film, anche quando vedevo nei comportamenti delle similitudini tra i due opposti, che sono Lockjaw e Perfidia, ritrovandomi però nella situazione di condividere quelli che sono naturalmente gli ideali di base di Perfidia, continuavo a chiedermi, sì, ma per poter cambiare le cose, per poter fare la rivoluzione, sono sufficienti le mezze misure?
o una rivoluzione non è possibile senza violenza e naturalmente sono riflessioni che il film innesta per forza ed è forse una delle cose che mi è piaciuta di più del film perché sono uscita appunto riflettendo su questo e soprattutto riflettendone anche da quello che è il mio divano comodo nel senso che naturalmente si tratta di una discriminazione che io non vivo e che quindi di conseguenza anche quando ci rifletto sopra mi dico boh magari sì una rivoluzione sarebbe meglio se non fosse armata poi mi dico non lo so ma se io mi trovassi in quella posizione estremamente discriminata da secoli, la penserei allo stesso modo? Naturalmente è una domanda apertissima, quindi non ho dato assolutamente le risposte su cui continuerò a riflettere, però è stato molto bello uscire dal cinema riflettendo su questo e non soprattutto limitarsi a dare una risposta definitiva, sì e no, ma che sia sfaccettata esattamente come è sfaccettato il tema Sì, decisamente.
[00:13:27] Speaker B: Infatti il film è estremamente stratificato e sfaccettato, è un film fortissimo, attualissimo. Il tema della riflessione, cioè quello che hai appena detto tu, è una cosa che ho sentito anch'io, è dire ovviamente I rivoluzionari armati sono armati, sono violenti, ma dobbiamo comprendere anche che forse quella violenza era necessaria, almeno nell'intento, perché a un certo punto la violenza forse serve, non è possibile una rivoluzione solo pacifica. Purtroppo questi sono temi all'ordine del giorno, anche oggi. anche nell'attualità dell'America di oggi, quindi Paul Thomas Anderson senza darci delle coordinate a livello di anni, di tempo. Possiamo immaginarci che il film è ambientato negli anni 2000, non è ambientato negli anni 70 come era ambientato il romanzo, se non sbaglio. Quindi lui ha fatto una trasposizione per cui probabilmente sono gli anni 2000 quelli del film, ma non ci sono delle indicazioni precise per quanto riguarda i governi, la politica, il momento storico. Ma è attuale, parla di oggi, parla della violenza che c'è ovunque in un paese come l'America, parla delle armi che sono ovunque, parla di quei mitra. quei mitra che utilizzano gli stessi rivoluzionari per fare una rivoluzione che dovrebbe essere giusta appunto a livello ideologico, è giusta a livello ideologico, però è un tema e non c'è una risposta, non c'è una giustificazione per forza, perché comunque il bello di Paul Thomas Anderson è appunto anche questo, raccontare l'ambiguità, raccontare la complessità, l'oscurità, il fatto che perfidia, sia un personaggio veramente fuori controllo e quindi che abbia anche dentro di sé poi quella dose di negatività, di follia, di non riuscire a inquadrarla per cui appunto lei sparisce, lei diventa un infame per i suoi compagni di rivoluzione e non sappiamo più niente di lei, quindi non è un personaggio positivo, non è un personaggio negativo, cioè c'è questa ambiguità, c'è anzi, c'è tutto e due.
[00:15:38] Speaker A: Allora, io la reputo comunque un personaggio negativo, cioè per me è un personaggio negativo.
[00:15:40] Speaker B: C'è la negatività, però ci sono mille altre cose insieme E questo riuscire a raccontarle tutte è interessante. C'è il fatto che tu comprendi il motivo per cui Ghetto Pat per una vita è stato anche lui militante e ha preso in mano le armi, però poi comprendi il fatto che lui ha una certa, dice, stai attenta a sua figlia che invece andrà a una manifestazione pacifica. E c'è tutto questo, c'è anche il futuro, c'è anche tanto ottimismo in questo film, anche se non sembra. Lo vedremo alla fine. C'è l'ottimismo e c'è anche invece un'altra opzione, quindi c'è un dire c'è stato questo, c'è stata la violenza, c'è la violenza ovviamente da condannare in tutti i sensi del suprematismo bianco, ovviamente non c'è neanche da dire. Sembra anche forse in certi momenti un'America quasi satirica, quella dei suprematisti, della congregazione degli amici del Natale.
[00:16:35] Speaker A: Sì che poi è una satira dentro alla satira, perché alla fine è satirica ma in realtà lui quasi non ha dovuto fare niente per renderla tale, cioè ha semplicemente preso la realtà folle come è e l'ha semplicemente resa e interpretata con degli attori che sappiamo essere tali, ma non mi sorprenderebbe se venisse fuori che Trump e compagnia bella sono in una setta del Natale.
[00:16:59] Speaker B: Assolutamente, cioè quello è l'essere satirico di quella parte dell'America, però in realtà è così, non c'è da stupirsi, purtroppo c'è una parte del paese che è ancora suprematista bianca, che è ancora estremamente razzista, ci sono ancora queste cose e quindi ci sono veramente tutti questi mondi dell'America, tutte queste forze, tutta questa tensione che noi anche poi non essendo americani non possiamo neanche immaginarci secondo me perché poi c'è tutto un background puramente americano, per quanto poi la violenza in questo momento storico sia di tutto il mondo, senza distinzione, però questo io l'ho trovato veramente potente ed è anche difficile riuscire a entrare dentro ogni strato che vuole raccontare Paul Thomas Anderson. E però, ripeto, c'è anche l'altra opzione, c'è anche una manifestazione pacifica, c'è anche un ottimismo per le nuove generazioni e per un futuro. Perché forse alla fine non voglio sembrare troppo ecumenica, troppo positiva, troppo ottimista, però secondo me un po' in un certo senso Paul Thomas Anderson ci sta anche dicendo che tutta quella violenza è un fallimento ed è faticabile. forse era anche giusta, forse serve, però è anche un solimento.
[00:18:09] Speaker A: Però riflettiamoci a un tema, che quasi sicuramente è stato un tema, cioè il riflettere su questo più che semplicemente rappresentarlo, anche perché è un regista che ha dimostrato più volte in passato di essere estremamente riflessivo poi in quello che fa. Semplicemente è un tipo di riflessività che non passa attraverso toni prettamente drammatici e pesanti sotto certi punti di vista, ma che passa invece attraverso dei toni più grotteschi, dei toni più satirci. Il personaggio di Perfidia è senza dubbo un personaggio controverso e personalmente, un po' che è quello che ti dicevo prima dicendoti che è un personaggio negativo, io l'ho trovata a limiti del sopportabile ad un certo punto.
[00:18:51] Speaker B: È vero, è verissimo.
[00:18:54] Speaker A: Però il suo personaggio mostra più ampiamente quella che è la differenza tra lottare per i propri ideali, quindi con consapevolezza e senso di responsabilità, e invece vedere poi i propri ideali trasformarsi in un'ideologia che è entusiasta, irrefrenabile, impulsiva, una sorta di incattivirsi, al punto da fare poi una cosa terribile per di più ad un membro della sua stessa comunità, perché uno uno dei momenti, diciamo, la ragione chiave per cui lei ad un certo punto viene catturata è perché colpirà un poliziotto a sua volta afrodiscendente. Quindi anche questa non trovo che sia un caso, il fatto che effettivamente il poliziotto faccesse partire.
e che questo poi sancisca l'inizio della fine di quella che era la rivoluzione, di quello che era un'Infrancia 75. E quindi questo tipo di comportamento che lei ha e che è quasi più vicino all'ideologia, che non al semplice ideale, è quello che lo porta, quello che la porta alle conseguenze. Quando le si presenta davanti quello che è il conto amarissimo, lei si ritrova a prendere una decisione che dice tanto sul fatto che lei è più vicina ad un'ideologia che non ad un ideale, cioè ad un qualcosa di cui lei non si è responsabilizzata sapendo bene a cosa andava in conto, ma era più un atteggiamento incattivito, più o meno giustificato, di una persona che ha subito discriminazioni da sempre e che quindi però ad un certo punto è talmente tanto accecata da quella cosa lì, che non ragiona più, che non riesce in un qualche modo a scindere, a stabilire bene il limite tra quello che è giusto fare per quello che è giusto e quello poi che invece ti fa cadere tra virgolette nel torto, cioè ti fa cadere in quello che invece quello che fa Locjo, quello che è assolutamente sbagliato sotto ogni punto di vista.
[00:20:41] Speaker B: Infatti io ho amato molto il fatto che in questo film ci sia il male che è rappresentato dai suprematisti, dal razzismo imperante, dalla discriminazione nei confronti appunto degli afroamericani o degli immigrati, però la parte invece legata ai rivoluzionari che quindi si battono per il bene, per cambiare il mondo in meglio, per migliorarlo. Da quella parte lì, dalla parte dei rivoluzionari, comunque ci sono tante ambiguità, ci sono problematizzazioni, c'è complessità, stratificazioni. Non abbiamo solamente la giustificazione che gli ideali sono giusti e l'intento è buono. ma c'è anche tutto il resto.
[00:21:22] Speaker A: Sì, questo è anche un po' riassunto, ci ho fatto caso proprio ieri, è un po' riassunto nella tagline del film, perché solitamente le tagline dei film nelle locandine sono un po' buttate così, queste frasi che dovrebbero... Ad effetto. Sì, esatto, che però dici, boh, vabbè, che cazzo di film è? Invece questa qui l'ho proprio letta ieri. ed è azzeccata perché la tagline dice alcuni scelgono per cosa combattere altri sono nati in battaglia ed è esattamente quello di cui stiamo parlando ed è motivo per il quale poi una determinata lotta è più facile da accantonare per alcune persone, per quanto alleate, rispetto ad altre. Poi anche tutto il discorso che facevamo un po' prima sul personaggio di Perfidia, che a me poi ha infastidito in generale un po' anche a livello di scrittura. E' proprio il motivo per cui ho anche fatto un po' fatica nel finale o comunque in alcuni momenti dove capiamo che la figlia comunque, vuoi o non vuoi, si interessa a quella che è la causa, quindi a partecipare, come diceva Bea prima, a determinate manifestazioni. È una cosa che mi ha colpito fino ad un certo punto, perché vedere la figlia che porta avanti quella che era la lotta della madre Avendo però già un problema in precedenza con il personaggio della madre è stato un po' respingente, mi ha creato un po' di distanza, come invece ho amato l'epilogo del personaggio di Leonardo Di Caprio che, senza fare spoiler, è comunque un personaggio che dove lo troviamo ad inizio è esattamente dove lo troviamo alla fine. Cioè, è un personaggio che non ha alcun tipo di evoluzione e soprattutto è un personaggio che, se ci pensiamo, non fa granché. Cioè, se notate, nel corso del film sì, lui è in fuga, Lui cerca di salvare la figlia, ma se non fosse per il personaggio di Vinicio del Toro, quindi senza gli altri personaggi, cioè lui alla fine è questa corsa infinita ma non fa granché. E anche qui ci ho visto un po', ci ho visto tanto la mano di Paul Thomas Anderson anche nella fase di sceneggiatura perché è proprio la parodia dell'eroe classico del film action. C'è questo classico personaggio, un po' la Tom Cruise, che citano anche a un certo punto, che è coraggioso, che fa, che risolve tutti i problemi e poi vediamo nel personaggio di Leonardo DiCaprio solo la facciata, quindi tutto questo grande movimento che però fa solo fumo. Infatti bravo Leonardo DiCaprio, perché ormai cosa te lo diciamo a dire? È ovvio che sei un attore incredibile, però anche qui ha regalato di nuovo una performance fantastica.
[00:23:52] Speaker B: Viva la rivoluzione! Esatto, la vestaglia a quadretti, gli occhiali d'azione.
[00:23:56] Speaker A: Grandissima città, poi al Grande Lebonski. Io ci ho visto poi che non sono l'unica tantissimo dei Cohen, che non è un paese per vecchi. e soprattutto delle personaggi di Leonardo Di Caprio. Io ho già visto tantissimo il personaggio interpretato da Joachim Felix in vizio di forma, che è Doc Sportello. Perché in entrambi i casi, sia del grande Lebonski, sia di Sportello di vizio di forma, sia Pat, quindi Leonardo Di Caprio, hanno una cosa in comune, cioè le canne. Sono sostanzialmente dei fattoni. E in realtà l'abuso anche poi di sostanze è uno dei temi che ritorna molto spesso in Portoma Sanderson, anche su The Master, ma anche per esempio sul petroliere. Insomma, sono cose che ritornano un pochino a qualsiasi tipo di sostanza. La cosa però che mi ha molto divertito è che, innanzitutto, una batteria dopo l'altra mi ha ricordato molto Bizzo di Forma, probabilmente perché sono entrambi degli adattamenti liberi di due romanzi dello stesso autore, quindi dipinciano, quindi anche un po' lo stile può essere quello, può risuonare. Però anche qui mi ha fatto molto ridere perché sono entrambi due fattoni, però che sono estremamente rappresentativi della contemporaneità in cui sono immersi. Perché Sportello, in vizio di forma, è il classico fattone con la presa bene. Cioè lui è tranquillo, può succedere qualsiasi cosa, lui sa di non avere nulla in controllo.
Ma lui è tranquillo, lui sa che le cose... lui segue il flusso, lui segue il flusso, classico atteggiamento anni 70. Invece il fattone di Leonardo DiCaprio è un fattone con una presa malissima, un ansiogeno, in paranoia, costantemente in ansia, nel panico più totale.
[00:25:35] Speaker B: Però in questo caso Getto Patti è aiutato dal sensei, dal grandissimo Benicio del Toro che io già elogiato perché l'ho trovato incredibile in questo ruolo, come sempre però ha una poker face, ma tutto ma il fatto che c'è il ruolo di Benicio del Toro è veramente aiutare e calmare Di Caprio.
[00:25:58] Speaker A: Pensa al mare.
[00:25:59] Speaker B: Pensa al mare. Ti prego. Cioè, è meraviglioso. Quindi, capito, è giusto dire che Ghetto Pat ce l'ha presa male, cioè sua figlia è stata rapita da dei schifosi razzisti suprematisti bianchi. Dobbiamo fare un inseguimento. Nel frattempo vogliono far sloggiare gli immigrati messicani. Però c'è Benicio del Toro, c'è Sensei che ti dice stai tranquillo, risolviamo tutto, pensa al mare. E' meraviglioso.
[00:26:24] Speaker A: Coppia Benicio del Toro, Leonardo Di Caprio, veramente... Oddio, non so, sì, hanno fatto sicuramente qualcosa prima, che ora però mi sta sfuggendo. però davvero hanno tirato fuori una vena comica assurda che comunque, vabbè, già Leonardo DiCaprio aveva dimostrato di avere un po' in The Wolf Of The Wall Street, c'era una volta Oliver, Don't Look Up, quindi ci piace. A me piace quando Leonardo DiCaprio fa questi ruoli, anche perché è un po' impassato tra, diciamo, il grande Gatsby, Inception, c'era stato un periodo in cui si.
[00:26:54] Speaker B: Era un po' incastrato in questo ruolo.
[00:26:58] Speaker A: Preso sul serio, molto strutturato. Invece è bello che sempre più spesso si lascia andare, sia sempre più con questo colino.
[00:27:06] Speaker B: Più drammatizzato. Assolutamente, sì sì. E poi appunto la coppia di Caprio e del toro è potentissima. Quella parte lì del film è la parte buddy movie, road movie, allo stesso tempo molto comica e satirica perché appunto c'è satira un po' dappertutto nella seconda parte del film. e c'è anche satira per quanto riguarda l'ottusità di alcuni dei rivoluzionari, c'è tutta la scena al telefono, è proprio incredibile. Chi lo ha visto ci capiamo.
[00:27:40] Speaker A: Che ore sono?
[00:27:42] Speaker B: Mi devi dire che ore sono.
[00:27:43] Speaker A: Ti giuro che io ad un certo punto pensavo che la risposta giusta fosse dire effettivamente che ore erano. Perché poi ad un certo punto vedi c'è Del Toro, lo vedi che cerca di dare una mano.
[00:27:52] Speaker B: E dice l'ora.
[00:27:53] Speaker A: Sono le otto e un quarto.
[00:27:55] Speaker B: Nel frattempo stanno arrivando i militari armati, cattivissimi con i mitra e c'è Benicio del Toro che gira per casa, sistema tutto, si prende una birra, saluta, trova un fucile, fa passare gli immigrati clandestini in un tunnel sotterrano, lui serenissimo nonostante ci siano letteralmente le bombe, la violenza, la porta di casa ma lui è sereno. Vabbè, e poi che cosa dobbiamo dire? C'è l'inseguimento, l'action nell'ultima parte del film.
[00:28:28] Speaker A: Con la camera che segue le strade. Ragazzi, c'è... Vabbè, Polto Masello sono la regina comunque.
[00:28:34] Speaker B: Allora, è una cosa alla fine che stanno dicendo tutti, quindi noi ci accodiamo a quello che stanno dicendo tutti quelli che parlano di una battaglia dopo l'altra, l'inseguimento finale con le colline, Il non riuscire a vedere chi ti sta inseguendo e chi è davanti a te, questo inseguimento a tre macchine, è veramente già entrato nella storia del cinema action, è potentissimo. Mi perdo in questo elogio, ma veramente mi ha gasato. Io ho visto questo film con mia madre, eravamo lì in tensione gasatissime, cioè veramente molto molto bello.
[00:29:05] Speaker A: Sì, penso che veramente di Paul Thomas Anderson Si possono dire tante cose perché anch'io io stessa per esempio l'Ico e Spizza, Faccio Coming Out, non mi ha fatto impazzire. È un film che dura meno di una battaglia dopo l'altra e mi ha annoiato.
[00:29:19] Speaker B: Io l'ho amato alla freglia, ma ci sta.
[00:29:22] Speaker A: Io ho questo rapporto con Bolt Thomas Anderson, come dicevo forse all'inizio, che è un po' ambiguo. Ci sono dei film suoi che adoro, dei film che non posso dire né che siano brutti né che non mi piacciono, ma semplicemente non incontrano il mio gusto proprio perché lui ha una cifra sfidistica, chiara, definita, ti piace bene. Non ti piace Amen, però quello fa lui. Però non si può dire che non sia un mago dietro la macchina da presa. Su questo non c'è nulla da dire, anzi io voglio anche complimentarmi con chiunque si sia occupato del look e anche del makeup del personaggio di Perfidia, perché io ho trovato che quella singola ciglia per ogni occhio in mezzo, ok? Perché hai visto il film, ma anche per chi vede le immagini mi sta capendo. l'ho trovata una cosa fighissima perché la rendono una sorta di lince anche perché ad un certo punto la mamma di Perfidia chiacchierando con Leonardo DiCaprio gli dice guarda secondo me voi due non state bene insieme perché lei è veloce e tu sei fermo ed effettivamente lei ha questa estetica ti dà l'idea di essere non solo dinamica ma costantemente in velocità Credo che anche il modo in cui la camera d'apresa induggia su di lei, soprattutto anche nelle scene, in una scena in particolare dove vediamo il personaggio di Sean Penn che la scruta dalla propria macchina, lei sembra un personaggio uscito da GTA.
[00:30:44] Speaker B: Poi Tiana Taylor, almeno io non mi ricordo qual è il film precedente a questo di Tiana Taylor o insomma il progetto a cui ho collaborato, io l'avevo lasciata 8000 and One, film dei Sundance completamente diverso, che era tipo la seconda puntata di questo podcast, 2023, eravamo solo io e Luca, e in quel film lì vabbè tutt'altra roba, tutt'altro film, ma io lì mi ero innamorata di quest'attrice perché ha una potenza, ha uno sguardo e in quel film lì, anche se era sempre molto aggressiva e sempre viveva una situazione di oppressione nel Bronx degli anni 90, lì c'era tutto un film sul suo senso materno. sul suo non era madre biologicamente ma era madre lo stesso e in questo film è tutt'altro cioè è proprio è una persona selvaggia piena di potenza rivoluzionaria ma che non riesce neanche per un secondo a concentrarsi su qualcos'altro che non sia appunto la sua rivoluzione e quindi Non ha per niente quella sensibilità materna, quel senso che invece la dovrebbe far restare a casa con Ghetto Pat e la piccola bambina, la piccola Willa.
[00:31:54] Speaker A: Anzi, ad un certo punto nel film ha proprio quasi un rifiuto nei confronti della figlia. Devo dire cosa che mi sarei forse risparmiata, nel senso che forse se avessi dovuto togliere una parte del film sarebbe stata un po' quella fase dove lei ad un certo punto sembra avere una sorta di depressione post-partum. Ma semplicemente non perché sia fatta male, ma perché è un tema talmente tanto complesso, su cui addirittura ci hanno fatto intere filmografie.
[00:32:17] Speaker B: E' un po' messo lì.
[00:32:18] Speaker A: Se fosse buttata lì, magari, non è che lo svaluta, per carità, però sarebbe un po' quella cosa in eccesso che avrei tolto. Poi, vabbè, in generale appunto a me il film è piaciuto molto. Ma naturalmente ci sono delle cose, anche solo per esempio delle scelte di sceneggiatura, nel senso non tanto di macro-intreccio, ma magari cose che fanno i personaggi mentre interagiscono tra di loro, che a me non hanno fatto impazzire, che mi sembra un po' che abbia fuori dal vaso.
[00:32:53] Speaker B: Tipo?
[00:32:53] Speaker A: Ma per esempio anche il primo incontro.
[00:32:55] Speaker B: Tra Perfidi e Champagne, che è tutto giocato.
[00:32:59] Speaker A: Ma non è che è too much, nel senso ci sta, è Paul Thomas Anderson, però come dicevo prima non incontra il mio gusto, cioè sono un po' quelle cose che per me vanno oltre il grottesco.
e che boh mi risparmierei ma ripeto non è assolutamente una critica a lui è semplicemente un mio gusto. Vedendo anche tutti gli altri suoi film lui fa proprio questo cioè lui vuole giocare con gli estremi del grottesco e lo fa senza esitazione ed è giusto che continui così cioè Paul non non cambiare la tua cifra stilistica solamente perché No, a me di Cinema Passengers non ha fatto impazzire, non sia mai.
[00:33:38] Speaker B: Sì, ma perché infatti Paul ci sta ascoltando in questo momento ed è molto attento a quello che stiamo dicendo.
[00:33:44] Speaker A: Anche perché è madrelingua italiana, quindi lui capisce tutto quello che stiamo dicendo. Lo abbiamo già detto prima, però non possiamo non citare il personaggio di Sean Penn. È un personaggio che io ho adorato, è il mio personaggio preferito in assoluto di tutto il film.
[00:33:59] Speaker B: Mi dispiace di dirlo perché è un.
[00:34:00] Speaker A: Personaggio terrificante, ma io non vedevo l'ora che comparisse in scena.
[00:34:04] Speaker B: Magistrale, ragazzi.
[00:34:06] Speaker A: Già Sean Penn è un attore magnetico di suo, che per di più anche negli ultimi anni Non dico che si sia ritirato, però si è dedicato un po' alla regia, a firme che magari non hanno avuto particolare successo.
[00:34:16] Speaker B: Sì, o ha fatto parte un po' qua e là, ma era da tantissimo che non faceva un personaggio del genere, cioè un villain così villain e così epico.
[00:34:26] Speaker A: Poi la camminata.
[00:34:27] Speaker B: Solo la camminata di Champagne vale il biglietto del cinema.
[00:34:32] Speaker A: Solo la camminata e io ho adorato anche gli ammiccamenti tic che sono chiaramente un riferimento a Donald Trump. Insomma davvero davvero davvero tanto complesso questo film, tanti strati e secondo me questo tipo di complessità e anche di tensione che ritroviamo nel film viene restituito ancora una volta in modo magistrale dalla colonna sonora. Colonna sonora che ancora una volta è di Johnny Greenwood che è il chitarrista.
[00:34:57] Speaker B: Dei Radiohead, un nome così, e che.
[00:35:00] Speaker A: Non a caso è stato il compositore anche di The Master, Il Petroliere, Il Filo Nascosto, quindi tre dei miei personalissimi preferiti, e Vince di Forma. C'è questo jazz costante che non si ferma mai, che restituisce bene quell'ansia divertita, questi doppi sentimenti di ansia e allo stesso tempo però divertimento perché non può non scapparti la risata quando guardi questo film.
[00:35:25] Speaker B: Ed è un divertimento che però appunto è legato sempre un po' a quell'ansia, cioè è un divertimento legato al grottesco, legato alla satira, c'è la tensione ed è una cosa che Io amo in realtà soprattutto in opere così lunghe a livello proprio di ore perché, ripeto, per me non sono due ore e cinquanta, cioè non l'ho proprio percepita quella, la lunghezza del film.
[00:35:51] Speaker A: No, neanche io. Io sono molto sofistica su questa cosa, soprattutto quando la lunghezza non è giustificata o io penso che non sia giustificata, che è una tendenza un po' del cinema, cioè, oggigiorno.
[00:36:02] Speaker B: Film di tre ore sempre, quando magari potrebbero essere necessari.
[00:36:05] Speaker A: Boh, cioè lunghezza non vuol dire efficacia, qualità, cheat, però devo dire che anch'io un po' come ci raccontavamo prima behind the scenes, veramente quando è arrivata la pausa del primo tempo io sono rimasta in credula, ho detto ma com'è già passato un'ora e mezza, infatti poi sono uscita dalla sala, cioè paradossalmente, come dicevo prima, mi è pesato di più licorice pizza che durava, mi pare, una mezz'ora in meno, forse anche di più rispetto a questo.
[00:36:37] Speaker B: E direi che comunque è piuttosto logico, ci sta, perché io ho amato tantissimo Perdermi dentro i meandri di Licorispizza, però era probabilmente... cioè non è che fosse un film lento, però... altra cosa.
[00:36:51] Speaker A: Non c'era neanche un intreccio. Questo è forse uno dei film più lineari e con un intreccio più classico diciamo che ha fatto Paul Thomas Anderson. Cioè abbiamo una premessa, una serie di obiettivi da raggiungere, tutta una serie di prove del nostro non eroe. Se pensiamo anche solo a Lico e Spizza che è una semplicemente delle fette di realtà una dietro l'altra, proprio una sorta anche di ricordo nostalgico, se vogliamo, del regista di un certo periodo che ha vissuto o non ha vissuto a pieno. Anche The Master, non capisci mai che cosa sta per succedere, non ha un filo lineare se vogliamo, sì, quindi sicuramente anche, ed è forse anche il motivo per cui anche i piani sequenza tipici di Paul Thomas Anderson in questo film si notano, ma si notano sicuramente meno rispetto a un film con Medico e Spizza, dove invece avevi tutto il tempo di dedicarti ai dettagli, alle varie particolarità Poi ora, da qui a dire che effettivamente sia il miglior film dell'anno o il miglior film di Paul Thomas Anderson, non lo so. Nel senso che io appena sono uscito dal cinema la prima cosa che ho pensato è che non è un film né bello né carino, ma è un film figo. Io proprio utilizzerei questo termine per descriverlo.
Ovviamente lo voglio rivedere, lo voglio rivedere anche in lingua originale perché l'ho visto doppiato, anche se secondo me a livello di doppiaggio hanno fatto un lavoro incredibile. Però non lo so, non lo so. Poi sai come sono io con l'entusiasmo del miglior film dell'anno, il miglior capolavoro, non lo so.
[00:38:26] Speaker B: Ma per il momento allora lasciamo perdere il discorso sulla monografia di Paul Thomas Anderson perché quello appunto anch'io non saprei adesso come collocarlo se dovessimo fare una classifica dei suoi film. questo qua, secondo me uno dei suoi migliori, però vediamo. Invece per quanto riguarda miglior fin dell'anno, cioè se non è questo per te quale potrebbe essere?
[00:38:46] Speaker A: Eh sai che non lo so.
[00:38:47] Speaker B: Te la butto così perché secondo me alla fine quest'anno boh.
[00:38:50] Speaker A: A parte che sono completamente sfasata perché gli anni, cioè il ritmo accademico mi confonde perché per me l'anno inizia a settembre, non inizia a gennaio. Quindi sono completamente sfasata.
[00:39:01] Speaker B: Tendo come uscita in sala nel 2025.
[00:39:04] Speaker A: Appunto anche questo faccio fatica a dirlo perché i film di Venezia non sono.
[00:39:08] Speaker B: Ancora arrivati in sala però molti arriveranno.
[00:39:10] Speaker A: Quindi magari poi arrivo al 31 dicembre che dico no effettivamente avendone recuperati alcuni una battaglia dopo l'altra è senza dubbio miglior film dell'anno però mi voglio ancora trattenere dal dirlo più che altro perché davvero è anche uno dei motivi perché abbiamo ritardato con le puntate, abbiamo avuto veramente delle vite impegnate, abbiamo avuto difficoltà ad andare al cinema, poi come sappiamo d'estate non è che escono tutti questi film, quindi si può effettivamente parlare di questa cosa con le uscite di Venezia.
[00:39:39] Speaker B: Poi adesso appunto invece abbiamo una stagione bella ricca, abbiamo un periodo adesso con questi ultimi mesi dell'anno molto ricco di nuovi titoli e quindi Insomma, non vediamo l'ora.
[00:39:52] Speaker A: E quindi niente, ci sentiamo nelle prossime puntate.
[00:39:54] Speaker B: Esatto.
[00:39:55] Speaker A: Beh, grazie mille per aver ascoltato questa puntata, grazie mille per chi è ancora qui ad ascoltare le nostre puntate nonostante la nostra assenza. Supportateci se ci va. Scusate, supportatevi se vi va. naturalmente e ci trovate anche su Instagram, su TikTok quindi se ci lasciate un seguito, un like, ci fate anche un commento anche non lo so, critico nei commenti del film.
[00:40:20] Speaker B: Ciao e a prestissimo! Ciao ciao!