Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: E per un monitor che perdiamo ritroviamo la macedonia di godagnino non è più la pesca ma il frutto di quest'anno è la banana mangiata da joshua connor.
[00:00:11] Speaker B: Pesca che comunque ha citato avete notato.
[00:00:13] Speaker C: Ok perfetto signore e signori benvenuti a bordo la puntata numero 29 di cinema passengers sta per cominciare.
[00:00:41] Speaker B: Vai.
Bentornati in questa nuova puntata di Cinema Passengers. Oggi è una puntata speciale perché facciamo un film attesissimo da tutti che è Challengers, o il film di Zendaya come lo stanno praticamente identificando tutti. Challengers è di Luca Guadagnino, autore importante che negli ultimi anni si è imposto sia nel panorama italiano che soprattutto in quello internazionale. Infatti lo abbiamo lasciato nel 2000 e 22 con Bones and All, film con protagonista Timothée Chalamet, altra creatura come Zendaya di Luca Guadagnino e che fatalità, i due l'abbiamo anche visti su Dune parte 1 e Dune parte 2, andate a recuperarvi le puntate.
Ma di cosa parla Luca questo Challengers?
[00:01:34] Speaker A: Allora, Challengers, come avete potuto vedere dai trailer, si intuisce che ha come sfondo il tennis. Infatti ci troviamo subito in un circolo tennistico abbastanza anonimo. Siamo ovviamente negli Stati Uniti e capiamo che sta iniziando una finale, la finale di un Challenger 80. Per chi non masticasse troppo tennis, i Challengers sono, diciamo, tornei di caratura mondiale, ma sono i più scrausi, insomma. Ci vanno i tennisti, ma non quelli forti forti.
Eppure si respira una tensione incredibile.
e capiamo subito il motivo di questa tensione perché con un flashback andiamo indietro di 13 anni ritroviamo gli stessi finalisti molto appunto ringiovaniti nella stessa squadra, stanno giocando un doppio siamo ai finali dell'O.U.S. Open Juniors del 2006 perché il film è inventato nel 2019 e così come loro ritroviamo quella donna che misteriosa dalla linea della rete seguiva il match e la ritroviamo sul campo, è la prodigiosa Tashida Duncan che ruba l'attenzione di tutti, tanto bella, tanto figa quanto brava, che ruba appunto la scena agli altri due golden boy che sono Patrick Zweig e Art Donaldson che appunto vincitori US Open e finalisti dello US Open singolare insomma diciamo che questo torneo è monopolizzato da queste tre figure ovviamente mette insieme tre fighi, forti, bravi sulla bocca di tutti non può che nascerne qualcosa però quella che nasce appunto come un'avventura abbastanza spensierata diventa un avvenimento che cambierà radicalmente i destini e le carriere di tutti e tre e direi che mi posso fermar qua che fatica portare avanti questa sinossi.
[00:03:32] Speaker B: Sinossi e faticosa anche perché uno dei primi aspetti del film che si noteranno fin da subito sarà proprio questo montaggio discontinuo pieno di flashback e poi di nuovo di flashforward che devo dire ho trovato abbastanza confuso e fastidioso la prima volta che ho visto il film mentre la seconda volta sapendo già tutta la loro storia sono riuscita a rimanere affascinata diciamo cioè effettivamente come ha consigliato Zendaya su alcune interviste è un film da vedere più di una volta ed effettivamente aveva ragione secondo me perché la prima volta il film mi ha lasciato abbastanza senza opinioni, abbastanza blanda, non che io abbia trovato il film blando però si mi ha lasciato abbastanza neutra, infatti sono rimasta molto in silenzio dopo e ho detto finché devo digerire. L'ho rivisto il giorno dopo e l'ho rivalutato in positivo e come ho apprezzato moltissimo questo linguaggio un pochino più sperimentale del solito che Guadagnino ha utilizzato. Voi come come l'avete trovato?
[00:04:45] Speaker C: Ecco, a proposito della struttura legata molto a questi flashback, a questo parallelismo con il tennis, questo continuo a palleggiare un po' tra il passato e il presente che c'è nel film. A me in realtà è piaciuto, è effettivamente un po' difficile da seguire, nel senso che tu hai detto è un po' fastidioso quasi ogni volta ricollegarsi, ricucire tutte le parti, tutti i pezzetti del puzzle, però a me piacciono anche i film che fanno proprio questo continuo salto avanti e indietro e quindi da quel punto di vista lì secondo me è strutturato bene, cioè io l'ho apprezzato molto e soprattutto è un film che mi ha intrattenuto tanto e c'è un grande coinvolgimento poi adesso parleremo anche di alcune scelte stilistiche scelte anche proprio legate all'utilizzo della musica che è molto importante in questo film più che in altre occasioni e quindi tutto questo insieme ha fatto sì che fosse per me un'esperienza molto coinvolgente da un punto di vista proprio di visione in sala e io l'ho visto solo una volta poi magari appunto lo riguarderò anche io. Per quanto riguarda però il rifletterci dopo un po' che appunto è finita la visione anch'io alla fine sono rimasta perplessa cioè non mi ha convinto del tutto ci sono delle cose che mi sono piaciute tantissimo spoiler, ripeto, l'utilizzo della colonna sonora che è veramente coinvolgente e poi appunto approfondiremo un attimo musica che in certi momenti ricorda la musica di un rave, musica house, colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, bellissima, e loro avevano già collaborato con Guadagnino.
e poi in altri momenti addirittura ci sono canzoni insomma cantate da cori di voci bianche insomma questo utilizzo della musica molto vario è potente ed è una cosa che ho apprezzato così come i flashback però insomma e invece a te Luca c'è qualcosa che ti ha lasciato perplesso? Sei rimasto convinto complessivamente del film?
[00:07:01] Speaker A: No, allora è un film pieno di scelte di scelte che fa guadagnino in quanto autore e tante sono belle tante sono proprio delle scelte del cazzo diciamolo allora innanzitutto è un film scritto secondo me benissimo loro tre perché alla fine si basa sul loro tre sono personaggi abbastanza lineari e non si inventa niente guadagnino nello scriverli però funzionano da dio anche perché sono interpretati divinamente io questo film l'ho visto sia a lingua originale che doppiato dai trattori abbiamo citato zendaya Citiamo ovviamente anche Mike Feist che interpreta il biondino e poi Josh O'Connor che a questo punto avrà imparato a parlare anche un po' di italiano perché l'abbiamo rivisto nella chimera di Alicia Rockwalker.
Stupendo, consigliatissimo.
quindi loro funzionano da dio proprio, hanno una chimica assurda e appunto aiutati dal dal ritmo dato dalla musica e dal montaggio ti fanno volare comunque quelle due ore un quarto di film che non so voi ma appunto non ho battito per niente Certo è che per sviare un po' cioè per dare carattere ad alcune dinamiche narrative del film Guadagnino decide di adottare una regia molto impattante e di fare inquadrature come per esempio dei POV, dei tennisti, delle soggettive della pallina che sono veramente terrificanti, poi magari c'è a chi piacciono ma sono veramente terrificanti o a un certo punto decide di stravorgere anche quello che è il linguaggio del tennis che subito è abbastanza fedele anche alle dinamiche tennistiche e allo sport in sé ma specialmente sul finale la cosa va un po' in vacca in virtù di un obiettivo ben preciso ma non è ancora arrivato il momento di parlarne, ne parleremo quando parleremo del finale.
[00:09:10] Speaker B: Sì, sono d'accordissimo con te Luca, ma penso che anche Bea concordi sul fatto che i personaggi di Patrick e di Arthur funzionino benissimo.
Per me reggono tutto il film, anche di più di Zendaya.
Penso che il rapporto di amicizia e anche di amore intenso e viscerale, a volte fraterno, a volte anche approfondito sotto punti di vista più canali.
Tra i due sia veramente stato realizzato e stato reso in scena in modo autentico, estremamente autentico e secondo me funziona molto di più, è molto più bello da vedere che non il rapporto tra loro tre, tra Art, Patrick e Zendaya.
No, no, no, lei è comunque Zendaya, Tashi Duncan.
Infatti devo dire che nonostante il film ruoti molto intorno a Zendaya, proprio non intendo solo personaggi, intendo proprio attrice anche a livello di promozione, pubblicità eccetera, per perché è il primo, forse il secondo film in cui la vediamo interpretare un'adulta. Il primo è stato con Malcolm e Mary, è uscito su Netflix nel 2020, però poi appunto il ruolo che in un qualche modo l'ha consacrata è quello di Rue in Euphoria, in cui dà una performance incredibile.
Quindi, diciamo, vederla nei panni di questa donna in carriera over 30, credo, era un po' la novità, diciamo, in quello che è la dimensione icona hollywoodiana di Zendaya e devo dire che avevo alte aspettative sul personaggio di Zendaya per questo motivo e sono rimasta un pochino delusa.
È comunque un personaggio ottimo, secondo me è scritto molto bene però Doveva avere qualche battuta in più, non so come dire, cioè durante la... cioè durante la visione del film Zendaya è stata bravissima attraverso comunicazione non verbale ed espressività a far percepire allo spettatore quella che è la profondità del personaggio, perché noi quando vediamo il volto di Zendaya, a cui sono dedicati moltissimi primi piani, percepiamo che ha costantemente qualcosa che le frulla in testa.
Ci sono un sacco di cose che pensa, un sacco di cose che non dice, un sacco di cose che reprime, che si tiene per sé stessa, ma anche un sacco di cose che in modo molto macchiabellico elabora nella testa e cerca di, come dire, organizzare come un piccolo genio del male ed è una cosa interessante nella prima metà.
però poi ad un certo punto diventa talmente tanto interessante perché è fatta talmente tanto bene che nella seconda metà avresti voglia di sapere tutte queste cose, di sentire tutte queste cose che lei non dice, di capire che cosa pensa e questa cosa non succede mai e quindi mi è un po' dispiaciuto perché arrivi alla fine del film che ti è sembrato di conoscere un pochino il personaggio di Zendaya in realtà no, resta estremamente ambiguo, ma non un ambiguo troppo positivo per me, un ambiguo da a lungo andare non mi hai lasciato quell'impatto che pensavo che il tuo personaggio avrebbe avuto.
Devo dire che poi questo lavoro di far capire quella che è, come dicevo, la profondità del personaggio e questa testa costantemente affollata di pensieri e di cose, è rappresentata benissimo nella primissima scena del film o una delle primissime scene dove vediamo sostanzialmente questo scontro tra Patrick e Arthur e ad un certo punto abbiamo questa camera che si avvicina passando sopra la rete da tennis fino a terminare in un primo piano di Zendaya e in quella prima scena così come in tutte le altre scene simili Noi vediamo in questa inquadratura stupenda le teste del pubblico che si muovono a destra e a sinistra seguendo costantemente il movimento della pallina e ogni tanto vediamo che invece la testa di Zendaya è l'unica che non segue questo movimento e rimane fissa o a destra o a sinistra.
E è per questo che io dico guardatelo una seconda volta, perché nel momento in cui tu sai quello che succede, è in quel momento che riesci a capire perché Zendaya ad un certo punto guarda solo Art, perché ad un certo punto guarda solo Patrick, ed è il momento in cui tu capisci che sta pensando tantissime cose e che però cavolo vorresti che le gridasse in campo e che le tirasse fuori.
[00:13:46] Speaker C: Beh, da un lato però è anche molto interessante questo appunto un po' questo discorso sul sul non detto del personaggio di Zendaya. Anch'io comunque sono rimasta un po' delusa dal lavoro che è stato fatto appunto sul suo personaggio, soprattutto nell'ultima parte e anzi cioè proprio per me l'ultima parte del film è proprio la parte meno riuscita, sia per certe scelte tecniche che non mi sono proprio piaciute, e un po' ritorniamo al discorso di Luca, ci sono certe cose bellissime e altre che proprio a livello visivo, a livello di scelta tecnica che siano soggettive oppure l'utilizzo del ralenti e anche un po' questa estetizzazione dei movimenti dello sport, della tensione dei corpi mentre c'è il match di tennis è bello, è ovviamente una scelta voluta ma secondo me nell'ultima parte del film c'è veramente un manierismo eccessivo a parer mio, non l'ho apprezzato tanto, quindi ora in realtà sto facendo più un discorso a livello di scelte tecniche ed estetiche però anche proprio a livello di finale di come dire chiudere un po' questo discorso su questi tre personaggi e soprattutto sul personaggio di Zendaya secondo me si poteva fare molto meglio e nell'ultima parte ovviamente insomma si arriva un po' alla fine del match in tutti i sensi anche a livello proprio di film finisce la storia e siamo un po' lì che diciamo ci potevamo aspettarci qualcosa di più dal personaggio di Zendaya però poi un'altra cosa ecco secondo me appunto la parte in cui invece ci vengono presentati i tre personaggi da giovani molto giovani sono hanno tipo sui 18 anni ed è proprio l'inizio della loro storia personale ma anche proprio del cioè proprio dell'approcciarsi allo sport in modo serio e quindi è la prima volta in cui i loro talenti, le prime volte in cui i loro talenti sportivi vengono espressi e iniziano a essere considerate tutte e tre delle promesse del tennis, soprattutto il personaggio di Zendaya quindi soprattutto Tashi e lì c'è un momento molto bello in questa prima parte del film in cui Zendaya insomma parla del tennis perché appunto adesso qui stiamo parlando del film ma dobbiamo anche un po' proprio parlare del ruolo del tennis in questo film Esatto, esattamente, quindi concludo solo dicendo che in questa scena Zendaya parla, Tashi parla del tennis, che cos'è per lei e si parla ovviamente di un rapporto che è amore in sostanza, una relazione con il campo, con il tennis e anche con l'avversario e questo è molto bello, cioè questa è proprio una delle parti secondo me, uno dei potenziali più grandi del film. Il fatto che il tennis è uno sport pieno di tensione, anche un po' nervoso, forse anche un po' neurotico e c'è questo conflitto però anche un'attrazione fortissima con con chi c'è dall'altra parte del campo ed è quello che succede a Zendaya con, diciamo, Zendaya da un punto di vista amoroso con Patrick o Art a turno, però è anche quello che succede proprio a Patrick e Art anche se sono amici, nel senso che è anche proprio quella, come dicevi tu prima, quella amicizia maschile che è molto forte, fraterna, in certi momenti anche molto conflittuale, però c'è comunque un'attrazione che li porta vicini. Ma ritorniamo al tennis, è il tuo momento.
[00:17:25] Speaker A: Sì, poi io ritornerei sul tennis perché sarebbe facile interpretarlo come la grande metafora che c'è nel rapporto.
Tu hai definito di amicizia ma alla fine quello che poi io credo sia proprio amore omoerotico tra i due che appunto è c'è questa tensione sessuale incredibile, cioè non giriamoci attorno, che poi esplode alla fine.
E sì, il tennis più che metafora di tutto ciò, perché può esserci tanto dietro il tennis, può essere innanzitutto lo scontro con se stessi più che con l'avversario. In questo film il rapporto con se stessi non esiste perché sono tre persone, trenti, in qualche modo compenetrati l'uno con l'altro non c'è mai una riflessione sul seno quindi per esempio tutto questo aspetto del tennis non c'è però viene utilizzato innanzitutto ogni personaggio rappresenta il tennista che è.
Tashi, tennista incredibile, il suo punto di forza è essere spietata e la mentalità.
Un grande tennista non fa mai vedere cosa sta passando e il dubbio, il risolto di Dile, il risolto di tutti noi di cosa sta veramente passando, di quanto siano vere le emozioni che sta vivendo, di quanto cosa lei voglia e cosa lei non voglia non ci viene trasmesso come non deve essere trasmesso un avversario qualora lei si trovasse su un campo da tennis.
Art per esempio gli viene anche detto che è un giocatore che gioca di percentuale, è un giocatore che aspetta l'errore dell'avversario e infatti quando si inserisce, quando il suo avversario, in questo caso in amore, commette un errore madornale.
Mentre Patrick, invece, è un giocatore più viscerale, più violento, più...
col cazzo più grosso, va bene, continuiamo a citare il film. Tutto questo traspare ed è delizioso.
Però a un certo punto il tennis fa un passo indietro.
Il tanto abituperato finale, che a primo impatto anche a me aveva fatto abbastanza schifo.
[00:19:42] Speaker B: Però riguardandolo... Dici a livello di trama o a livello formale?
[00:19:47] Speaker A: Entrambi, non mi era piaciuto per entrambe gli aspetti, però a livello di trama sono problemi miei, perché se poi le cose non vanno come mi aspettavo, vabbè, attaccati al trama. Però, insomma, come dicevo prima, queste scelte molto forti, molto discutibili, di inquadrare gli ultimi colpi che si vedono nella partita, Erano risultate molto stonate, specialmente la prima visione. Poi ho capito l'intento di Guadagnino.
Tanti l'hanno capito, oltre me.
Perché?
Non volevo tirarmela.
[00:20:24] Speaker B: Perché il tennis è tutto meno che.
[00:20:26] Speaker A: Uno sport fisico mentre questo film è tutto strane che non fisico e le strade convergono a un certo punto perché vediamo i giocatori grondare di sudore, inondare la videocamera che appunto sono cose brutte cioè non provi piacere nel vederle ok però l'intento di Guadagnino e qua si vede l'autore finalmente cioè comunque va apprezzato l'intenzionalità perché almeno prova a fare cinema e non semplicemente un film di consumo e dare appunto corporeità, far sì che appunto queste tre personaggi si compenetrino e sfondino la barriera della rete, del pubblico e diventino in qualche modo un tutt'uno. Lo sfondamento della rete poi culmina proprio nelle ultime inquadrature, ma qua vi lasciamo alla visione del film, però è lì che vuole arrivare Guadagnino e ci riesce in qualche modo quindi sì, va bene, poi rimangono altre cose brutte tipo quella tempesta, quella tempesta terrificante, quel vento fasullo.
[00:21:47] Speaker C: L'inquadratura in cui lei vede, non so come descriverla, praticamente noi vediamo la nunca di Zendaya che guarda, cioè quella cosa Luca ha capito subito, e vede sul campo, però molto ravvicinate, cioè ovviamente è un'inquadratura cioè un po' deformata volutamente, in cui lei vede vicinissimi, una prospettiva deformata, vede i due giocatori in campo, cioè quella cosa lì. Vabbè, io rido anche perché vedere questo film, io avevo Luca vicino, tu di lì eri un po' più lontana, però cioè nel senso noi ogni tanto ci giravamo, diciamo, ma cosa stiamo guardando? Alcune inquadrature non ci sono andate giù. Io però dovrò rivedere Challengers una seconda volta, anche se non credo che cambierò idea su certe cose.
[00:22:36] Speaker B: No, no, io mi ricordo benissimo le reazioni di Luca, tant'è che a un certo punto gli ho detto smettila! Cioè, sto capendo che non ti sta piacendo quello che stai vedendo e sono pure d'accordo, ma stai zitto! Mamma mia! Comunque, beh, a sì, Bea, ma anche tutti quelli che magari lo hanno visto una volta o che non lo hanno ancora visto, guardatelo due volte e la seconda volta se potete, se la prima volta lo avete visto in lingua originale, anche perché sto vedendo che in sala stanno continuando a dare la versione originale sottotitolata, la seconda recuperatelo doppiato perché il doppiaggio italiano funziona benissimo.
È veramente una delle poche volte in cui ho visto un film doppiato il giorno dopo averlo visto in originale e non avere quella sensazione respingente che ho di solito, quindi top lavoro sul doppiaggio. Che dicendo questa cosa stiamo anche andando contro, facendo un po' di polemica con le ultime dichiarazioni di Elio Germano che diceva Raga, Vera sta ridendo perché la stiamo rifacendo perché io ho detto Elio Giordano.
E quindi questa cosa fa molto ridere. Ma nelle ultime dichiarazioni, non mi ricordo se post Davide Di Donatello, in un'altra intervista comunque recente, ha detto che sostanzialmente i film non dovrebbero essere mai doppiati per tutta una questione di autenticità e autorialità. Però niente. Quindi come potete vedere, Challengers è solo un film del sudore e di zandaglia.
ma Cinema Passengers è anche attualità cinematografica e ve la stiamo dando.
[00:24:15] Speaker C: Comunque al di là di questo io volevo proprio solo dire una cosa che ho distrutto le scelte tecniche di Guadagnino del finale, le scelte formali, però in realtà c'è come diceva Luca, come ha già detto, è un film dove soprattutto per tutta la parte diciamo iniziale e centrale ho amato tantissimo invece lo stile registrico di Guadagnino che appunto è un autore e grazie a certe scelte comunque appunto prova a fare cinema e a dimostrare che cosa può fare il cinema quindi tramite la storia di insomma un dramma sportivo con questo conflitto continuo sportivo questa competitività ci racconta un sacco di cose tramite anche immagini sonoro i colpi della pallina che vanno avanti indietro l'utilizzo della musica ci ritorno perché bisogna sempre ritornarci.
[00:25:10] Speaker B: Voglio risparmiarvi la delusione. Non troverete, non troverete, Man Eater di Nelly Furtado. Drop the mic. Dico solo questo.
[00:25:19] Speaker C: Beh, ma diciamo anche che il trailer è molto fuorviante perché tutti si aspettavano, cioè, veramente una roba diversa e poi c'è quella canzone benedetta che non abbiamo trovato e siamo molto molto deluse, molto arrabbiate con i compositori che non hanno inserito di tutto tranne Man Eater di Nelly Furtado.
però comunque Guadagnino nonostante appunto non mi abbia convinto completamente Challengers cioè ha fatto un film sull'attrazione, sulla tensione sportiva e sessuale e questo io l'ho sentito veramente tanto per ritornare e per concludere su anche proprio la chimica dei tre personaggi e questa tensione, questa sensualità neanche poi così esplicita ma cioè poi alla fine le scene veramente erotiche sono poche ma l'erotismo si respira secondo me per tutto il film, la tensione, l'attrazione e il conflitto che porta anche appunto a questo scontrarsi ma essere completamente attratti l'uno nei confronti dell'altro e quindi da questo punto di vista mi è piaciuto molto Challengers e appunto il lavoro che ha fatto Guadagnino per queste cose.
[00:26:31] Speaker A: E per un monitor che perdiamo ritroviamo la macedonia di godagnino non è più la pesca ma il frutto di quest'anno è la banana mangiata da joshua connor.
[00:26:42] Speaker B: Pesca che comunque ha citato avete notato.
[00:26:44] Speaker A: Ok perfetto e su questa immagine io vi ringrazio per averci ascoltato se ci sentite un po' strani è perché questa volta stiamo registrando dalla cameretta di dile per motivi tecnici però speriamo che l'audio ci stiamo provando, va bene?
Unigiradio ci ha comunque fornito tutti i mezzi possibili quindi seguite noi seguite Unigiradio il loro tag è chiocciolounigiradio il nostro è cinema underscore passengers trovate tutte le nostre puntate su tutte le piattaforme streaming spotify apple music e Spotify, Apple Podcast e Amazon Music. Dile gongola perché non solo lei si sbaglia.
Ancora una volta, mangiate tante banane che...
Churros. Banane, churros così vi saziate e non vi vengono i crampi.
[00:27:35] Speaker B: E diventate Mike Feist.
[00:27:36] Speaker C: Beh no, anche Josh O'Connor. Ma scusa, tu dile, cioè voi siete più team Mike Feist o Josh O'Connor?
[00:27:43] Speaker B: Il biondino.
[00:27:44] Speaker C: No, no, io Josh.
[00:27:46] Speaker B: Basta. In una coppia c'è spazio solo per una persona arrogante e quella persona sono io, quindi scusa Patrick ma sceglierò sempre Art.
[00:27:54] Speaker C: Io voglio Patrick, arrogante, stronzo e cazzaro.
[00:27:58] Speaker A: E io mi tengo Zendaya.
[00:28:01] Speaker B: No, no, no !