Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Io non so se avrebbe avuto tutto questo successo se fosse uscito in sala, se avrebbe incassato così tanto.
[00:00:07] Speaker B: Comunque c'è stato tanto passaparola, quindi magari... perché io l'ho visto in realtà perché c'era nel titolo la parola K-pop. Ho detto, ah dai, bello!
[00:00:18] Speaker A: Sono una fan semplice, facciamo bene.
[00:00:29] Speaker C: Cari ascoltatrici, cari ascoltatori, benvenuti a Porto. Io sono Beatrice Vigorita e io direttamente e questo è Cinema Passengers.
[00:00:38] Speaker A: Ciao raga, benvenuti, bentornati a questo nuovo episodio di Cinema Passengers. Io sono qua con Beatrix. Ciao Bea.
[00:00:54] Speaker C: Eccoci qua, ciao Dile.
[00:00:55] Speaker A: Oggi puntatina un po' speciale perché abbiamo deciso di parlare di un film che sta avendo un successo stratosferico da quando è uscito su Netflix e stiamo parlando di K-Pop Demon Hunters. Non so se ne avete sentito parlare, probabilmente sì, altrimenti vivete in un altro pianeta.
[00:01:14] Speaker C: Io vivo in un altro pianeta.
[00:01:15] Speaker A: Per esempio, Beatrice, quando le ho proposto questa puntata, mi hanno detto, no, non l'ho mai sentito.
[00:01:20] Speaker C: E allora ho detto, facciamolo assolutamente.
[00:01:23] Speaker A: Esatto, esatto.
Questo film è un film del 2025, prodotto negli Stati Uniti. Il soggetto è di Maggie Kang, canadese emanata a Seoul, e per la regia anche di Maggie Kang e di Chris Appelhans. Facciamo che la pronuncia dovrebbe essere giusta. Il film è prodotto da Sony, che già negli ultimi anni, anzi negli ultimi 5-6 anni, si è dimostrata diciamo molto ferrata anche nella scelta di determinati prodotti, tra cui appunto per esempio tutta la saga di Spider-Man e Spider-Verse che ha una qualità incredibile a livello non solo di storia ma anche di animazione, quindi brava Sony. L'uscita nelle sale di KDPH era prevista nel 2021, poi però i diritti sono stati acquistati da Netflix e si è optato per la distribuzione streaming il 20 giugno 2025. Secondo diverse interviste anche fatte da Maggie Kang, quindi appunto quella che si occupa del soggetto e della regia, si dice che un po' il team diciamo non credesse così tanto nel film al punto da distribuirlo in sala. Cosa comunque interessante di cui parleremo perché ora col senno del poi viene da dire che sono stati un po' scemotti perché ha avuto un successo incredibile ma parte del successo è forse proprio dovuto al fatto che non è mai uscito in sala.
[00:02:39] Speaker C: Comunque adesso lo stanno distribuendo in alcune sale negli Stati Uniti, non in Europa, però sta succedendo.
[00:02:45] Speaker A: Ne parliamo perché? Perché ad oggi è il titolo Netflix più visto di sempre nella classifica generale che considera sia film che serie TV. Oggi è il primo ottobre, quindi è un'informazione aggiornata ad oggi. E' un risultato incredibile per un film che era partito così tanto in sordina, che sembrava essere di nicchia e che invece si è dimostrato un vero e proprio fenomeno pop globale. E infatti per parlarne, visto che ne io e ne Beatrice siamo particolarmente ferrate sul mondo K-pop, abbiamo deciso di invitare Elena! Ciao Elena!
[00:03:21] Speaker B: Ciao ragazze, ciao!
[00:03:23] Speaker A: Elena è mia amica, mia coinquilina, mia collega della Facoltà di Informazione ed Editoria Giornalismo Culturale, è laureata in Scienze della Comunicazione e da sempre è una appassionata, oltre che anche una persona competente, su tutto il mondo K-pop. Tu mi raccontavi anche che non solo sei informata a livello musicale, però in generale segui molto anche quello che sono banalmente tutto lo scenario politico e anche poi soprattutto sociale della Corea del Sud. Quindi io e Elena abbiamo avuto infinite conversazioni su il K-pop perché io sono curiosa, lei sa una cosa che io non so e quindi poi conversazioni di ore di spiegami questa cosa, ma raccontami, no ma davvero? Quindi questa è stata un po' come dire la cosa che ci ha spinto ad invitare Elena anche perché avevamo in mente di invitare Elena già l'anno scorso quando è tornato in sala Perfect Blue. Però alla fine, per un motivo o.
[00:04:21] Speaker C: Per un altro, purtroppo non siamo riusciti ad attivare questa collaborazione ma oggi siamo qui per questo e insomma sarà una puntata appunto molto un mix di cose perché per quanto mi riguarda per me è proprio un po' uscire dalla comfort zone aver visto un film come K-Pop Demon Hunters perché allora io sono molto curiosa però appunto non non sono fan né conoscitrice proprio del mondo K-pop, ovviamente sono affascinata dal mondo coreano a livello del cinema, però per quanto riguarda tutto quel mondo lì che adesso è anche diventato molto mainstream, però non è sempre stato così, non ne so nulla. Nel momento in cui Dile mi dice K-pop demon hunters, fenomeno pop culturale, non possiamo non parlare, io dico ok, non ne so niente, facciamolo, guardiamolo e vediamo anche un po' quali saranno le mie reazioni, quindi anche un po' una puntata per chiacchierare riguardo a questa cosa qui e soprattutto io sono curiosissima di avere un sacco di approfondimenti da parte di Elena che invece è esperta.
[00:05:28] Speaker B: Sì, sono molto felice e spero di riuscire un po' a spiegarmi il meglio soprattutto perché sto facendo un atto un po' di proselitismo.
E' un argomento molto di nicchia e questo film l'ha lanciato soprattutto al grande pubblico, quindi molti che non conoscono il K-pop ho notato che si stanno avvicinando e quindi cercano anche di conoscerlo un po' di più ed è importante secondo me conoscere quali sono le dinamiche dell'industria, quali sono anche i generi musicali che fanno, cosa che il grande pubblico magari non conosce, quindi è importante parlarne anche per quello secondo me.
[00:06:05] Speaker A: Di cosa parla K-pop Demon Hunters? K-pop Demon Hunters ruota intorno a un gruppo K-pop femminile composto da tre idol che sono Rumi, Mira e Zoe. E in realtà queste tre donne non sono semplicemente delle idol, quindi delle cantanti, delle ballerine, ma sono delle cacciatrici di demoni. che hanno ereditato la missione, dalle loro poi antenate, di proteggere i loro fan e poi più ampiamente il mondo da una minaccia demoniaca che si trova diciamo nel sottosuolo e che si nutre delle anime degli esseri umani e quindi poi più nello specifico anche delle fan di questo appunto idol. Naturalmente c'è un colpo di scena ad un certo punto nel film che riguarda una di queste protagoniste che noi naturalmente non vi diremo ora poi al massimo se è facciamo una parte spoiler dove ne parliamo meglio però evitiamo perché comunque il film è ancora disponibile quindi insomma se avete voglia recuperatelo ma ci sarà appunto questo colpo di scena che incrinerà un pochino la situazione e che vedrà anche entrare in scena una boy band composta da 5-6 membri, se non sbaglio, una boy band composta da dei demoni che decidono quindi di tentare la sconfitta di queste idol, di questo gruppo femminile, con la loro stessa moneta, sostanzialmente quindi a suona di canzoni, coreografie e strategie varie. io e Ele abbiamo avuto modo di parlarne tanto vivendo naturalmente sotto lo stesso tetto quindi sono un po' curiosa di lasciare anche spazio soprattutto a te io.
[00:07:39] Speaker C: Amo molto cimentarmi in cose che appunto magari non sono tanto il mio perché comunque non è tantissimo anche il mio genere il kpop però mi è piaciuto vedere kpop demonante proprio perché ho notato subito che fosse un un un progetto interessante e un prodotto interessante per la piattaforma. Anche proprio a livello di animazione per quanto io non sia una mega esperta di animazione si nota subito come eh ci sia anche un'ibridazione di di stili di animazione che è una cosa interessante non scontata. Allora sicuramente è un film fatto da un americani, cioè coreani di origine però appunto sono tutte persone che sono cresciute negli Stati Uniti o in Canada. La cosa però che ho apprezzato molto è che comunque ci fosse un'attenzione e una cura per una serie di dettagli legati alla ricostruzione però di Seoul, alla ricostruzione di quel mondo puramente coreano, puramente appunto di Seoul e legato al K-pop che secondo me non è non era assolutamente una cosa da aspettarsi così.
[00:08:50] Speaker A: Sì, non era scontata come cosa, potevano tranquillamente ambientarlo in una città fiptizia per quello che era l'obiettivo, cioè di target quindi internazionale.
[00:08:59] Speaker C: Però questa è una cosa che secondo me anche per uno spettatore che non è completamente appassionato di mondo coreano k-pop, però è una cosa che salta subito all'occhio perché anche la rappresentazione di Seoul è molto precisa e molto fedele secondo me e poi ho apprezzato anche tanto banalmente anche all'inizio questo dare subito un grande valore alla musica che il lato solamente idilliaco e positivo del potere della musica. Io ho trovato che fosse bellissimo il fatto che comunque c'è una radice anche storica nella mitologia coreana di queste cacciatrici di demoni che nella realtà della storia coreana erano delle sciamane, anche proprio parliamo di storie di mitologia antichissima della Corea e quindi questo ripeto per un prodotto americano, cioè qua si vede che comunque gli stessi coreani d'origine, anche se creano un prodotto mainstream americano, hanno voluto avere un occhio di riguardo e secondo me è una cosa molto bella e molto importante da far emergere, da notare.
[00:10:02] Speaker A: Si, Kang ha detto che ha definito il film un'alettea da moe per il K-pop. Tu, Ele, cosa ne pensi?
[00:10:08] Speaker B: Si, infatti quello che io ho molto apprezzato del film è che passa in sordina ma che parla a chi conosce è proprio l'amore per la Corea e il K-pop perché lei, la regista, è una fan e quindi ci sono tantissimi easter egg piccolissimi come possono essere anche due o tre note di una canzone famosissima della seconda generazione di K-pop quindi è una cosa molto specifica e che si vede nel film ma per chi lo conosce, per chi ne sa però non è una cosa che fa sì che il film non si possa vedere Quindi questo è ciò che io ho molto apprezzato, cioè che più pubblici lo possano guardare, possano apprezzare diverse stratificazioni senza però perdere di qualcosa, senza però perdersi dei pezzi. Comunque il messaggio arriva e si capisce. Infatti lo possono vedere bambini, come lo possono vedere adulti, come lo possono vedere appassionati di K-pop o di Corea.
[00:11:05] Speaker A: Sì, infatti da questo punto di vista la distribuzione è stata geniale. perché hanno proprio... cioè, ovviamente la produzione stessa è stata geniale, perché già da comunque 4-5 anni, forse già dal 2019-2020, per quello che io ho notato da persona esterna che non ascolta K-pop, è che c'è stato un interesse sempre più crescente nei confronti di questo genere e di quel tipo di industria. Io il primo gruppo con cui mi sono interfacciata, e penso moltissimi, sono stati le Blackpink, che poi ho scoperto essere sì, effettivamente un gruppo K-Pop, ma per tutta una serie di caratteristiche con cui anche sono state confezionate, diciamo così. in realtà poi vertono più a un target internazionale che non a un target legato a doppio filo diciamo con la Corea cioè nel senso immagino che ogni gruppo K-pop ambisca a raggiungere un successo globale però sempre da quello che a me sembra con particolare riverenza rispetto e priorità nei confronti del pubblico coreano e dei fan coreani non solo del pubblico.
[00:12:07] Speaker B: Coreano, ma del pubblico asiatico, perché i primi mercati che si aprono per la Corea del Sud, ad esempio, sono quelli della Cina e del Giappone. Quindi loro in primo luogo si rivolgono a quei pubblici lì, tant'è che molte volte le agenzie hanno dei contratti o delle specifica e con altre agenzie di questi paesi. Poi, soprattutto con i BTS, anche se in generazioni molto più precedenti era già successo, però con i BTS si è aperto anche il pubblico americano e europeo. Quindi anche poi i gruppi successivi si sono un po' ricalibrati con i generi.
[00:12:45] Speaker A: Musicali, gli Sì, perché il loro successo ha stabilito una nuova sticella da superare. Esatto.
[00:12:51] Speaker B: Quello che dicono è che hanno un po' aperto la strada i BTS per nuovi pubblici. Loro sono stati tra i primi ad andare ad esempio ai Grammy, quindi a premiazioni americane e occidentali. E da lì in poi quindi tutti gli altri anche hanno alzato la sticella dei loro piloti.
[00:13:09] Speaker A: È un tema perché da un lato è bello cioè nel senso è comunque una cosa positiva a maggior ragione perché la formazione dell'idol è lunga, faticosa, anche abbastanza controversa e problematica sotto certi punti di vista quindi ci sta che detto proprio Facile è facile, cioè se uno si fa un culo tanto per arrivare ad essere un idol è positivo il fatto che il successo diventi sempre più ampio e si faccia internazionale. Allo stesso tempo, con un'industria così pressante e competitiva e che inghiotte qualsiasi cosa gli capiti sottotiro, come quella musicale americana, è facile che poi non tutta l'industria K-pop, però un gruppo K-pop debba fare i conti con una perdita di identità, quindi con uno scendere a compromessi come probabilmente è successo anche alle Blackpink. Io ogni tanto vedo tanto hating nel confronto delle Blackpink da parte dei fan, diciamo, della prima ora perché anche solo a livello di sonorità ma anche di abbigliamento, di scelte di vita, si sono molto allontanate da quella che era la cultura coreana, americanizzandosi. Quindi da un lato io ci vedo una sorta di, come dire, di cioè di giustizia, nel senso dopo essere state represse così tanto si prendono in un qualche modo delle libertà perché hanno raggiunto un successo tale che magari possono provamente essi quelle libertà. Allo stesso tempo è una scommessa quella che tu fai a livello internazionale perché una volta che tu perdi quel pubblico tanto fedele che è quello appunto coreano e più ampiamente asiatico, ce la devi davvero fare nell'industria americana perché altrimenti non ti ascoltano lì, non ti ascoltano a casa, è facile fallire.
[00:14:48] Speaker B: Ma infatti un problema che hanno gli idol attualmente, che secondo me è quello che c'entra un po' il tuo discorso, è come scrivono i testi, cioè se in coreano o in inglese. E anche i BTS stessi avevano ricevuto tantissime critiche con Dynamite e Butter, i due singoli interamente in inglese, perché anche i fan, quelli non solo della prima ora, ma anche i fan internazionali arrivati dopo, criticavano la perdita di quell'identità coreana, della lingua anche, che quindi perdi...
[00:15:20] Speaker C: E certo, non è più K-pop se non è più in coreano.
[00:15:25] Speaker B: Perdi anche un po' la loro identità, perché vanno a semplificare magari i testi per diventare più orecchiabili per il pubblico.
[00:15:31] Speaker C: E quindi scusa, per concludere un attimo questo focus sulla situazione attuale del K-pop a livello proprio musicale, di industria musicale, cioè secondo te in questo momento appunto grande successo planetario, ovviamente gli americani ne approfittano per farne un film, un bel film come appunto abbiamo appena detto. Ecco, però secondo te musicalmente il K-pop e quelle band lì che sono state un po' la punta di diamante del K-pop, lo sono tuttora, però secondo te stanno un po' perdendo la loro identità o riescono a mediare, equilibrare un po'?
[00:16:03] Speaker B: In realtà si stanno molto equilibrando, secondo me, perché riescono a cogliere un pubblico che capisce l'importanza della loro nazionalità, diciamo, cioè del fatto di mantenere un certo tipo di coreanità forse nei testi e quindi anche ad esempio BTS che avevano ricevuto delle critiche in passato adesso hanno annunciato un album che dicono ritornare all'origine quindi anche dei testi molto più elaborati loro ad esempio nascono come gruppo hip hop con testi che criticano la società e il fatto che i giovani vengono criticati dalla società anziana la lotta anche.
[00:16:45] Speaker C: Per il successo come anche il giudizio per esempio il sentirsi perennemente giudicati che.
[00:16:52] Speaker A: Lì hanno veramente in Asia in generale, oddio non lo so se in generale in Asia però per esempio Cina, Giappone ma soprattutto Cina e Corea ci sono banalmente degli standard lavorativi di successi personali, di successi sociali che è devastante quindi poi figuriamoci come si traduce in un'industria da miliardi credo come quella del K-pop.
[00:17:14] Speaker B: Ma infatti si vede anche in K-Pop di Monanthers perché lì ci sono tematiche della società coreana. Innanzitutto questi personaggi che hanno il problema del senso di colpa e della vergogna dei loro atti, dei loro gesti.
[00:17:28] Speaker A: Per capirci un attimo, stiamo parlando appunto del personaggio di Rumi che ad un certo punto, come vi avevamo anticipato prima, ci sarà un colpo di scena per cui si scoprirà una cosa della vita di Rumi che incrinerà tutto, incrinerà anche il rapporto con le sue colleghe, con le sue amiche e che quindi porterà Rumi a provare estrema vergogna ed estremo disgusto anche nei suoi confronti al punto da rifiutarsi sostanzialmente, da non accettarsi quasi totalmente.
[00:17:54] Speaker B: Sì, anche il corrispettivo maschile, anche lui poi viene fuori, che ha tutto... Gino! Gino!
[00:18:01] Speaker C: Gino, mamma mia!
[00:18:03] Speaker A: Gino veramente complice! a chi l'ha disegnato e a chi.
[00:18:10] Speaker C: Gli ha dato questo nome.
[00:18:11] Speaker B: Ricordiamoci che lui ha ispirato un attore esistente.
[00:18:16] Speaker A: Quindi vorrei che vado sotto casa.
[00:18:19] Speaker B: Quindi ricordiamoci che comunque anche tutti i Saja Boys, il gruppo maschile, loro sono tutti ispirati a idol esistenti.
[00:18:29] Speaker A: Sì, anche tu mi dicevi a wall specifici che loro ricoprono, per esempio c'è la babyface.
[00:18:36] Speaker B: Ogni idol deve avere un ruolo all'interno del gruppo, che è ciò che lo fa riconoscere ed è un qualcosa a cui i fan si possono appassionare. Ad esempio, Jinwoo rappresenta la perfezione.
[00:18:51] Speaker A: Posso dire sono d'accordo.
[00:18:56] Speaker B: Rappresenta l'infantilizzazione degli idol, c'è sempre un personaggio nel gruppo, un personaggio, un idol poverino, un artista che deve sempre fare quello un po' più infantile, che fa come nel film dei versi da bambino e sono dei versi che si richiamano a diversi famosi fatti da un idol esistente.
[00:19:17] Speaker A: Quindi è molto realistico.
[00:19:19] Speaker B: Infatti quello che io ho apprezzato sono i dettagli, dettagli molto realistici e specifici. Anche altri sono misteri, quindi quello un pochino più misterioso, tenebroso, oppure c'è quello con gli addominali.
[00:19:37] Speaker A: Mi spezza che sia una tipologia, cioè mi spezza che l'idolo con gli addominali sia effettivamente una categoria di idol.
[00:19:46] Speaker B: E' l'idol sexy.
[00:19:47] Speaker A: Vabbè, con la camicia che si sta...
[00:19:51] Speaker B: Esatto e il riferimento infatti è il son degli 80's che lui è conosciuto proprio per avere questi addominali che si toglie anche la maglietta magari mentre canta sul palco quindi c'è ci sono delle non sono cose inventate dalla regista.
[00:20:07] Speaker C: Cioè ti viene voglia di capire che cosa c'è dietro certe reference cioè dietro appunto tutto la cosa che ho apprezzato dell'inizio quando eh vengono rappresentate le cacciatrici di demoni cioè questi terzetti queste delle varie epoche esatto queste queste band femminili delle varie epoche e insomma anche questo già un po' ti racconta anche del passato musicale della Corea del Sud quindi tante cose che arrivano anche a uno che si approccia per la prima volta o comunque appunto non è poi uno che sa tutto e riesce a cogliere qualsiasi cosa di questa nicchia, quindi è ambivalente e in questo veramente è interessante come prodotto d'animazione.
[00:20:51] Speaker A: Ma torniamo un po' al tema che abbiamo aperto prima e che poi giustamente ci siamo divagate facendo un po' di riflessioni, perché secondo me è un tema centrale proprio del film e che quindi è anche interessante analizzare con lo sguardo appunto di una persona competente della cultura. Tutto il tema dell'accettazione, quindi il tema del rifiutare se stessi. Tu appunto prima Eli stavi dicendo che quello che prova Rumi nel corso del film anche qui è un chiaro riferimento e se vogliamo forse anche una critica a quello che rivono gli idol?
[00:21:25] Speaker B: Si, si può dire anche un po' che è una critica non direttamente, secondo me non esplicita, preferita al mondo degli idol perché comunque molte volte quello che provano gli idol non viene detto quindi può un po' rappresentare quel peso che mi devo tenere per conto mio, come anche questa figura che in realtà appare poco nel film, ma di questa creatrice delle antrics che le dice di non parlare, di tenersi per sé questa cosa.
[00:21:57] Speaker A: Nascondere difetti e paure è il loro motto, è abbastanza inquietante.
[00:22:02] Speaker C: Molto inquietante.
[00:22:04] Speaker B: Apparire perfette, sempre pronte, sempre brave, sempre in grado di risolversi i propri problemi da sole. E questo, secondo me, è il messaggio negativo che è anche legato un po' al mondo degli idol, al mondo della Corea e in realtà anche un po' al nostro mondo. Quest'idea che ci dobbiamo risolvere da soli le nostre difficoltà, i nostri pesi senza condividerli. Perché poi nel film si vede che nel momento in cui lei si accetta, condivide i suoi problemi, si confronta con le sue amiche, le altre idol, a quel punto lei poi vive più serenamente.
[00:22:41] Speaker C: Ecco però a riguardo a questo il film appunto va verso poi una conclusione molto positiva perché anche proprio nella nella loro canzone le le idol e le nostre idol dicono cioè noi siamo delle sopravvissute ci accettiamo con insomma i vetri rotti c'è tutta questa metafora dei vetri rotti di accettare le proprie ferite di insomma quello che si è rotto magari non si ripara ma conviviamo con quello che è un tema insomma molto interessante andare appunto a parlare di quello. Però diciamo che forse è un po' contro il vero spirito coreano, cioè credo che in realtà in Corea del Sud questo messaggio finale di vogliamoci tutti bene così come siamo, Rumi ha scoperto di essere in un altro modo, non è così perfetta come sembrava, ma noi le vogliamo bene, anzi è più forte di prima. ecco questo forse è più americano che coreano e lo dico semplicemente come dato di fatto da sottolineare perché forse appunto non so in Corea come poteva essere ecco il finale di K-Pop Demon Hunters.
[00:23:50] Speaker B: In generale cercano anche loro in altri prodotti magari K-Drama, nei K-Drama o nei film cercano anche loro di trovare un finale positivo anche se poi nella realtà non è così. Quindi è come se volessero narrare una certa immagine di sé, poi però nel reale tutto quello che le protagoniste attraversano resta tale. Ma anche secondo me un altro elemento che rappresenta questa mentalità è il fatto che loro sono completamente in burnout. Anche loro nel finale del film, ok, lei si è accettata, ora si vuole bene, ok. Però loro quando parlano di fare una pausa poi in realtà decidono di ricominciare a lavorare.
[00:24:34] Speaker A: Questa è una delle cose che personalmente mi è piaciuta di più, trovandola negativa, però il tipo di riflessione che mi ha innescato questa cosa mi è piaciuta molto perché il fatto che loro facciano sempre tutto per i fan, i fan sono tutto, proteggiamo i fan, li amiamo, abbiamo due settimane di ferie, no ma usciamo subito perché i fan mi mancano e quindi Vedi alla fine del film più o meno comunque nella parte finale che ad un certo punto una di loro dice ah beh ma io mi sento già riposata dopo solamente un giorno, che dite se torniamo subito al lavoro? Non lo so, cioè è un po' una di quelle cose che mentre guardavo il film la primissima volta mi ha.
[00:25:12] Speaker C: Fatto proprio dire Anch'io, uguale.
[00:25:16] Speaker A: È un po' malata, cioè è un rapporto estremamente malato che poi per carità dobbiamo anche specificare questa cosa che secondo me è doverosa. Naturalmente noi stiamo parlando di quella che è un'industria specifica che è quella appunto coreana del K-pop che non conosciamo ma naturalmente questo tipo di dinamiche non le hanno sicuramente inventate loro ma le ritroviamo alla base di qualsiasi industria dello spettacolo così grande. Quindi su questo voglio appunto specificare questa cosa perché non voglio che passi il messaggio di una qualche, per restare in tema, demonizzazione dell'industria K-pop. Però effettivamente è molto, molto, molto problematica. In più, una cosa che ci tenevo a dire, anche perché tu, Bea, hai citato appunto questo collegamento tra la Corea e gli Stati Uniti, è che prima di questa puntata io mi sono riguardata il documentario delle Blackpink, che è appunto un documentario disponibile su Netflix che semplicemente ti fanno vedere anche un po' tutto quello che è stato il loro percorso di formazione all'interno di quest'accademia, possiamo definirle, li definiscono teochini ma non è come li intendiamo noi.
[00:26:25] Speaker B: Sì, sono delle agenzie, cioè si dice che i trainee entrano nell'agenzia e iniziano il loro periodo di allenamento, che può durare mesi ma può durare anche anni, Si può parlare di 8-10 anni di addestramento, quindi gente che entra dall'età dei 10-12 anni. per poi debuttare magari quando ne ha 18 o 19.
[00:26:49] Speaker A: Sì che anche lì infatti io consiglio poi a prescindere dal fatto che vi piacciono, io non sono una particolare fan delle Blackpink, però mi piacciono i documentari dell'industria musicale soprattutto quando sono controversi, cioè quando raccontano quelli che sono i lati più controversi. Quindi se volete avere un minimo di informazioni livello base, quindi non livello Elena, cioè livello Dile, consiglio comunque la visione di questo documentario perché raccontano anche banalmente che ci sono anche ragazze di 13 anni come ragazze di 18 che hanno un giorno di settimana di riposo nell'arco di un mese dove lavorano 12 ore al giorno, cioè è una cosa assolutamente fuori di testa. Però la cosa che mi ha colpito ancora di più la seconda volta che ho visto il documentario delle Blackpink è stato l'inizio, perché proprio i primi dieci minuti del documentario mostrano il loro debutto, ma non è come ce lo immaginiamo noi, cioè non è un debutto con un concerto davanti ad un pubblico. sono loro quattro che una alla volta come dei soldatini, non lo dico per dire, hanno veramente ogni passo studiato, salgono su un palco dove di fronte hanno quella che potremmo definire una conferenza stampa, l'equivalente di una conferenza stampa. Ok, dove ci sono quindi giornalisti, figure comunque dei media che voglio dire un applauso, niente, cioè sono in silenzio, immobili, che le studiano mentre loro di volta in volta si presentano dicendo la frasetta fatta del ciao mi chiamo faccio parte delle Blackpink, ciao mi chiamo faccio parte delle Blackpink Non c'è un momento di entusiasmo, anche promo, come la intendiamo noi, quindi applausi, arcobaleno, fuochi d'artificio, cose del genere. È chiaro che si tratta letteralmente del confezionare un prodotto e non lo nascondono. Se hanno scelto in un documentario come quello delle Blackpink, che sono comunque famosissime, di mostrare una cosa del genere, vuol dire che è un sistema di lavoro di cui loro vanno fieri, non è una cosa che loro dovrebbero nascondere. ma io l'ho trovato estremamente autentico, nel senso, noi lo sappiamo che in America è così che vengono create le pop star. Taylor Swift, Sabrina Carpenter, Ariana Grande, naturalmente hanno avuto dei percorsi specifici e naturalmente sono persone talentuose, ma è ovvio che la loro estetica, la loro immagine, il loro stile è stata confezionata allo stesso identico modo di come fanno con il K-Pop.
Però l'America ha la narrativa dell'American Dream, quindi quello del ce la puoi fare, è tutto bellissimo. Invece questo tipo di narrativa non c'è nel K-pop e quindi sembra più brutale, ma in realtà sono quasi la stessa cosa a livello proprio di obiettivi da raggiungere. Semplicemente, paradossalmente, l'industria K-pop è molto più onesta e sincera nel mostrarti che un cantante è un prodotto.
[00:29:42] Speaker B: Sì, nel K-pop tutti sanno che loro hanno un certo tipo di percorso, che vengono addestrati, che vengono allenati per anni e quindi poi sai, anzi, prima ancora che debuttino viene presentato il concept del gruppo. perché ogni gruppo ha una propria narrativa che poi può anche cambiare in base ai generi che vanno a esplorare. Poi lì dipende anche dall'agenzia, perché ad esempio le agenzie più grandi, come quella delle Blackpink, loro sono molto più abituati a creare dei prodotti in cui selezionano delle ragazze, le addestrano e anche, come si vede nel documentario, se non sono particolarmente appassionata alla musica, comunque le fanno debuttare. quindi è proprio una dinamica che viene creata a tavolino. Altre agenzie magari più piccole invece mantengono ancora un po' la narrativa del facciamo debuttare degli artisti, hanno comunque la passione della musica, quindi dipende un po' dai vari contesti perché nell'industria k-pop è sempre esplicito che è gente che è stata addestrata per debuttare, però in base all'agenzia vi sono dinamiche anche di tipo economico e commerciale diverse, ad esempio i BTS loro arrivano da un'agenzia che stava fallendo, cioè era un'agenzia altamente indebitata, quindi loro sono Si sono anche un po' narrati con la cosa del sogno di diventare famosi, il sogno del successo, artisti che partono dalla strada. Invece le Blackpink si vede proprio che sono state messe sul palco, tant'è che non tutti debuttano davanti alla conferenza stampa. Le agenzie più piccole vanno in strada, come si vede per i Saggaboys. Vanno in mezzo alla gente con dei volantini per convincere la gente ad andare al loro primo concerto. Oppure si presentano nel pubblico, dicono ai primissimi fan che hanno, prima del loro debutto, che ci incontriamo in tale piazza a tale ora. Magari ci sono una quindicina o una ventina di persone, loro lì si presentano, dialogano con i fan, molte volte portano anche dei regalini e così inizia a crearti la tua prima fan base.
[00:31:56] Speaker A: Sì, che sembra tutto molto cute, ma è un'enorme strategia di marketing, c'è come tutto. C'è anche la dinamica del, appunto come dicevi tu prima, che tante volte le grandi industrie partono che fanno semplicemente dei provini e magari c'è quella che non ha il sogno. Come può essere? Io avevo fatto anche il paragone guardandolo tra il documentario delle Blackpink e quello di Taylor Swift dove quello di Taylor Swift che si chiama Miss Americana è proprio strutturato di lei da piccola con queste scene nostalgiche di lei che a Natale riceve la chitarra che per carità è senza dubbio vera come cosa. Però naturalmente è interessante paragonare queste due modalità di fare documentari perché ti danno uno spaccato di industria musicale completamente diversa e di narrativa.
[00:32:40] Speaker C: Esatto, una narrativa completamente diversa.
[00:32:44] Speaker A: Però anche per esempio il fatto che alcuni alcune idol non hanno la passione per la musica oppure vogliono diventare delle attrici ma utilizzano la carriera di idol per diventare famose, raggiungere visibilità e poi diventare attrici è quello che si può vedere tranquillamente in qualsiasi industria cioè Ariana Grande è partita come attrice per la Disney e poi appena ha potuto ha firmato con un'etichetta ed è diventata una.
[00:33:11] Speaker C: Mega pop star Io credo però, ecco, forse l'unica differenza che possiamo trovare nella sostanza è quella, soprattutto se facciamo proprio il paragone Stati Uniti e Corea a livello di industria, a livello di spingere su, appunto, queste superstar anche molto costruite a tavolino e ritmi faticosissimi di lavoro e il fatto che, appunto, sia tutto marketing e questa cosa qui è vera nella sostanza. Credo forse però, e correggetemi se sbaglio, se per voi non è così, ecco che forse l'Asia, ma nello specifico la Corea, abbiano forse però qualcosa di molto più strutturato proprio per una questione direi culturale. Cioè secondo me c'è meno ipocresia nel dire noi siamo così. ma è proprio il loro modo di essere e è anche molto più tracciato il percorso, a parer mio, mentre in altri casi, anche se magari dietro c'è dell'ipocrisia nella narrazione, c'è un pochino più di casualità sull'approdo poi al successo, sull'arrivare al successo, mentre la mia percezione appunto nel momento in cui parliamo un attimo così le conoscenze base dell'industria musicale coreana è quella che ci sia una rigidità molto più forte e penso che sia un fattore principalmente culturale perché credo che sia proprio un po' un entrare dentro appunto un addestramento, un percorso che ti addestra, che ti porta a quello e non ti schiodi da quello ma forse anche proprio perché è un po' un modo di fare che è sempre stato così e forse c'è anche un po' una una paura più grande forse rispetto all'Occidente, lo dico semplicemente per notarlo, non assolutamente per fare una critica o per dire sono meglio gli Stati Uniti, assolutamente no, però ecco forse c'è più l'omologazione, forse si sente di più, forse è una cosa più nella loro cultura di dire facciamo tutti così, ragioniamo tutti in questo modo e come delle macchine da guerra ma proprio perché lo sentono che è quello il modo per lavorare, stare nell'industria, arrivare al successo. Però questa è una mia percezione, magari anche un po' falsata, quindi non lo so, magari ne possiamo parlare.
[00:35:29] Speaker B: Non so molto del mondo americano, devo dire, però sicuramente, anche perché forse viene più nascosto, sicuramente nel mondo coreano è molto tutto più rigido il percorso, è anche molto più facile il fallimento. Ci sono tantissimi idol decaduti che magari si allenano per anni, debuttano, e dopo un anno il gruppo già si scioglie perché non hanno raggiunto i livelli di successo che dovevano avere. Quindi il problema infatti dell'idol è quello di sopravvivere. Hanno contratti molto lunghi, perché hanno contratti di sette anni, sono pochissimo tutelati, questo è da dire, cioè Io assolutamente non difendo il sistema, non sono per niente tutelati, sono sfruttati all'ennesima potenza, però il fallimento è così forte che ad esempio si sono inventati un modo di dire che è una sorta di maledizione dei sette anni. Dato che i contratti superano sette anni, quando arrivi al settimo anno ci sono gli idol che tremano nel timore che se non hanno raggiunto gli standard che voleva l'agenzia, loro perdono il lavoro. E quindi magari anche gente che non ha potuto ottenere il diploma, soprattutto nelle agenzie più grandi. Nelle agenzie più piccole gli idol cercano comunque di diplomarsi. In quelle più grandi magari è gente che abbandona completamente lo studio e quindi si ritrovano magari a 21 anni o a 27 anni che non hanno neanche un pezzo di carta in mano e devono andare a lavorare. Quindi è molto facile anche ogni tanto succede di qualche idol che viene trovato magari a lavorare come commesso per qualche negozio di atleti.
[00:37:06] Speaker A: A chi è che era successo? A Lana Del Rey mi pare che un paio di anni fa lei si era presa una pausa dalla musica e mi ricordo che girava questa foto, diventata virale questo video, di qualcuno che l'aveva trovata a lavorare in una sorta di McDonald's. Ok, ed è uscito questo mega scandalo perché appunto lei aveva proprio deciso di tirarsi fuori dall'industria, in questo caso sì, si trattava di una decisione, non di una decisione subita. Però sì, cioè, boh, non lo so, mi è venuta in mente questa cosa di Lana Del Rey. Non mi ricordo. Lana Del Rey e McDonald's. Che stile.
[00:37:41] Speaker B: A me viene in mente solo Lady Gaga, che ha fatto l'esperienza da lavorare, non mi ricordo se Starbucks o McDonald's, a servire.
[00:37:49] Speaker A: Così, perché voleva fare il cosplay della vita povera. Sì, sì, l'esperienza della povera, esatto. Diceva, grazie Gaga, tipo, ok, provo, non tornerò mai più a quella, è stato bello, ciao. Una cosa carina, secondo me, del film è stato il modo in cui sono stati presentati i personaggi principali, cioè sono state presentate le idol. perché al di là dell'intro, che secondo me è di una potenza massima, cioè la colonna sonora di questo film è bellissima. Una cosa che ho trovato molto intelligente, soprattutto perché si tratta di un film che, come dicevamo, ha un target ampissimo, ma che naturalmente per forza di cose anche a livello proprio di linguaggio ha un riscontro enorme nel target 8-12 anni, 5-12 anni, sono i look. E l'ho trovato intelligente per due ragioni. Innanzitutto perché io so, leggendo, che le reference per il gruppo delle Antrix siano state le Blackpink e le Twice. Le Twice sono questo gruppo che io non conoscevo, K-pop, gruppo femminile K-pop.
So, leggevo da un'intervista appunto fatta alla regista, che le Twice sono state un'inspo a livello proprio di anche, come dire, di tonalità, di sonorità, diciamo, delle voci, anche di personalità, mentre le Blackpink sono state l'inspo principale per il look. E questo io lo trovo geniale proprio per la ragione che dicevamo prima, cioè tu mi basi la prima cosa che qualcuno nota e che è estremamente impattante in un film d'animazione cioè l'estetica su un gruppo di cui bene o male tutti abbiamo sentito parlare e poi invece il riferimento in un qualche modo comunque la costruzione sostanziale diciamo del personaggio la fai su calco di un gruppo invece molto specifico quindi da un lato stai omaggiando una cosa e dall'altro però stai strategicamente utilizzando un'altra cosa meno tradizionale, meno sentita a livello culturale per aggiungere un pubblico ampissimo. Non so se ho spiegato il concetto.
[00:39:45] Speaker C: Ritorniamo sempre al discorso che è un'altra delle mille scelte super intelligenti che hanno fatto nel creare questo prodotto.
[00:39:56] Speaker A: Sì, e in più il fatto che i look cambiano di continuo. Noi molto raramente le vediamo indossare le stesse cose. Succede, ma molto raramente. E la piccola bambina che c'è in me, che guardava Mermaid Melody, Sailor Moon, Miu Miu, ha adorato tantissimo perché io ero appunto abituata a vedere questi, per me erano cartoni animati, dove erano sempre vestiti uguali. Cioè dove le mie eroine avevano sempre lo stesso vestito di me. e quindi io ogni volta dicevo ma no io le amo quando ci gioco e sono piccola voglio potermi immaginare altri look voglio anche banalmente poter collezionare le figurine di loro con i vari look perché ci può stare che ti gasi questa cosa e qui invece ci ho riconosciuto un approccio molto simile non uguale per carità però molto simile che risuonava un pochino all'approccio che la creatrice di Sailor Moon ha utilizzato con Sailor Moon soprattutto per quanto riguarda il manga cioè che lei era una grandissima appassionata di moda e quindi lei non solo vestiva le varie sailor, naturalmente non quando erano sailor, ma quando erano in Borghese, diciamo, le vestiva sempre con look diversi, ma poi che avevano proprio dei riferimenti ad alcuni look di Versace, ad alcuni look di Vivienne Westwood. Il livello, diciamo, di moda non è lo stesso in K-Pop o The Mon Hunters, però loro indossano tranquillamente delle cose che puoi tranquillamente ritrovare da Zara, su Vinted, cioè comunque uno stile molto baggy, molto anche cool underground che è tranquillamente replicabile e io questa l'ho trovata veramente a livello proprio di strategia di marketing proprio chef kiss perché sai esattamente dove vuoi andare a parare e ci stai riuscendo alla grande perché tiktok il mio tiktok è stato pieno per settimane di tiktoker che facevano cosplay o anche semplicemente di tiktoker di gente normale di gente comune che dal nulla diceva outfit of the day l'inspo è Brumi vestite in questo modo che lei ricreava con delle cose nell'armadio.
[00:41:57] Speaker B: A parte i loro vestiti quando sono in borghese per cui appunto fanno un po' di streetwear hanno però anche uno stile che richiama molto anche alcune idol quindi anche quando si allenano o quando scrivono i testi sono molto vestite in un modo in cui potresti vedere le tue idol ma Quello che io ho apprezzato molto sono i vestiti per le loro canzoni che sono molto molto specifici del mondo idol, hanno tantissimi dettagli, tantissimi accessori e non so se avete notato in base alla canzone hanno un outfit diverso che fa riferimento al concept perché loro iniziano con un outfit però quando esce la canzone Golden che ha un concept diverso che fanno vedere anche un pezzo del loro video musicale che è molto più soft, magari vestito morbido, i loro abiti da concerto diventano di colore bianco. I gruppi idol ogni volta che esce un nuovo album hanno un concept diverso e quindi tu Molte volte le chiamano ere che corrispondono agli album in cui tale idol aveva tale abbigliamento o tale colore di capelli.
[00:43:11] Speaker A: Pensi un po' come Taylor Swift alla fine?
[00:43:14] Speaker B: Esatto, forse secondo me è un po' meno potente per Taylor Swift. Per gli idol ad esempio a me viene in mente proprio gente che dice ad esempio Mint Chocolate era per Yoongi dei BTS per cui lui magari per due mesi ha avuto i capelli color verde e quello è diventato iconico per i fan quindi sono proprio molto riconoscibile.
[00:43:40] Speaker C: Per quella cosa specifica. Magari succede appunto anche, abbiamo detto con Taylor Swift in America, cioè la sostanza è sempre un po' quella però mi sembra evidente che in Corea per il K-pop è tutto molto più rigido, collegato, definito, forse proprio perché c'è bisogno appunto di quella riconoscibilità.
[00:44:01] Speaker B: Hanno canzoni anche, e un pochino si vede anche in K-Pop di Mon Hunters, che hanno dei specifici racconti e quindi in base al racconto della canzone hanno degli outfit, hanno un certo tipo di video musicale, quindi poi per il fan diventa riconoscibile quel periodo di quell'album. Mi viene da dire di Stray Kids, citare un altro gruppo così da non citare sempre i soliti, loro per un tale album erano vestiti di rosso, per un altro album più hip hop erano vestiti, quindi diventano proprio anche riconoscibili e diventa anche una cosa collezionabile, nel senso che loro poi si fanno le photocard, quindi delle tesserie con la loro fotografia con il tale outfit o con il tale colore di capelli e diventano collezionabili per i fan, tant'è che le hanno create per K-pop di Moon Hunters. In Francia io Ho trovato il CD con le canzoni di K-pop di Mon Hunters e dentro, oltre che al poster, ci sono le photocard con le immagini dei personaggi.
[00:45:02] Speaker A: Come una volta quando compravi gli album musicali che avevi i libretti con i testi.
[00:45:08] Speaker C: C'era il booklet, ti prego, la mia via.
[00:45:09] Speaker A: Facciamo riportarlo.
[00:45:11] Speaker B: Questa è una cosa che si è persa nel mondo occidentale. Nel mondo asiatico è potentissima. Se tu ti compri l'album c'hai dentro di tutto.
Esatto, è roba collezionabile.
[00:45:25] Speaker A: Sino ad un certo punto, perché anche io di prima kit sono ancora molto analogici, però poi sono quelli che hanno creato, se non sbaglio, i primi gruppi K-pop virtuali.
[00:45:35] Speaker C: È un mondo pieno di sfumature e forse anche avendo in mente un target così ampio, legato anche appunto ai bambini, di prediligere tutta una parte molto positiva e non addentrarsi forse in tutta la parte più oscura dell'industria.
[00:45:52] Speaker B: In realtà secondo me una critica viene fatta ma solo per chi, cioè viene colta solo per chi conosce il K-pop, perché i Sanja Boys sono tutto ciò che è criticabile nel K-pop. Cioè il fatto che gli idol hanno una certa immagine, il fatto che hanno un certo rapporto con i fan, che è il rapporto di ossessione. Secondo me questo si vede molto nella canzone Your Idol. Se vai a leggere il testo parlano proprio del fan, e questo è un problema enorme nel kpop, legata anche alle relazioni parasociali. Il fan si attacca all'idol come ancora nella vita, quindi diventa il tuo dio. Esatto, diventa il tuo Dio per cui tu ascolti tutto quello che dice, tutto quello che fa, ne diventi ossessionato e loro in qualche modo si nutrono di.
[00:46:38] Speaker A: Questo Perfect Blue è stato più possibile da questo punto di vista Infatti si.
[00:46:45] Speaker B: Vede lì, in realtà parlano di J-pop che ha ancora una cosa... e giapponese ha ancora delle dinamiche diverse e forse un pochino più tossiche e umane. Quando l'ho visto il film ho subito pensato, cavolo ma questa non è una bella immagine per il kpop? Vengono anche criticati i fan ad esempio. Si vede magari anche l'hating che ricevono nel momento in cui loro non si esibiscono perché la protagonista perde la voce. Quindi un pubblico che ti adora ma allo stesso tempo pretende, tanto da arrivare appunto a un burnout delle protagoniste, per cui appunto in qualche modo la protagonista che perde la voce, anche quello può essere significativo. è pieno di idol che a un certo punto crollano.
[00:47:31] Speaker C: Non ce la possono fare perché se la richiesta anche proprio del pubblico è così ossessiva, così forte, se ci sono poi Saja Boys nei paraggi di turno è un attimo che poi ci sia il fallimento.
[00:47:42] Speaker B: Esatto, è molto facile attaccarsi a un altro gruppo appena arriva l'onda nuova.
[00:47:48] Speaker C: Certo, è mega stressante e tu senti proprio quella pressione lavorativa o proprio legata al tuo ruolo nella società, in questo caso appunto il ruolo di idol che è proprio tutto un mondo, vabbè qua continuiamo a parlare.
[00:48:02] Speaker B: Purtroppo è un mondo veramente ampio e.
[00:48:06] Speaker A: Infinito Torniamo un attimo a parlare di cinema. Cioè, no, questo è cinema, è una mega conversazione su tutta una serie di dinamiche sociali, culturali, che poi appunto si riflettono in un prodotto come Kepapo de Monantas e che secondo noi lo rendono interessante e lo hanno reso valido per dedicarci un'intera puntata. però per tornare proprio a anche una recensione più stretta diciamo nei confronti del cinema non si può non citare secondo me la regia per tutta una serie di motivi innanzitutto perché io ci ho rivisto comunque moltissimo la mano Sony nel senso che la regia mi ha ricordato moltissimo tutta una serie di movimenti di camera diciamo di Spider-Man e Spider-Verse a volte mi ha ricordato anche soprattutto durante sì parlo naturalmente della regia soprattutto per i combattimenti, delle sceneggiazioni che a tratti mi ricordava Attacco dei Giganti, cioè mi ricordava un po' questa telecamera quasi sulla spalla del personaggio che lo segue velocemente in tutto questo combattimento e in più sempre a livello di regia vale la pena secondo me notare anche la regia quando vediamo le Antrix esibirsi sul palco perché quando ballano la camera non è ferma ma accompagna ogni singolo movimento potenziandolo esattamente come si fa nei video musicali in generale ora perché ovviamente stanno prendendo spunto dal K-pop però in realtà è proprio una cifra stilistica dei video musicali del K-pop cioè queste coreografie che vengono appunto potenziate ancora di più da questo cameraman o comunque da questa camera che accompagna ogni singolo blocco, ogni singolo movimento sensuale, ogni singolo passo di danza e il fatto che abbiano comunque riportato questa cosa io l'ho trovata estremamente soddisfacente.
[00:50:00] Speaker B: Non è solo dei video musicali ma proprio della televisione. Ti raccontavo anche in passato che hanno dei programmi dedicati alla musica K-pop e in questi programmi è bello vedere la regia perché sono prodotti da televisione ma la regia è straordinaria proprio perché deve potenziare questi passi di danza che sono importantissimi.
[00:50:20] Speaker A: Vabbè, naturalmente il film, noi l'abbiamo usato come pretesto per fare una conversazione, però non è naturalmente un capolavoro, non è perfetto. Quando è finito mi ha lasciato soddisfatta, ma fino ad un certo punto. Cioè, io penso che abbia un chiaro problema di sceneggiatura e di trama. Nel senso che ci sono proprio dei buchi di trama, delle cose che, ok, vengono accennate per mezzo secondo e poi non ritornano. anche magari rapporti tra i personaggi che vengono semplicemente accennati e non approfonditi anche perché il film dura poco cioè dura tipo un'ora e mezza quindi avrebbero potuto tranquillamente farlo durare mezz'ora in più per approfondire delle cose soprattutto io ho trovato tutta l'introduzione su come loro diventano delle cacciatrici molto frettolosa cioè è un po' una cosa che dicono spieghiamo un attimo qual è la lore nei primi dieci minuti e poi entriamo subito nel merito del film e mia negativamente ricordato quasi un po' i recap all'inizio puntata di Mew Mew, Mermaid Man, lì dove ti dicono loro sono le eroine che sono le guardiane della galassia, boom boom, punto sigla. Questa cosa qua non mi è piaciuta. Da un lato la giustifico perché appunto non credevano così tanto al progetto, non pensavano anche solo banalmente che avrebbero fatto così tanti incassi da potersi permettere di approfondire quell'universo facendo sequel, spin off e così via. Dall'altro lato però stiamo parlando di una produzione Sony, non stiamo parlando di una produzione indipendente. Quindi comunque ci credi abbastanza ad averci investito, quindi già lì vuol dire che ci credi. Abbastanza da essere comunque distribuita su Netflix a livello globale e in più insomma anche se tutti i film che non hanno in mente di avere poi dei sequel avessero questo tipo di bookie di trama avremmo un mondo pieno di saghe e nessun buon film. Spero che ora che hanno i soldi e il tempo di poter fare sequel, spin-off, possano un attimo approfondire quel mondo e un po' dire ok, adesso abbiamo tempo, soldi, ci possiamo credere, facciamo le cose fatte meglio. E per chiudere poi anche il cerchio della puntata, che sia stata una strategia o che sia stata una cosa un po' dettata forzatamente dagli eventi, uscire comunque su Netflix, solo su Netflix, è stato vincente. Perché io non so se avrebbe avuto tutto questo successo se fosse uscito in sala. Probabilmente a livello di chiacchericcio, di conversazioni, sì. ma a livello proprio di botteghino non so se avrebbe incassato così tanto.
[00:52:52] Speaker B: Comunque c'è stato tanto passaparola, quindi magari... perché io l'ho visto in realtà perché c'era nel titolo la parola K-pop, ho detto ah dai, bello.
[00:53:03] Speaker A: Sono una fan semplice, facciamo bene.
[00:53:06] Speaker B: Vedo K-pop e dico, perché no? Però non mi aspettavo niente io ad esempio, quindi l'ho guardato perché io appassionata del mondo ho detto dai, vediamo cosa hanno fatto, anzi Devo dire, io mi aspettavo una cavolata immensa, non mi aspettavo tutti questi dettagli, questo amore, non solo per il K-pop, anche per il K-drama, devo dire, perché ci sono dettagli specifici del mondo K-drama, quindi in generale hanno parlato un po' dell'intrattenimento coreano, cultura e intrattenimento. Quindi probabilmente, penso sia, che i fan del K-pop hanno iniziato a vederlo, hanno iniziato a promuoverlo. E' piaciuto, i locals anche hanno iniziato a dire dai cosa sono queste belle immagini, questi bei colori e queste belle canzoni come di solito succede quando si avvicinano al K-pop e poi hanno iniziato a vedere, allora è diventato un fenomeno che poi si è visto anche nella realtà perché la cosa divertente per me è stato poi vedere gli idol che facevano i cosplay, che facevano le coreografie, che facevano le cover delle canzoni di K-pop di Mon Hunters e quindi il film che entra nella realtà proprio degli.
[00:54:13] Speaker A: Idol Raga, direi che ci siamo.
[00:54:16] Speaker C: Ci siamo.
[00:54:17] Speaker A: Direi che ne abbiamo parlato a sufficienza. Adesso prima dell'editing è una puntata infinita. Adesso vediamo cosa si riesce a fare. Comunque siamo stati assenti per un sacco di tempo, non ci sentivate da un sacco di tempo. Tanti messaggi direct ci mancate ma adesso vi sorvite una puntata da un'ora qualche. Sinceramente ne approfittiamo per ringraziare un pochino tutti i amici di amici anche conoscenti che ogni volta che ci vedevano ci chiedevano il podcast che fino a fatto ma dai vi ascolto sempre quindi comunque grazie mille perché uno ci fa sentire super famose, che è una cosa che apprezziamo. E due è comunque una cosa che seriamente è tanto carina perché ci mettiamo tanti impegni in questo progetto.
[00:55:00] Speaker C: Grazie veramente. mettendo perché è successo di tutto però vi amiamo molto grazie sempre per il sostegno e appunto adesso siamo tornati.
[00:55:10] Speaker A: Yes. Grazie Elena innanzitutto.
[00:55:13] Speaker C: Grazie mille.
[00:55:13] Speaker B: Grazie a voi ragazzi. È stato bellissimo. Per me è una novità ma è stato tutto molto bello.
[00:55:18] Speaker A: Sei la benvenuta non si sa mai per quale altra cosa.
[00:55:22] Speaker C: Nuovo film di te aspettiamo.
[00:55:24] Speaker B: Ah quello ragazzi.
[00:55:25] Speaker C: Tantissima roba.
[00:55:28] Speaker B: Cavolo io non l'ho ancora vista.
[00:55:29] Speaker C: Ehi, altro che cultura coreana.
[00:55:32] Speaker A: E ci segniamo tutto sul piano editoriale. Va bene, grazie mille per averci ascoltato e ci sentiamo al prossimo video. Ciao!